Salmo del 10 giugno 2025

Non permettere che mi domini alcun male 
Sal 119 (118), 132-133 

"132 Volgiti a me e abbi pietà,

con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome. 


133 Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa

e non permettere che mi domini alcun male".


Il Salmo 119 è la grande sinfonia della Parola di Dio. Il salmista ne è innamorato e ne esalta la bellezza, contemplandola in tutte le tonalità possibili. 

È un canto sapienziale; non c'è sapienza più grande che riconoscere le meraviglie compiute dal Dio vivente per noi. Egli opera e parla, crea e rinnova, portando salvezza. 

In giovinezza o in vecchiaia, nella salute e nella malattia, nella tranquillità o nella prova, scopriamo sempre il tempo opportuno per l'ascolto della Parola, lampada ai passi, medicina per le nostre piaghe, bussola nelle tenebre, consolazione nella sofferenza, fonte di gioia che sgorga per la vita.


"Volgiti a me e abbi pietà,
con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome".

Il primo passo per la verità in noi stessi è riconoscersi deboli, peccatori, bisognosi di un salvatore. Il salmista ne è cosciente e si rivolge al Signore chiedendo pietà a colui che è fedele, che giudica con rettitudine perché non ha la volontà di distruggere chi è limitato e bisognoso.

Meditare la legge del Signore giorno e notte apre il cuore all'incontro con il Dio vivente, fa innamorare del suo Nome, stampato in tutte le cose create.

Chi ama sa che il Nome dell'Amato non è quello di sterminatore ma del compassionevole.


"Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa".

La promessa fatta ad Abramo non si è mai fermata. Non torna indietro il Signore, ma va avanti rinnovando la liberazione dalla schiavitù egiziana.

L'Esodo è il memoriale per eccellenza, evocato a sostegno delle fatiche del salmista: qualsiasi sia il deserto in cui cammina, i passi sono sostenuti e indirizzati verso la meta, terra della promessa, terra dove riposare e trovare pace.

Il Signore è l'Amen, la roccia di ogni credente, la forza del cammino per sostenere le angustie e i dolori della vita. 


"E non permettere che mi domini alcun male". 

Liberami dal male (cfr. Mt 6,13) è preghiera personale e comunitaria, ultima inocazione dell'unica preghiera insegnataci da Gesù, il Padre nostro.

Nessun credente con i piedi per terra tralascerà mai questa invocazione. 

Il male domina in tante occasioni la nostra vita, schiaccia l'esistenza di chi amiamo, fa sentire la sua presa mortale nelle guerre e nelle carestie.

Ci sentiamo impotenti di fronte a tanto male, ma sappiamo anche che c'è un unico Signore che ha la forza e il potere per annientarlo e liberarci. 

Che non ci domini, non prenda il sopravvento su di noi, che molli la sua presa sui fratelli: nessun male ha il permesso di predominare per annientarci!

Con questa certezza chiediamo al Signore di vincere e far fiorire il bene nella vita di ogni figlio e figlia.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:


Prima lettura di 2Cor 1,18-22 

Commento del 08/06/2021


Salmo 119 (118),129-131 

Commento del 13/06/2023


Vangelo di Mt 5, 13-16 

Commento del 05/02/2023


Commenti

  1. "Non permettere che
    mi domini alcun male".
    Invocazione di figli.
    Come nel Padre Nostro.
    Invocazione al Padre,
    liberatore,
    custode,
    sorgente di vita
    e di bene.

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