Seconda lettura di domenica 26 aprile 2020

Si è manifestato per voi
1Pt 1,17-21

"Carissimi, se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri.
Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia.
Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo, ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi; e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio".


La prima comunità cristiana ha attraversato la tempesta della persecuzione e Pietro scrive a cristiani provati e in grande difficoltà.
Nella sua lettera si rivolge a quelli che considera figli chiamandoli "carissimi". Un profondo legame si era instaurato tra tutti i discepoli dopo l'Ascensione del Signore e Pietro si prende cura di coloro che il Maestro gli ha affidato con una serie di esortazioni che hanno lo scopo di rincuorare e dare coraggio, ricordando i fondamenti della fede.

"Se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri".
I cristiani hanno ricevuto il dono di chiamare Dio col nome di Padre, di papà, se prendiamo alla lettera la parola vezzeggiativa "Abbà" che Gesù che usava in aramaico.
Di questo Padre i discepoli hanno imparato a fidarsi, ad appoggiarsi nei momenti di bisogno e sanno che non fa preferenze ma giudica con equità, cioè dona l'amore necessario e giusto ad ognuno.
Ne nasce di conseguenza un atteggiamento di fiduciosa sottomissione, che nella Bibbia è indicato col termine "timore". Non è certo paura, ma, al contrario, fiducia in un Padre amorevole.
In questo tempo di tribolazione i cristiani sentono ancora di più di essere stranieri in questo mondo.
Fiducia è riporre in Dio la propria sicurezza e non negli averi, nei soldi, nella salute, nella casa...

Sentirsi di passaggio libera da attaccamenti e da pretese che farebbero nascere solo disillusione nelle vicende della vita e sfiducia nella comunità.
Come Gesù Cristo sapeva di essere un pellegrino in questo mondo, diretto verso la casa del Padre, così ogni cristiano si deve mettere sulle sue orme nella consapevolezza che passa la scena di questo mondo (cfr. 1Cor 7, 29-31).

"Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia".
Riusciamo a capire le parole di Pietro se comprendiamo che la parola "liberati" si riferisce al riscatto che nell'antichità veniva pagato per un condannato a morte o uno schiavo. Un'ingente somma di denaro, appunto argento e oro, era il prezzo che riscattava un malcapitato, ripagando il suo debito.
Gli uomini, schiavi del peccato, destinati alla morte, sono stati liberati
mediante il sangue dell'Agnello, a caro prezzo, essendo alto il debito che gravava su ognuno.

La "vuota condotta" da cui il Signore ci ha liberati è da intendersi in due modi.
Nella Bibbia vani, senza consistenza, sono gli idoli; i pagani hanno una condotta vuota, senza significato, perché pensano che un dio debba essere ingraziato con i sacrifici e con le opere.
Inoltre una vita vuota era quella degli schiavi, che non avevano un'identità e una forma propria; erano destinati ad essere "usati" dal padrone, senza nessun diritto, dignità o progetto di vita.
I cristiani sono liberati dalla schiavitù della morte e del peccato e gli viene data la dignità di figli; essi sanno che il Signore dona gratis la sua salvezza e con nessuna opera possono meritarla.
Sono immagini forti che riassumono tutta l'opera salvifica del Padre e la nuova identità di cui sono rivestiti coloro che sono stati tratti dalla morte.

"Egli fu predestinato già prima della fondazione del mondo".
E' una verità stupenda quella che ci annuncia Pietro: il Padre prima ancora di fondare il mondo, prima ancora di dare il via alla creazione, aveva provveduto all'Agnello sacrificale per la liberazione dei suoi figli!
La volontà di salvezza precede addirittura la creazione del mondo, e naturalmente precede ogni peccato.
In una parola Dio prima ci ha salvati e poi ci ha creati!

"Ma negli ultimi tempi si è manifestato per voi".
Ciò che era nel cuore di Dio già prima della creazione si è manifestato nelle parole e nei segni di Gesù Cristo.
La rivelazione del suo disegno d'amore, che era da sempre, ha preso corpo nel Cristo crocifisso e risorto. Pietro fa un volo e, da prima della creazione, arriva alla pienezza del tempo in cui si rivela per noi l'amore, progetto di ogni cosa!

Quel "per noi" dice che tutto ci è donato, che noi siamo i beneficiari di tanto amore e di tanta grazia!

"E voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio".
Gesù è l'autore della nostra fede (cfr. Eb 12,2), e attraverso di lui conosciamo il Dio vivente e amante. La nostra fede è fondata su questo fatto, su questa volontà di Dio che si è realizzata, dando senso a tutta la storia. La speranza che nasce dalla fede è incrollabile perché si fonda sulla fedeltà di Dio stesso.

Pietro ci conforta con queste parole!
Chi è perseguitato, nel dolore e nell'angoscia, ha in Gesù, morto e risorto, il segno più grande dell'amore di Dio; egli che non ha lasciato suo Figlio nella morte, con lo stesso amore provvede alla vita di ogni uomo e libera da ogni male.
Ci sostenga la fede di Pietro che da bravo ebreo pensava di salvarsi facendo qualcosa per Dio e invece è stato conquistato dal Figlio che si è fatto suo servitore.
Cresca con la Parola la nostra speranza che il Signore mostri, in questi nostri giorni di sofferenza, la sua salvezza, voluta prima che il mondo fosse creato e rivelata a noi nel Figlio.

Commenti


  1. "ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia".
    Il prezzo è stato il sangue di Cristo. Anche i pagani conoscevano bene i sacrifici di animali per ottenere qualcosa dalla divinità. Il sacrificio dell'agnello è direttamente legato ai sacrifici del popolo ebreo per ricordare la liberazione dalla schiavitù d'Egitto. L'agnello che veniva offerto doveva essere sano e integro, altrimenti il sacrificio non sarebbe stato valido. Gesù è l'Agnello perfetto in assoluto e ha reso il sacrificio estremamente efficace.
    (Monastero Matris Domini)

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  2. Tutto nasce e tutto è custodito da Gesù. Anche il ver.17, con il suo “se chiamate Padre”, è possibile a motivo di Gesù e della sua opera di salvezza universale, per la quale Dio è finalmente conosciuto e riconosciuto come Padre. Mi sembra importante fare molta attenzione al tema del giudizio. Tale giudizio è rigorosamente riservato al Padre che ha preparato e attuato nel suo Figlio Gesù la storia della salvezza del mondo. Come discepoli e fratelli di Gesù ne condividiamo pienamente la condizione figliale, e quindi tutta la nostra vita è rivolta a Lui e al suo paterno giudizio. Chiamandolo “Padre nostro” fin d’ora, pur trovandoci ancora non accanto a Lui perché siamo nel “tempo dell’esilio”, siamo chiamati a vivere, con Gesù e come Gesù, da figli suoi! Come sempre ci conferma il Vangelo di Gesù, questo è il nostro riferimento assolutamente fondamentale: la nostra realtà di “figli” suoi. Tale è dunque ora il “giudizio” divino su noi.
    (Giovanni Nicolini)

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  3. e voi per opera sua credete in Dio, che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, in modo che la vostra fede e la vostra speranza siano rivolte a Dio.
    La notizia della risurrezione di Cristo si diffonde e produce la fede di coloro che ascoltano questa buona notizia. Ciò porta alla salvezza di quanti credono e rinsalda in loro la speranza che quella liberazione che ora sperimentano in modo parziale, un giorno sarà piena in Cristo.
    (Monastero Domenicano Matris Domini)

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  4. In pochi versetti, un condensato di “rivelazioni” importanti e ripetute nelle Scritture. Dio lo possiamo chiamare Padre e così facciamo, come Gesù ci ha insegnato. Questo Padre non fa preferenze tra uomo e uomo diversamente da come noi facciamo abitualmente, ma guarda alla realtà delle persone, alla concretezza delle “loro opere”. Si accenna al “timor di Dio” e alla nostra condizione di pellegrini. Siamo stati liberati dalla vana condotta, che ci accomunava ai nostri padri, per aver parte a quanto è stato predisposto per tutti noi fin da “prima della fondazione del mondo”. Grazie a Gesù, “per opera sua”, ci affidiamo totalmente a Dio, “crediamo in Lui”.

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  5. Il Signore ci ha salvati e dopo ci ha creati.Quanta serenità mi dona questa certezza che Lui ci ha. Amati e ci ama talmènte tanto al punto di donare a tutta l'umanità il Suo unico Figlio per redimersi ancor prima che nascessimo con la consapevolezza che Gesù ci accompagna durante il cammino della nostra vita confidiamo nel Suo eterno amore

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  6. Dio che non ha lasciato suo Figlio nella morte e lo stesso fa con noi liberandoci da ogni male e salvandoci dalla morte.
    Padre Santo tu sei la nostra vita, altro non abbiamo, guidaci per la tua via e donaci la tua pace.

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