Prima lettura di domenica 1 maggio 2022

L'Agnello immolato
Ap 5, 11-14

"Io, Giovanni, vidi, e udii voci di molti angeli attorno al trono e agli esseri viventi e agli anziani. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L’Agnello, che è stato immolato,
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione».
Tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovavano, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono in adorazione".


Il libro dell'Apocalisse è una meravigliosa celebrazione liturgica del Cristo risorto che coinvolge il cosmo intero.
Il linguaggio può scoraggiare perché il genere apocalittico non ci è familiare, ma la fatica nel leggere viene ricompensata dalla visione maestosa del fuoco dalla resurrezione che invade ogni cosa. Il risorto è rappresentato in tanti modi, volti ad esprimere la ricchezza e la forza spirituale della Pasqua.
Nel capitolo 5 l'immagine dominante è quella di un "Agnello, in piedi, come immolato" (Ap 5, 6) che chiaramente rimanda all'usanza di immolare agnelli senza macchia per la pasqua ebraica.
Ma qui la differenza è grande: è il Cristo ad essere Agnello, sacrificato ma vivo e con i segni della passione, lo stesso che si manifesta ai discepoli nei giorni dopo la resurrezione.
Attorno a questo Agnello ruota ogni cosa nella lode e nel canto festoso perché è il senso di tutto il creato, dello spazio e di ogni tempo.

"L’Agnello, che è stato immolato".
È esaltata con forza la morte gloriosa del Messia, la sua immolazione in nostro favore. Come fa anche nel suo Vangelo, Giovanni ci spinge a guardare a fondo le ferite gloriose, ad essere tutti gemelli di Tommaso che toccano con mano la morte cruenta del Maestro.
La nostra contemplazione non è da focalizzare su qualsiasi cosa, ma sulla passione e morte che ha lasciato sul corpo umano del Figlio i segni evidenti del nostro peccato, del fallimento e della soppressione. E se anche ci fa dolore e angoscia guardarlo, è da contemplare come il capolavoro del Padre perché, come aveva profetizzato Isaia, "per le sue piaghe noi siamo stati guariti" (Is 53, 5).

"E' degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza,
onore, gloria e benedizione".

Nel canto fragoroso di una moltitudine immensa di angeli, a cui si uniscono le voci di tutta tutta la creazione, si elencano i "titoli" che sono normalmente riferiti ad un re e al Signore.
Grazie alla sua morte e resurrezione il Cristo va riconosciuto in cima alla scala di ogni autorità e potere, esaltato al di sopra di ogni qualsiasi altro salvatore che la storia della salvezza ricordi.
Tutto va messo ai suoi piedi, come si usava fare davanti ad un re condottiero che riceveva il bottino della sua vittoria.
Potenza e ricchezza vanno al'Agnello Re che ha vinto la più grande delle battaglie, quella contro la morte. Ed è proprio nella sua morte che si rivela la sapienza e la forza misteriosa del Dio vivente.
Ogni "Onore, gloria e benedizione" si innalzano dalle creature verso l'Agnello, nuovo Isacco, che non si è tirato indietro, non ha opposto resistenza al peccato omicida degli uomini, ma docile si è immolato per tutti.

Riscopriamo il libro dell'Apocalisse come il compimento di ogni profezia, lo scritto che vuole dare senso a tutta la vicenda del Cristo e che, come una parabola, ci aiuta a penetrare quello che per noi è un mistero.
La morte e resurrezione di Gesù va esaltata e celebrata nel canto e nella lode come il più grande dei doni di Dio e la sorgente della salvezza per tutto ciò che ha vita.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di At 5, 27-33
Commento del 23/04/2020 e Commento del 23/04/2022

Salmo 30 (29), 1-6
Commento del 15/03/2021

Salmo 30 (29), 11-13
Commento del 28/03/2022

Vangelo di Gv 21, 1-14
Commento del 26/04/2019

Vangelo di Gv 21,15-19
Commento del 05/05/2019


Commenti

  1. «L’Agnello, che è stato immolato,
    è degno di ricevere potenza e ricchezza,
    sapienza e forza,
    onore, gloria e benedizione».
    Benedetto l'Agnello
    che ha distrutto la morte.
    Benedetto l'Agnello
    che ha ridato la vita.
    Benedetto l'Agnello
    dono del Padre.
    Benedetto l'Agnello
    sorgente di benedizione.
    Benedetto l'Agnello
    unico degno di ogni potere.
    «L’Agnello, che è stato immolato,
    è degno di ricevere potenza e ricchezza,
    sapienza e forza,
    onore, gloria e benedizione».


    RispondiElimina
  2. Amen
    solo questo dopo tutto quello che SEI e FAI per me
    ed io sono un "pietro"qualunque che NON ti riconosce
    non qui sedute a fare ascolto
    ma quando sono fuori da questo contesto
    Contesto che sto "portando"coi miei deboli neuroni rimasti e con le cellule muscolari miocardiche ,pare ancora funzionanti ;(che VIBRANO al TUO ascolto);nell'arco dell'intera giornata.Grazie.
    Amen

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019