Prima lettura del 29 aprile 2025

È lui la vittima di espiazione
1Gv 1,5-2,2

"Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo".


La prima lettera di Giovanni nasce in un tempo in cui si assolutizza la conoscenza come unica via di salvezza (corrente gnostica che esalta la conoscenza superiore, raggiungibile con insegnamenti misterici).
Il testo di Giovanni ricorda che tutto è incentrato sulla carne scelta dal Verbo, rendendosi visibile, fraternamente incontrabile.
Non è quindi un fatto intellettualistico per pochi iniziati, ma coinvolge la carne dell'umanità, tutta la nostra esistenza.
Gesù il Cristo è una persona reale che nel suo vivere e morire ci racconta chi è Dio, fino a quel momento inconoscibile. La fede è allora conoscenza e prassi, pensiero e azione,. Affermazioni come Dio è luce, Dio è amore non rimangono teorie astratte, ma si traducono in una vita che cammina nella luce della speranza, che si manifesta in gesti concreti di amore verso il prossimo.

"Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate".
Giovanni affronta il tema per eccellenza del Nuovo Testamento: la riconciliazione che porta alla remissione dei peccati.
La triste esperienza del fallimento della carità a vantaggio della paura e dell'egoismo lo chiamiamo peccato: è uno spreco di vita, ciò che ci impedisce di raggiungere l'orizzonte di bene per cui siamo fatti, una freccia scagliata verso il divino che fallisce il bersaglio.
La lettera ha a cuore la fede dei credenti ed esorta ad un comportamento di verità e di carità, confortati dalla certezza che il peccato è stato già perdonato dalla morte e resurrezione del Figlio.

"Ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto".
La Buona Notizia illumina e dà speranza alla nostra situazione di peccatori. Nessun peccato deve farci perdere la fiducianella misericordia infinita del Padre che soverchia, supera e arriva prima della nostra impossibilità a fare il bene che vorremo.
Gesù Cristo è Paraclito, cioè colui che si invoca a propria difesa, a sostegno della nostra fragilità.
Egli non è mai stato e mai sarà nemico o giudice accusatore; rimane sempre e comunque il nostro rifugio, il nostro appiglio, il nostro liberatore.

"È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo".
I sacrifici che ci sforziamo di fare non sono certo in grado di espiare ciò che non è in nostro potere redimere.
Siamo peccatori già perdonati, già riscattati col prezzo più alto mai pagato per uno schiavo, cioè la morte del Signore!
È questo il senso profondo della vita e della morte di Gesù il Cristo, alba di redenzione per la creazione intera.
Tutta l'umanità si è ritrovata con il suo debito nei confronti di Dio azzerato dal dono d'amore di Gesù. In lui siamo riconciliati, risanati, salvati: ha espiato il nostro peccato, il nostro debito è stato cancellato.
Non rendiamo vano il dono più grande che ci porta alla vita; viviamo già oggi da figli beneficati, da schiavi liberati, da perdenti che arrivano alla più grande vittoria grazie all'unico Salvatore del mondo.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Gv 1,5-2,2
Commento del 29/04/2023

Salmo 103 (102),17-18
Commento del 29/04/2024

Vangelo di Mt 11,25-30
Commento del 29/04/2022

Commenti

  1. Dio è luce e in lui non c'è tenebra!
    In me c'è tenebra;ma c'è anche luce,
    donami la sapienza necessaria(ASCOLTO motivato,desiderato) per far trionfare il bello,quello che si deve vedere....
    Amen

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  2. "Abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto".
    È la nostra assicurazione.
    È la nostra speranza.
    È il nostro difensore.
    Il nostro sostegno.
    La nostra salvezza.

    RispondiElimina

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