Prima lettura del 5 novembre 2024
Gli stessi sentimenti di Cristo
Fil 2,5-11
"Fratelli,
abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre".
Dell'antica città della Macedonia, Filippi, se ne parla negli Atti degli Apostoli (16,12-40), come della prima comunità cristiana nata in Europa.
Paolo passa da Filippi il 51 d. C. in seguito ad una visione, nella quale un macedone gli diceva: "Passa in Macedonia e aiutaci". La prima convertita dalla predicazione di Paolo è una donna di nome Lidia, imprenditrice ricca e distinta. A Filippi, con una falsa accusa, Paolo viene arrestato ma in questa drammatica occasione il soldato di custodia alla prigione si converte insieme alla sua famiglia.
Così nasce la prima comunità cristiana in Europa.
Paolo scrive questa lettera con uno spirito incoraggiante: “gioia” e “rallegrarsi” sono le parole più usate.
La pagina che meditiamo contiene un inno cristologico in cui è condensato in modo magistrale il mistero di Cristo salvatore.
"Fratelli,
abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù".
Questo piccolo inno, uno delle perle preziose delle lettere di Paolo, inizia con l'esortazione ai fratelli ad orientare la propria vita sul centro scoperto in Cristo Gesù.
I sentimenti svelano il suo modo di stare nel mondo, il suo cammino di abbassamento e di servizio. il fervore con cui si rivolgeva a tutta l'umanità sofferente e bisognosa.
Questo è lo sguardo benevolo a cui attingere, la luce con cui guardare ai fratelli che si incontrano nel cammino verso il Padre.
"Egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio".
E' un versetto di una portata sconvolgente! Chi ha un privilegio se lo tiene caro e mai vorrebbe rinunciarci. E' un potere, una proprietà da tenere stretta e da difendere di fronte a tanti che vorrebbero usurparla. Avere privilegi ci fa sentire straordinari, al di sopra della mediocrità. Una buona condizione di nascita, socialmente elevata, è quella che tutti desideriamo quando fantastichiamo sulla nostra vita.
Incredibilmente le scelte e i sentimenti di Cristo sono andati nella direzione opposta!
Pur essendo Dio, posizione di potere e privilegio che più in alto non c'è, egli non partì da questa condizione. È un atteggiamento per noi difficile da concepire, troppo drastico per accoglierlo nella nostra carne, come se tutto si ribellasse a questa spoliazione radicale.
"Ma svuotò se stesso".
Una immagine forte che mostra il passaggio decisivo dell'incarnazione di Dio Figlio.
Vuoto della sua ricchezza divina, fa spazio, accoglie la nostra umanità fragile e limitata.
Non ha trattenuto nulla per sé, tutto si è "battezzato", immerso nella nostra umanità.
Noi ci vorremmo sbarazzare dei nostri limiti, difetti, fallimenti, sofferenze e lui, invece, si è calato al nostro livello per essere raggiungibile, per incontrarci, per condividere la nostra situazione.
"Assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini".
Paolo fa venire le vertigini sondando questo mistero! Più và avanti e più ci sembra che vada fermato, tanto esagerata ci appaia la sua descrizione dell'incarnazione!
Il pieno si fa vuoto, il Padrone si fa servo, il primo si fa ultimo, il grande si fa piccolo. È una traiettoria nella perdita, nella liberazione da ogni grandezza, quella che Paolo ha scoperto in Cristo Gesù e che ci esorta ad imitare.
L'inno rende plasticamente e lucidamente le parole più esigenti del Vangelo realizzate dal Figlio fatto uomo:
"Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti" (Mc 10,43-44).
La condizione di servo, l'ultima del gradino sociale che facciamo di tutto per scansare, per non sentirne il sentore, per non "contaminarci" con ciò che è povertà assoluta e mortificante, proprio questa è stata abbracciata, sposata dal Cristo per amore nostro!
In questi pochi versi dell'inno c'è già da stare in silenzio e assaporare un dono così folle ma tanto necessario! Ce n'è da lodare e ringraziare il Signore per tutta la vita!
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Salmo 22 (21),26-27
Commento del 31/01/2023
Vangelo di Lc 14,15-24
Commento del 03/11/2020
«Gesù Cristo è Signore!»
RispondiEliminaSi è LUI tutto
Dona,riabilita,rialza,dona
Dona sempre
Signore,si Signore vero,fammi restare con TE,alla TUA scuola.
Amen
"Abbiate in voi gli stessi
RispondiEliminasentimenti di Cristo Gesù".
Cristo Gesù Figlio di Dio,
fratello nostro,
amico dei poveri,
sostegno dei deboli,
rifugio dei peccatori,
compassionevole,
misericordioso.
"Abbiate in voi gli stessi
sentimenti di Cristo Gesù".