Salmo del 13 aprile 2025 - Domenica delle Palme
Sal 22 (21),23-24
"23 Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
24 Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele".
Lamento ed esultanza caratterizzano il Salmo 22, che inizia nella tristezza più profonda e approda alla lode.
La solitudine ci fa paura più di ogni altra cosa e il salmista inizia sentendo Dio lontano, irrilevante, assente.
La preghiera porta con sé un senso di abbandono ma si alimenta col desiderio della presenza di chi comprende e ama .
Pian piano l'angoscia lascia il posto alla certezza che il Signore esaudisca la preghiera (v. 22) e cambia il tono al Salmo che, da lamentazione, si trasforma in canto di gioia.
Sta qui la forza della preghiera autentica che trasforma la nostra esperienza interiore e ci accompagna nel risalire dalla tristezza per trovare la pace che il Signore sa dare.
"Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea".
Si percepisce tanta gratitudine nel sentirsi ascoltati dal Padre! Anche lo sguardo sul futuro si carica di luce e di speranza. È un Salmo che passa nel cuore e sulle labbra di Gesù che muore in croce divenendo così canto pasquale del Messia.
Tutta la sua incessante predicazione non aveva avuto che l'unico obiettivo di annunciare il volto del Padre Amore e della sua Grazia.
Paradossalmente l'esperienza della Croce, momento profondo in cui l'abbandono sembrava l'unico orizzonte, sarà l'apoteosi della rivelazione divina. Infatti mostrerà, senza parole ma con i fatti, l'evidente predilezione che Dio ha per noi.
Esperienza personale della fede e annuncio ai fratelli dell'amore di Dio, sono un tutt'uno nel cuore del credente.
"Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele".
Non sono giorni facili quelli che viviamo e la sofferenza di altri fratelli, ben più provati di noi, abbatte il nostro spirito, ci toglie il sonno e il sorriso. Ci sentiamo in un tunnel di impotenza, in tenebre dense che ci nascondono anche sono uno spiraglio di uscita.
L'esperienza di passione è abbracciata fino in fondo dal Cristo affinché tutti gli uomini si sentissero tratti dall'angoscia più profonda, che non è quella della morte e neanche quella della sofferenza, ma quella dell'essere irrimediabilmente abbandonati.
Dio vuole essere e ama essere chiamato Padre dalla coloro che, innumerevoli come le stelle, fanno parte della discendenza di Abramo. Noi, innestati in questa famiglia universale, viviamo la gioia della liberazione e ci prepariamo a salire col Figlio alla gloria della Pasqua.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Is 50,4-9
Commento del 05/04/2023
Salmo 22 (21)
Commento del 05/04/2020
Seconda lettura di Fil 2,5-11
Commento del 05/11/2024
Vangelo di Lc 22,14-20
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
RispondiEliminaSi
tanti oggi risuonano con questa supplica.....
TU sei stato il primo
Signore dona VERAMENTE tanta forza a chi è continuamente offeso,vessato,denutrito,preso a fucilate........Speranza che TU sei lì!
Amen
"Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
RispondiEliminati loderò in mezzo all’assemblea".
Il Nome, Padre, Amore, Luce.
Griderò, annuncerò, loderò, invocherò, il nome del Signore.
🙏🙏🙏
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