Prima lettura del Mercoledì Santo 5 aprile 2023

Sapendo di non restare confuso
Is 50, 4-9

"Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?"


La fiducia in Dio si nutre di memoria e di speranza. Come guardare al futuro? Custodendo nel cuore il ricordo della sua premura passata e sperando che la sua fedeltà continui come mi promette la Scrittura.
Secondo il profeta Isaia il Messia è simbolo di questo affidamento perché vive di fiducia profonda nei confronti del Padre che lo invia per la nostra salvezza. Il terzo canto del servo del Signore esalta il rapporto di fiducia che sostiene le sofferenze e le fatiche del Messia.

"Il Signore Dio mi assiste".
Meravigliosa certezza, frutto di una relazione filiale intima e profonda!
Il Signore è il mio pastore, il Signore è la mia roccia, il Signore mi sostiene non posso vacillare (cfr. Sal 62, 7): con tante immagini la Bibbia dice la certezza di chi fa esperienza della cura del Padre presente proprio nella solitudine e nell'angoscia, nell'ingiustizia e nel dolore.

"Per questo non resto svergognato".
Non dovrò vergognarmi per la fiducia riposta in Dio, non sarò deluso per avergli dato ascolto: è questo che intende dire Isaia dando la parola al servo sofferente del Signore.
Dio è fedele e questa certezza è testimoniata dalla nostra serenità davanti al male e alla morte.
Poggiare la nostra vita su di lui non rende vana la nostra fatica, non ci lascia con un pugno di mosche in mano.

"Per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso".

Coraggio, fortezza, fermezza: così Isaia ci racconta il suo essere profeta e la fermezza di ogni servo di Dio che affronta la sua missione.
Questa certezza ha riecheggiato sicuramente nelle orecchie di Gesù nella sua Passione; le parole della Scrittura lo hanno reso certo che la fermezza non era vana e poteva continuare a testimoniare di essere Figlio e inviato, Messia del Padre.
Il Cristo diventa così volto di ogni discepolo che si getta nella mischia della storia per portare l'amore di Dio fino ad ogni confine, superando ogni limite che vorrebbe mettere in dubbio la fedeltà e la vicinanza del Signore.
Luca nel Vangelo attualizza la fede di Isaia, avvalorandola con quello che è stato agli occhi dei suoi amici l'atteggiamento di Gesù sin dall'inizio del suo cammino, fermo e deciso perché aveva come meta la salvezza per noi.
"Mentre stavano compiendosi i giorni
in cui sarebbe stato elevato in alto,
egli rese duro il suo volto incamminandosi verso Gerusalemme" (Lc 9, 51).

Un cammino in salita, ma non si è sottratto alla cattura, né ha evitato di dare il suo corpo a chi lo metteva in croce. Sapeva che non sarebbe stato tradito dall'amore del Padre, sapeva di non rimanere confuso e solo.
La stessa certezza sostenga la nostra fatica, il peso dei giorni e delle sofferenze inevitabili che dobbiamo affrontare. La passione di Gesù nel seguire la voce del Padre, ha superato la "passione", il patire subito nella sua carne.
Questo ardore divenga passione nel nostro cuore, nell'ancorarci al Padre, affrontando ogni difficoltà, forti della certezza che non delude: il suo amore è fedele per sempre!

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 50, 4-9
Commento del 17/04/2019

Salmo 69 (68), 21-22
Commento del 13/04/2022

Vangelo di Mt 26, 14-25
Commento del 08/04/2020

Commenti

  1. "Il Signore Dio mi assiste,
    per questo non resto svergognato".
    È la forza segreta
    della mia vita.
    È la sorgente della mia fiducia.
    È il fondamento
    della mia speranza.
    Il Signore mi assiste,
    mi custodisce,
    mi nutre,
    mi accompagna,
    mi protegge,
    mi fa crescere.
    Non resterò deluso.
    "Il Signore Dio mi assiste,
    per questo non resto svergognato".

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  2. Rende duro il SUO volto

    Signore stai con me,nelle persecuzioni,angosce,sconforti
    Capitano pure a me,si
    nonostante sia stato bene detto da TE
    Stai con me e fammi essere deciso,SEMPRE.....
    non tirarmi indietro,a fronte di umiliazioni e soprusi
    Amen

    RispondiElimina

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