Salmo del 17 dicembre 2022

Abbondi la pace

Sal 72 (71),7- 8

"7 Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.

8 E dòmini da mare a mare,

dal fiume sino ai confini della terra".

Nella tradizione ebraica l'attesa del "Mašīaḥ" cioè "il Re unto", è fondamentale nell'attesa del popolo; è un discendente di Davide, re definitivo che condurrà Israele fino alla fine dei giorni, alla liberazione e alla pace.
Avendo nel cuore il desiderio di vedere il Messia, ogni credente si apre alla novità del suo arrivo, è vigile come una sentinella nella notte per scorgerne prima possibile i segni.
La sua presenza, il tempo in cui vive, le opere che compie: tutto parla di benedizione, di grazia, di giustizia.
Questo Salmo che meditiamo oggi fa parte dei salmi messianici, preghiere ricche di speranza, della visione positiva del futuro che il Signore prepara per Israele e per tutti i popoli.

"Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace".
Fioritura, abbondanza, giorni di pienezza e completezza: è la primavera messianica quella che si attende e che ci attende.
Non si parla di una data esatta ma di una qualità del tempo che ci manca e che desideriamo per noi e per tutti i fratelli.
Pace e giustizia non sono mai a sufficienza nel nostro mondo; diventare maturi è uscire dall'utopia di poter cambiare il mondo e sentire su di sé la sofferenza che ci circonda, diventare empatici ma non riuscire ad alleviare tanti bisogni vitali.
Ecco che l'arrivo del Re Messia diventa allora la nostra attesa!
Aspettiamo tutti il tempo in cui il giusto perseguitato non verrà più vilipeso ma potrà "fiorire", vivere in piena libertà.
La pace abbondante, la pace senza ombre, rende, il tempo del Messia, tempo divino, di riconciliazione definitiva.

"Finché non si spenga la luna".
La Bibbia ha un calendario lunare, diversamente dal nostro che è solare. La luna che si spegne indica che è finito il tempo di questo mondo e ne inizia un altro in cui pace e giustizia sono nelle sole mani del Signore. Annunciate e rivelate dal Messia, dureranno finché ci sarà il mondo e lo supereranno, perché sono qualità di Dio e in lui raggiungeranno in pienezza ogni creatura.

"E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra".
Doni riservati ad un solo popolo o a pochi eletti? No, la Scrittura annuncia i giorni dello shalom per tutta la terra.
"Alla tua discendenza io do questa terra,
dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate" (Gn 15,18).
Da mare a mare, da fiume a fiume, fino ai confini del mondo di cui Israele aveva esperienza.
Per un popolo che intendeva la salvezza come tesoro esclusivo, queste parole del Salmo sono un vero soffio dello Spirito che spinge lo sguardo al di là del proprio benessere e dei propri confini.

Il dominio del Re Messia non è un potere oppressivo che sostituisce quelli umani: è la fine di sopraffazione e falsità, di angoscia e sofferenza.
Anche noi sulle note del Salmo preghiamo e attendiamo che "abbondi la pace", nei nostri cuori, nella nostra patria e in tutte le nazioni della terra, specialmente in quelle dilaniate da guerre che schiacciano i deboli e tolgono la speranza.
Noi attendiamo con una speranza certa perché il Vangelo di Gesù, il Messia, ce lo ha promesso: "Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio" (Lc 3,6).

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gn 49,2.8-10
Commento del 17/12/2020

Salmo 72 (71),1-8
Commento del 03/12/2019

Vangelo di Mt 1,1-17
Commento del 17/12/2021