Prima lettura del 28 dicembre 2022

Abbiamo un Paràclito
1Gv 1, 5- 2, 2
"Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo".


La prima lettera di Giovanni si legge in questa settimana di Natale per prolungare la meditazione sul mistero del Verbo fatto carne. Infatti questo mistero ha la stessa profondità del mistero stesso di Dio.
Tanti sono i doni che ne derivano e la nostra vita attinge alla luce nuova proprio per la rivelazione di questo mistero.
La pagina di oggi ne sottolinea alcuni aspetti; molto importante per la nostra fede è ciò che Giovanni scrive a proposito di peccato e perdono.

"Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate".
L'esortazione a non peccare è il desiderio paterno alla liberazione dalla schiavitù che il peccato comporta.
Il fatto di avere accesso al perdono, di essere sicuri di essere perdonati per amore, non ci può e non ci deve portare a peccare. Chi la pensa così ha una fede da bambini, per nulla consapevole del grande male che il peccato arreca alla nostra esistenza, alle lacerazioni profonde nel rapporto con gli altri e alla paura e alla diffidenza nei confronti di Dio.
Non ci dobbiamo rassegnare al peccato, né sminuirlo nella sua possibilità di farci male. E' un ostacolo che intralcia il nostro cammino di fede e divora la nostra gioia.

"Ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto".
ll realismo di Giovanni lo porta a sottolineare che il peccato in ogni caso non è una strada senza uscita.
E' vero che richiami il giudizio e la condanna, ma la consapevolezza di essere peccatori, che ci viene dalla Scrittura, è una benedizione perché ci apre alla misericordia del Padre.
Nella lettera Giovanni rivela che colui che credevamo in giudice, è in realtà l'avvocato difensore. La parola "Paraclito" infatti indica il consolatore, il difensore di chi si trova in giudizio in tribunale e non ha nessuno che ne prenda le difese.
Il compito del Paraclito è spesso attribuito allo Spirito di Dio (cfr. Gv 14, 16). Qui Giovanni indica il Cristo, che giustifica i peccatori dando così al giudizio un indirizzo favorevole.

"È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati".
Ecco, dobbiamo ammettere di essere "abituati" a queste parole, che ripetiamo senza neanche renderci conto della portata sconvolgente di un tale annuncio!
Il Cristo ha fatto ciò che nessun altro poteva e voleva fare! Ha riparato per noi la colpa, ha preso cioè su di sé, senza opporsi, le conseguenze del peccato che sono mortali.
Noi non avremmo mai potuto espiare ciò che ci opprime e ci impedisce di camminare nel bene.
Lo ha fatto lui per noi, e questo toglie ogni possibilità a quella visione puerile che attribuisce a Dio sentimenti di "offesa" per le nostre mancanze, come se un padre si potesse offendere per sempre se un bambino fa una marachella!

"Non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo".
Questo è un altro annuncio che ci dovrebbe far balzare sulla sedia dallo stupore! Non abbiamo un liberatore parziale, riservato al nostro giro di fratelli, ad una confessione cristiana piuttosto che ad un'altra.
Abbiamo in Cristo un Salvatore universale, cosmico, aperto a tutti, perché ogni persona che viene al mondo è già soggiogata dal peccato, oppressa dalla morte e non solo da quella fisica!
Liberatore per i suoi e per l'umanità intera.

La buona notizia ci lascia sempre senza fiato e annunciarla è assistere allo stupore che prende ogni volto, perché si scava un percorso di fede nel cuore di chi ascolta.
Stupirsi è una caratteristica fondamentale dell'esistere!
Stupirsi è bello, è credere all'Amore, credere di essere perdonati gratis, di poter attingere alla fonte della Vita redenta che è data senza limiti a tutti, ieri, oggi e per sempre.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Gv 1, 5- 2, 2
Commento del 28/12/2019

Salmo 124 (123)
Commento del 28/12/2020

Vangelo di Mt 2, 13-18
Commento del 28/12/2021


Commenti

  1. "Non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo".
    E' comunitario tutto quello che annuncia e fa
    Si
    E' di tutti e per tutti
    Grazie Signore per la qualità e libertè del TUO messaggio di amore universale,verso tutti
    Donami la forza di poter metabolizzare una tale grandezza-
    Amen

    RispondiElimina
  2. "Ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso
    il Padre: Gesù Cristo, il giusto".
    La Buona Notizia!
    Il profumo della misericordia.
    La gioia della vita ritrovata.
    Il Cristo con noi
    contro il nostro peccato.
    A nostro favore sempre.
    "Ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso
    il Padre: Gesù Cristo, il giusto".

    RispondiElimina

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