Salmo del 17 aprile 2020

E' divenuta la pietra d’angolo
Dal Salmo 118

"Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina".


La lode in questi giorni di gioia pasquale ruota attorno allo stupore di una scoperta: la pietra scartata è diventata la più importante! È un'immagine che dice il ribaltamento della sentenza che ha colpito Gesù, condannato dagli uomini ma esaltato dal Padre.
Così il nostro salmo ci accompagna nella preghiera di benedizione e di lode per quella che può essere solo l'opera di Dio e che ha investito il Figlio e di conseguenza noi!

"Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre".

Si inizia ricordando chi è il nostro Dio: colui che ci ama!
E' la premessa imprescindibile! Quando prego, quando gli parlo, so chi ho davanti, mio padre, bontà senza fine, l'amante per sempre.
L'amore fedele di Dio non si tira indietro davanti a niente e arriva sino in fondo; nessun ostacolo può fermarlo.
"Il suo amore è per sempre" è il ritornello che in questo e in altri salmi costituisce una sintetica professione di fede nell'Amore che è Dio.
Ripeterlo è gustare con le labbra questa realtà che ci fa felici, che ci porta pace.

"Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre»".

Tutti si uniscono in questo inno corale, tutti coloro che hanno fatto esperienza di questo amore inarrestabile. Israele con tutta la sua storia e chi "teme", cioè riconosce che senza quell'amore non può vivere, esulta per la vittoria sul nemico capitale, invalicabile per noi: la morte!

"La pietra scartata dai costruttori

è divenuta la pietra d’angolo".
Due giudizi si scontrano nel corpo del Messia. I "capi", i costruttori rigettano ciò che il Signore predilige ed esalta. Una mazzata per chi è convinto di conoscere con certezza la volontà di Dio e viene clamorosamente smentito nella morte e risurrezione del Cristo.

"Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi".

L'opera meravigliosa di Dio è offerta alla contemplazione di tutti. Gli occhi di ognuno possono vedere quanto il giudizio di Dio superi quello miope dell'uomo.
La pietra scartata, Gesù Cristo, era stata tolta di mezzo perché inciampo per coloro che non volevano ammettere che la volontà di Dio superava le loro leggi, la giustizia umana e il potere religioso.
Quella pietra era stata sepolta per essere messa a tacere ma nessuna pietra sepolcrale poteva fermare il Verbo della vita!
Giovanni dice che le tenebre non hanno fermato la luce: da quel sepolcro vuoto si spande sul mondo la Resurrezione, apice del destino dell'uomo voluto da Dio.

"Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!"

È un giorno speciale tutto opera del Signore, tutto per noi!

Noi possiamo guardare, rallegrarci e fare festa, perché il Signore ha manifestato la sua sapienza.
La resurrezione è stato l'incipit di quel giorno senza tramonto in cui tutta la creazione verrà portata alla pienezza in Dio.

"Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!"

Noi attendiamo e preghiamo che venga quel giorno e si mostri a tutti questo amore che salva, che vince su ogni tenebra e sofferenza.
Il Signore ascolta la nostra preghiera e interviene già oggi, nella nostra paura del domani, nell'incertezza del giorno in cui potremo abbracciare un fratello senza timore di contagiarci. Il Signore opera per salvare e dare vittoria su ogni male che ci opprime.

"Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore".

Ogni fedele benedice il Signore; chi viene nel suo Nome porta su di sé la benedizione. E dalla casa del Signore la benedizione arriva ad ogni uomo.

"Il Signore è Dio, egli ci illumina".

Dio è il vero sole di questo mondo e delle nostre vite. A lui si guarda per esserne illuminati (cfr. Salmo 34, 6).
Tutto il salmo annuncia questo amore che irrompe nelle nostre tenebre e le porta alla sua luce.
La resurrezione di Gesù è lo sguardo di chi ama la nostra vita e la vede bella e amabile.

Cos'è per noi scarto? Cosa è da escludere dalla vita per renderla bella e perfetta secondo i nostri criteri?
Sicuramente la sofferenza, il dolore, il fallimento, la sottomissione, la perdita e la morte.
"Hanno urtato così contro la pietra d'inciampo, come sta scritto:
Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo
e un sasso d'inciampo;
ma chi crede in lui non sarà deluso" (Rm 9, 32-33).

Quello che noi riteniamo un intralcio da scartare è stato assunto dal Signore, abbracciato, scelto.

Ciò che noi avevamo considerato stoltezza e nulla, la resurrezione l'ha illuminato di una dignità divina.
Questo salmo sgorga dal nostro cuore quando ci fermiamo sull'evento della resurrezione e scopriamo che avevamo sbagliato a giudicare la realtà, avevamo dato priorità a cose che erano vane, scartando quello che in effetti era volontà di Dio.

La follia d'amore del Signore non ha escluso una parte fondamentale di noi, quella bisognosa, deturpata, mortificata; l'ha attraversata per redimerla e portarla alla benedizione.
Noi siamo stati "edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù" (Ef 2, 20).

Esultiamo nella Pasqua del Signore, nostra salvezza e nostra liberazione!

Commenti

  1. Questo splendido inno biblico è collocato all’interno della piccola raccolta di Salmi, dal 112 al 117, detta lo "Hallel pasquale", cioè la lode salmica usata dal culto ebraico per la Pasqua e anche per le principali solennità dell’anno liturgico. Il filo conduttore del Salmo 117 può essere considerato il rito processionale, scandito forse da canti per il solista e per il coro, sullo sfondo della città santa e del suo tempio. Una bella antifona apre e chiude il testo: "Celebrate il Signore perché è buono, eterna è la sua misericordia".
    La parola "misericordia" traduce la parola ebraica hesed, che designa la fedeltà generosa di Dio nei confronti del suo popolo alleato e amico. A cantare questa fedeltà sono coinvolte tre categorie di persone: tutto Israele, la "casa di Aronne", cioè i sacerdoti, e "chi teme Dio", una locuzione che indica i fedeli e successivamente anche i proseliti, cioè i membri delle altre nazioni desiderosi di aderire alla legge del Signore. La processione sembra snodarsi per le vie di Gerusalemme, si leva, comunque, un inno di ringraziamento (cfr vv. 5-18), il cui messaggio è essenziale: anche quando si è nell’angoscia bisogna conservare alta la fiaccola della fiducia, perché la mano potente del Signore conduce il suo fedele alla vittoria sul male e alla salvezza

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  2. Il salmo esprime tutto lo stupore credente per le meraviglie che Dio opera. Giustamente lo si applica per l'opera di tutte le opere di Dio, la Resurrezione di Cristo che celebriamo in questo tempo pasquale. Vorrei evidenziare quel versetto che recita: dicano quelli che temono il Signore "il suo amore è per sempre". E' interessante notare come il salmista ritenga timorato di Dio l'uomo convinto del suo amore fedele e incondizionato, nonché della eternità e irremovibilità dello stesso. Temere Dio allora non vuol dire che si deve avere paura di Dio: al contrario, questo sarebbe piuttosto come darla vinta a satana che generò questa paura nel peccato di Adamo. Un altro salmo, il 129, gli fa eco dicendo: se consideri le colpe Signore, chi potrà sussistere davanti a te? Ma presso di te è il perdono, perciò avremo il tuo timore (Sal 129,3-4). La misericordia divina è il fondamento del timore che Gli si deve. Il timore di Dio è dunque quel dono dello Spirito che, ricordandoci cosa e quanto siamo costati a Lui, ci aiuta a riconoscere, rispettare e rispondere all'amore che Egli ha dichiarato per sempre a ogni uomo in Cristo: non ti ho amato per scherzo disse il Signore in locuzione interiore a S.Angela da Foligno.
    (Giacomo Falco Brini)

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  3. 17

    C'è un elemento tipico della cultura ebraica che mi pare di dover met-tere in luce. Il popolo ebraico ha profondamente il senso della storia, anzi il senso della storia nel suo insieme è nato dalla Bibbia: Israele ha capito che l'attore principale della storia è Dio. La storia parla di Dio, come la
    natura; i fatti, non meno degli esseri, sono trasparenza di Dio. Potremmo dire in termini molto semplici: Dio rivela quello che è da quello che fa. In questo dispiegarsi dei gesti di Dio nella storia, si rivela il volto di Dio fe-dele. Certo non mancano le sventure pubbliche e private nella storia, ma
    poi ci sono soprattutto la meraviglie che soltanto Dio fa (mirabilia Dei).
    Dio è così inserito nella concretezza della nostra vicenda che per trovarlo non c'è bisogno di evadere dalla storia, anzi bisogna entrare dentro la storia.
    La storia diventa il luogo dell'incontro dell'iniziativa potente di Dio e della povera debolezza umana, che però è indotta a impegnarsi. Il regno è un'impresa a due: questa è la realtà di ogni giorno. Da una parte c'è Dio
    con la potenza invincibile della sua grazia e dall'altra parte c'è l'uomo con la sua fragilità, che però, sostenuto dalla grazia, è chiamato a realizzare quella che Paolo con termine ardito chiama la "sinergia", cioè la "collaborazione" dell'uomo con Dio e viceversa. In fondo l'alleanza esprime proprio questo: Dio si associa un popolo per farne uno strumento di
    salvezza per tutti. Quello che ha fatto per Israele, lo fa oggi con la Chiesa, che è il regno in germe, è lo strumento che Dio utilizza per portare la salvezza agli uomini: «sacramento universale di salvezza»
    (Mariano Marassi)

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  4. 1Pietro 2:4-5
    4 Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, 5 anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.
    .....preghiamo: la tua vittoria pasquale, Signore Gesù, fa esultare la chiesa nel suo giorno santo: raccolti intorno all' altare, celebriamo le meraviglie della divina misericordia .

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  5. Il Signore opera per salvare e dare vittoria su ogni male che ci opprime.... Signore che il mio cuore sia spalancato a te, continua la tua opera salvifica Signore della vita.

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