Seconda lettura del 4 dicembre 2022

 Teniamo viva la speranza
Rm 15,4-9

"Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome»".


La Lettera ai Romani è una miniera di preziose rivelazioni, aiuto necessario alla vita cristiana.
Ogni brano ci consegna parole "password" per il nostro cammino di fede in questo mondo così complesso.
Paolo scrive ai credenti per sostenerne i passi; c'era bisogno allora, come adesso di accompagnamento, di sostegno nella lotta di tutti i giorni per rimanere fedeli alla vocazione ricevuta!
Leggere queste parole nel tempo di Avvento ci conforta e dà forza al nostro impegno; vegliare non è vano, ma aiuto decisivo nel riconoscere il Cristo che viene per portarci all'amore del Padre.

"Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione".
La Sacra Scrittura è per noi, è sapienza data alla nostra vita. Ogni parola è un pacco dono prezioso da scartare giorno per giorno, e non solo come calendario dell'Avvento, ma come pillola di vita per tutto l'anno.
Paolo lo ricorda ai romani convertiti che passano dalle storie delle glorie imperiali, ad una storia della salvezza lontana da loro nello spazio, ma vicina perché li precede e li ha raggiunti.
La nostra vita cammina illuminata da questa storia sacra, annunciata ad ognuno di noi. Senza di essa rischiamo di non vivere la fede di Abramo e di Gesù, ma rimaniamo preda di opinioni umane contorte e vacue, vittime della saccenteria del mondo che non giova a rischiararci nelle decisioni vitali.

"Perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza".
L'umanità, tanto protesa al benessere del progresso, mostra una grande instabilità. A ben guardare sembra contenere il tarlo della disperazione che è un male drammatico: riducendo ogni obiettivo alle proprie forze, si finisce per perdere la vista del futuro e di un progetto armonioso che guida l'intera creazione.
In questo annebbiamento sociale, perseverare nella fede è impegnativo: dall'ascolto continuo e quotidiano della Parola, ci viene "la perseveranza" necessaria per poter gustare a lungo la dolcezza degli insegnamenti del Padre.
E sempre dalla Parola sgorga "la consolazione", quella vera, quella del Signore.
Per un ebreo essere consolato non significava ricevere una pacca sulle spalle, ma avere la certezza che la sua eredità fosse al sicuro e nessuno gliela potesse togliere.
Eredità è identità di figlio, è terra in cui dimorare al sicuro, è il bene assicurato alla propria discendenza.
Anche noi siamo rassicurati: l'eredità del Figlio che è Amore, è per noi e niente potrà separarcene (cfr. Rm 8,35-39).

"E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù".
I doni dello Spirito non sono mai tesori da accaparrare, ma da condividere con i fratelli. Tra di noi, si augura Paolo, ci siano gli stessi sentimenti di compassione e riconciliazione che ci fanno sperimentare quant'è bello avere fratelli.
Se questo nuovo stile di vita per noi è difficile, non lo è per grazia di Dio: è lo Spirito a portarci alla misura dell'amore del Cristo!
Due doni grandi, quindi, consolazione e perseveranza che ci sono indispensabili per guardare avanti fiduciosi.
Nonostante i grandi problemi che affliggono la nostra vita personale e mondiale, come Paolo possiamo dire a tutti i nostri fratelli: "teniamo viva la speranza"!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 11,1-10
Commento del 01/12/2020

Salmo 72 (71),1-8
Commento del 03/12/2019



Commenti

  1. "Teniamo viva la speranza".
    È compito urgente.
    È impegno nello Spirito.
    È necessità vitale.
    "Teniamo viva la speranza".
    La mia speranza è in Dio.
    La nostra speranza
    è la nostra forza.
    Sperare è vivere.
    "Teniamo viva la speranza".
    Non lascerò che si spenga
    la lampada.
    Non mi lascerò sconfiggere
    dalla delusione.
    Sperare è vivere.
    "Teniamo viva la speranza".

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  2. "Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione".
    Grazie Signore per questo DONO gratuito ,unico,irripetibile,così efficace da poter spingere anche,uno come me,spingere verso chi non ha.
    Grazie mio liberatore,che soffi sempre,aliti su ciò che è pigro,fermo in me!

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