Vangelo del 27 dicembre 2022

Che le nostre mani toccarono
1Gv 1, 1-4

"Figlioli miei, quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena".


La prima lettera di Giovanni è una vera sintesi del Vangelo a partire dall'affermazione più sintetica e vera: "Dio è amore" (1Gv 4, 16).
Tutta la riflessione di Giovanni ruota attorno a questa fede che nasce da Gesù e dal suo Vangelo. Ogni cosa della nostra vita va misurata su questa fede.
Gesù ci ha raccontato l'amore del Padre che nessuno ha mai visto. Finalmente rivelato, irrompe nel mondo come un fiume in piena, come l'incontenibile stupore di Giovanni che è inondato di felicità incontenibile.
L'evangelista ritorna sempre al Principio, l'inizio di ogni cosa che è Dio. E da lui tutto riparte e tutto prende senso e armonia.

"Figlioli miei, quello che era da principio".
Il richiamo è al prologo del suo Vangelo.
Quello che sembrava essere solo un discorso teologico e riservato ai dotti, nella sua lettera è innestata da Giovanni nell'esperienza di ogni giorno, nella concretezza delle nostre vite.
La nostra fede, la nostra fiducia è poggiata sul Principio di ogni cosa, sulla sorgente della Luce e della Vita.
Il discepolo amato non si stanca di annunciarlo: non sarà mai scontato parlare di un amore così grande!

"Quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi".
Non si tratta di un'idea, di un sentimento, ma di una vera esperienza che prende tutti i nostri sensi.
Udire, vedere, addirittura toccare: parole che hanno senso perché Dio sì è fatto presente nella storia di Gesù di Nazareth, in un fratello, in un amico di cammino, in una persona di carne proprio come noi.

"Quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita".
Contemplare e toccare: la spiritualità si è fatta storia, concretezza, esperienza umana. Dio non è più al di là delle nostre possibilità e della nostra portata.
E' questo che Giovanni testimonia a noi, ma è incredibile anche poter solo affermare che il Verbo si è potuto toccare, vedere e ascoltare.

"La vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza".
La vita, quella forza che sostiene tutto, la potenza che sentiamo soffiare in ogni cosa eppure non la vediamo: questo si è reso manifesto perché Dio si è fatto bambino, figlio, amico, consanguineo nostro.
Siamo portati alla luce e il senso, la sorgente di ogni cosa ormai è raggiungibile e "umana".
Non più nascosta o misterica, la verità divina ha preso la carne di Gesù Cristo, la carne nostra, la carne indifesa e più concreta, quella di un bambino nato per noi.

Leggo ogni volta questo brano con la voce rotta dall'emozione: è inaudito quello che ci trasmette Giovanni, incredibile che sia successo, meraviglioso che il Signore lo abbia reso possibile!
Come l'evangelista anche noi ci stupiamo annunciando questo evento che ha investito l'intera umanità e la totalità della creazione.
Anche noi entriamo nell'emozione di un amore che per sé non ha tenuto nulla e ha dato tutto per coinvolgersi e conquistarci.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Gv 1, 1-4
Commento del 27/12/2019

Salmo 97 (96), 1- 5
Commento del 06/08/2021

Vangelo del Gv 20, 1-9
Commento 17/04/2022


Commenti

  1. "Quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita".
    Stupendo ,il top,si!
    Toccare con mano l'intoccabile
    assaporare in concretezza l'intoccabile
    QUESTO
    davanti a ciò ,solo metabolizzare.SILENZIO:
    Grazie Gesù

    RispondiElimina
  2. "La vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta".
    La vita porta vita alla nostra vita.
    La vita si manifesta.
    È visibile alla nostra fame di vita.
    Noi finalmente raggiunti dalla vita.
    Il tramonto conosce l'alba.
    La fame conosce la sazietà.
    La morte rinasce a vita.
    "La vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta".

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