Vangelo del 30 aprile 2020

E tutti saranno istruiti da Dio
Gv 6,44-51

"In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo»".


Il capitolo 6 di Giovanni continua con l'annuncio del Regno da parte di Gesù a partire dal segno dei pochi pani e pochi pesci che hanno sfamato tantissime persone. Ora la parola del Vangelo ci porta nella dimensione più intima della nostra fede: la relazione tra il Padre, il Figlio e noi.
L'umanità scopre con Gesù di essere coinvolta nella vita di Dio e addirittura le è rivelato che ospita la pienezza della vita divina.

"Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno".
L'esperienza di sequela dei discepoli nasce dall'essere attirati dal Padre.
Il Padre manda il Figlio, il Padre attira noi al Figlio! L'opera è sempre nelle sue mani amorevoli e tutto concorre al nostro bene.
Inoltre quest'opera ha una meta: il Figlio resuscitato espanderà il suo dono su tutti, facendo partecipare l'umanità intera della sua resurrezione.
A fermarsi su questa Parola si rimane stupiti che un progetto così altruista, così coinvolgente, sia stato pensato per noi!

"Sta scritto nei profeti: «E tutti saranno istruiti da Dio»”.
Il grande sogno dei profeti, considerati la bocca, la voce di Dio, diventa finalmente vero!
Lo Spirito di Dio non sarà prerogativa di pochi uomini perché Gesù in croce lo donerà a tutto il mondo come apice della rivelazione dell'amore: "Chinato il capo emise lo Spirito" (Gv 19,30 ).
Non più uomini istruiranno i discepoli, ma Dio stesso
sarà il Maestro di ogni coscienza, di ogni cuore, attraverso la Parola che è il Figlio, il suo Logos!
Questo è un altro dono enorme che solo l'incarnazione poteva fare!

"Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me".
La rivelazione, per bocca dei profeti, annunciava e portava al Cristo.
Così infatti esordisce la lettera agli Ebrei: "Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo" (Eb 1,1-2)

"Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre".
Importante precisazione, su cui è fondato tutto il Vangelo di Giovanni.
Gesù viene dal Padre ed è l'unico che lo può mostrare attraverso i segni, manifestazione tangibile della sua volontà salvifica.

"In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna".
Prezioso qui è il verbo al presente: "ha la vita eterna"!
Già fin da ora siamo introdotti nella vita senza fine, anche se ne attendiamo la definitiva rivelazione. Al futuro appartiene la pienezza, ma siamo figli ora e già adesso possiamo attingere alle cure del Padre.
La vita che non muore è il Signore: nei nostri giorni, nel nostro presente la sua vita ci viene donata e questo dono non ha una scadenza, è per sempre!

"Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia".
Prima ancora che la sua carne, è la sua storia tra di noi che è pane di vita, nutriente, portatrice dello Spirito di Dio e della sua stessa vita.
Gesù ritorna al grande segno, la manna nel deserto che nutriva il popolo dell'esodo e che i suoi uditori hanno citato come verifica di ciò che ha operato nel miracolo dei pani e dei pesci.
Gesù stesso è Vita, egli è la medicina al veleno della morte.

"Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".
Ecco che qui c'è un nuovo passo avanti. Si parla ora della sua carne che è nutrimento. I discepoli sono rimasti disorientati da questa parola.

La vita di Gesù è dono totale, tutto di lui ci è donato. La sua vita e la sua morte hanno solo un obiettivo: donarsi al mondo per strapparlo dal cammino inesorabile verso la morte.

Mi piace la similitudine che Gesù fa all'inizio portando la sua riflessione fino all'apice della comprensione: tutti verranno istruiti da Dio non significa "capire", accrescere la "cultura", formarsi un bagaglio di conoscenze...

Essere istruiti è mangiare la sua Parola, è nutrirsi di lui che si fa cibo di ogni pensiero, di ogni alito di vita, che ci raggiunge ridandoci il soffio vitale.
Questo è cibo che nutre per la vita, totale, appagante, necessario; questa dimensione di nutrimento ci è data da scoprire in questi giorni in cui l'eucarestia non può essere condivisa tra di noi.
Noi mangiamo questo pane che è la Parola, siamo nutriti da ogni Parola che esce dalla bocca di Dio, la condividiamo, ce la trasmettiamo per infondere coraggio e per sostenerci come viatico del cammino.
Chi crede a questa Parola ha la vita, è nutrito e procede sicuro verso il Signore, suo dono per sempre.

Commenti

  1. Sono parole forti che sulla bocca di un uomo appaiono anche scandalose, irrazionali: “Io sono il pane della vita … Io sono il pane disceso dal cielo … Chi mangia di questo pane non muore più, anzi vivrà nell’eternità”. Ed ecco il vertice della rivelazione scandalosa: “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”. Qui più che mai il discorso si fa duro, irricevibile. Non solo Gesù è il pane per la vita eterna, ma è carne che il credente deve assumere in se stesso: non è data una “vita eterna” come dono esterno, ma questa germina, fiorisce dall’interno dell’uomo, come il pane mangiato dà vita e la accresce. La vita di Gesù di Nazaret, vita terrena di un uomo, vita vissuta, è consegnata, offerta a noi umani come cibo da mangiare: quella carne fragile e mortale assunta dal Figlio di Dio è vita data, spesa, radicalmente offerta per noi umani.
    (Enzo Bianchi)

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  2. Cercare Dio, accogliere la rivelazione che Gesù ne fa, significa entrare in una dimensione nuova, eterna. La vita eterna è già cominciata per ciascuno di noi, siamo già immortali: scoprire il vero volto di Dio ci fa stare su questa terra con lo sguardo rivolto alle cose invisibili, quelle più vere, quelle autentiche.
    (Paolo Curtaz)

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  3. tu sei risorto, Signore, ci hai mostrato con la tua vita, morte e risurrezione di che stoffa sei fatto e che stoffa vorresti che indossassimo. Sei uscito da quel sepolcro, da quel luogo di morte, e non ci hai abbandonati, sei tornato in mezzo a noi, a riaprire i nostri cuori e i nostri occhi, ad alimentare la nostra speranza e la nostra fame.
    Anche oggi, Signore, ci ricordi come arrivare a te: avendo fame, una fame diversa che nessun pane impastato da uomo può saziare. Le nostre bocche e le nostre pance necessitano di un pane vivo, un pane vero, un pane che sazia per l’eternità.

    E quel pane sei tu, Signore, che hai spezzato per molti e per molti continui a farlo, perché non manchi a nessuno. Come ci dici sempre: basta chiedere! Il tuo amore è così grande che non ti dimentichi di certo di noi.

    Signore, fa’ che nella nostra fame di desideri e sogni impariamo a trovare te, nostra vera fonte di sazietà.

    Rete Loyola (Bologna)

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  4. Essere consapevole di tutto questo.....
    e' più grande di me!

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  5. "La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura. Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell'anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale".
    (Dei Verbum 21)

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  6. L'opera è sempre nelle sue mani amorevoli e tutto concorre al nostro bene.
    Signore i tuoi occhi di continuo ci guardano, il tuo amore per noi non ha fine. Tu sei la nostra pace e la nostra salvezza, in te tutto ha inizio e compimento. Padre mio confido in te.

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