Seconda lettura di domenica 27 aprile 2025
Ap 1,9-11a.12-13.17-19
"Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito»".
Con una scena intensa e piena di segni rivelativi si apre il libro dell'Apocalisse che significa appunto gettar via ciò che copre, togliere il velo, scoperta e disvelamento. E' un testo poco conosciuto e poco usato nelle nostre liturgie, quando invece è Scrittura chiave da leggere e meditate in questo tempo di Pasqua.
Il Risorto è al centro dell'intero libro che ha come autore l'apostolo Giovanni a cui preme annunciare la resurrezione ad ebrei convertiti che hanno ben presente tutte le profezie antiche sul Messia.
Con la sua presenza vivificante il Cristo è al centro della comunità dei credenti nel giorno che celebra la sua risurrezione, la domenica. Da qui parte il messaggio di consolazione e di speranza a tutte le comunità, un "Non temere" che arriva fino a noi. La memoria della risurrezione e la fiducia nel Cristo risorto continuano a portare vita e benedizione nel mondo intero.
"Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù".
È la sorte di tutti i testimoni della Verità e dell'Amore quella di essere perseguitati perché la fede cozza con la mentalità di questo mondo. Giovanni apostolo non è né il primo né l'ultimo in questa situazione.
Il mondo, assetato di potere e di gloria umana, rigetta chi fa dell'amore il suo stile di vita e il criterio delle sue scelte. Ne abbiamo avuto un esempio visibile in papa Francesco che, prediligendo i più poveri, i migranti, gli emarginati, i carcerati e i peccatori, è stato inascoltato quasi sempre dai potenti della terra.
Il Vangelo, che spinge a mettersi all'ultimo posto e a servire gli altri, non avrà mai successo tra chi comanda e spinge a fare guerre di sfruttamento e di egemonia.
"Mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù".
Come lui stesso dice e come Eusebio ci conferma nei suoi scritti, l'isola greca di Patmos ospitò Giovanni, quando nel 95 d.C. l’imperatore romano Domiziano lo esiliò a causa della sua predicazione cristiana. Rimase sull'isola fino al 97 d.C.
Ma la Parola non si può imprigionare e, proprio da esiliato, l'apostolo trascriverà per i discepoli la sua esperienza di fede col linguaggio simbolico apocalittico già presente in Daniele.
La testimonianza di ciò che ha visto e ha toccato in Gesù gli ha cambiato la vita e ha dato senso a tutto quello che ha imparato e custodito della Scrittura.
"Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore".
Per i fedeli cristiani non è più il sabato il giorno dedicato al Signore, ma è la domenica, memoria di resurrezione e di tempo nuovo segnato dalla vittoria sulla morte.
Giovanni si sente avvinto e trasformato dal mistero e dalla forza del Risorto, presente e operante ogni giorno in ognuno di noi.
È lo Spirito del Risorto il protagonista di questa meravigliosa esperienza visionaria, che trasforma l'esilio in un'unione mistica col Signore e in un modo inedito di raccontarne a tutti la portata salvifica universale.
"E udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese»".
Giovanni, discepolo amato, l'ultimo sopravvissuto agli apostoli, riceve il compito di mettere per iscritto la sua testimonianza.
Il libro dell'Apocalisse è in effetti l'annuncio del Vangelo di Gesù con una comprensione totale della rivelazione, usando il linguaggio degli antichi profeti in modo criptico, in codice, proprio perché il rischio della persecuzione spingeva a parlare chiaro per i credenti ma in modo incomprensibile per il potere che li perseguitava.
Grande forza in questa voce potente che Giovanni riceve e che trasmette in noi! La volontà di rivelarsi del Padre non verrà mai fermata da nessun potere dittatoriale o da macchinazioni umane.
Siamo fiduciosi oggi che chi dice la verità sia sospinto dalla Parola di Dio. Preghiamo lo Spirito che il Verbo dia alla chiesa una nuova primavera di rinascita e raggiunga il cuore degli oppressi per liberarli e portarli al Padre.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 5,12-16
Commento del 24/04/2022
Salmo 118 (117)
Commento del 17/04/2020
Seconda lettura di Ap 1,1-19
Commento del 28/04/2019
Vangelo di Gv 20,19-23
Commento del 28/05/2023
"Fui preso dallo Spirito
RispondiEliminanel giorno del Signore".
È detto di Giovanni
nell'Apocalisse.
Il giorno del Signore,
giorno dello Spirito.
Giorno libero
da ogni cosa
per lo Spirito.
Dove c'è lo Spirito
del Signore
c'è libertà.
Dove c'è lo spirito santo c'è verità, c'è amore, c'è umiltà c'è conforto. Signore fa che la tua veste piena del tuo Santo Spirito mi avvolga sempre.Amen🙏🙏🙏
EliminaSignore fammi stare sempre alla tua presenza 🙏🙏
RispondiEliminaMi voltai per vedere la voce che parlava con me!
RispondiEliminaParlami ancora!
Amen