Prima lettura del 18 dicembre 2020

Verranno giorni
Ger 23, 5-8

"Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia.
Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: «Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!», ma piuttosto: «Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!»; costoro dimoreranno nella propria terra".

I profeti sono visionari: essi vedono cose che nessuno direbbe possibili nelle fitte tenebre che invadono i cuori.
Geremia "vede" arrivare da lontano i giorni del Messia, pieni di luce, carichi di promesse che realizzano una presenza nuova del Signore e un tempo di pace definitiva.
La Scrittura apre oggi una finestra in quella direzione e annuncia a noi, che come sentinelle siamo chiamati a vegliare, di aguzzare la vista perché il cielo già albeggia.

"Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto".

Davide re e Messia di Israele è il germoglio spuntato improvvisamente dal tronco che sembrava inaridito di Israele. La promessa di Abramo non è andata perduta e il re-messia Davide è la speranza certa che dalla sua discendenza Dio stesso si farà figlio di tutti.
È Gesù Cristo il germoglio che spunta dal trono della dinastia davidica, il re per eccellenza.
A questo si riferiva anche la visione di Isaia:
"Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici" (Is 11, 1)


"Che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra".

È finalmente il re adatto che porterà giustizia e diritto, di cui l'umanità è affamata. Un re saggio che saprà prendersi cura del suo popolo, colui che guiderà alla rettitudine del Padre che giudica con la sua misericordia.

"Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia".

Giuda è il leone di Dio, la tribù più importante, benedetta dal padre Giacobbe, come abbiamo visto ieri nel cap 49 di Genesi.
Giuda e la capitale Gerusalemme sarà sempre un territorio di contese, troppo importante per i traffici commerciali, terra desiderata e saccheggiata che ha visto continuamente il suo diritto leso da nemici potenti.
Eppure Geremia vede e annuncia agli scettici che il suo nome brillerà tra i popoli perché in Gerusalemme si rivelerà in pienezza la salvezza e lo shalom di Dio.

"Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: «Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!»"
Il ricordo del più grande dei prodigi compiuto dal Signore, cioè la liberazione dalla schiavitù egiziana, è diventato fondamento di un giuramento.
Su quell'evento decisivo si era giocata la predilezione di Israele davanti a tutte le genti e la credibilità di Dio che si era mostrato come il Signore dei Signori davanti agli aguzzini d'Egitto.

"Ma piuttosto: «Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!»"
Un prodigio nuovo sostituirà nei giuramenti il ricordo dell'esodo: il ritorno nella terra promessa dei deportati a Babilonia e degli altri esuli dispersi tra i popoli pagani.

Ecco che la fine dell'Esilio ad opera dell'imperatore persiano Ciro diventa la nuova roccia su cui poggiare la fede, il conforto che darà ad Israele la certezza che Dio non lo ha abbandonato.
Il popolo depresso e sconfitto per la distruzione del Tempio e della città santa, si ricompatterà come nazione e tornerà ad alzare la testa dalle tenebre in cui camminava.

"Costoro dimoreranno nella propria terra".
È la promessa fatta ad Abramo e agli antichi padri, è la certezza che poggia sulla fedeltà del Signore mantenuta viva dalla memoria e rilanciata con forza dai grandi profeti.
Queste parole di Geremia, così cariche di certezza, stridono con i nostri profeti contemporanei che vedono all'orizzonte solo catastrofi e la distruzione del creato ad opera dei disastri umani.
La pandemia è la fine di ogni speranza? Il 2020 è un anno da cancellare?
Niente di tutto questo! La Parola ci conforta e ci spinge a guardare oltre, con gli occhi dei profeti che, in tempi di deportazione, guerra e morte, vedevano e mostravano il nuovo che stava germogliando a favore del popolo. Perché l'orizzonte era Dio!

Anche per noi le profezie sono sempre valide e ci parlano su tre decisivi livelli: ci mostrano le opere con cui Dio ha beneficato il suo popolo con Abramo, Davide e col Figlio di Davide, Gesù Cristo; ci ridonano la forza di sperare quest'anno, oggi, nonostante la precarietà e la paura per un virus serpeggiante e nascosto che non controlliamo ma che non sfugge al potere divino; ci aprono alla meraviglia del progetto del Padre che attende tutta l'umanità nel suo abbraccio, quando il Figlio, nei suoi giorni, sarà il faro che illumina i figli dispersi per raccoglierli nella sua terra e nella sua pace.

Commenti

  1. "Susciterò a Davide un germoglio giusto". Ecco il linguaggio di ciò che rifiorisce. Una parola profetica mi mostra cosa guardare: un tenero germoglio. La vita che riprende fragile e vigorosa. Intorno l'inverno, al centro la primavera. Un germoglio vince su ogni rinsecchimento, su ogni vecchiaia, su ogni sterilità. Con Geremia sono felice di vedere. Oggi. In Dio ogni cosa rinasce, in ognuno torna la vita. L'ha vita vince. Un germoglio, un vagito, un piccolo passo, e via incontro a Colui che Viene. Benedetto giorno che riparte. Benedetto mio cuore che ricomincia ad amare. Benedetta vita che ancora fiorisce. Benedetto il Signore che ancora oggi mi è Padre e Madre.

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  2. "Costoro dimoreranno nella propria terra".
    Grazie Signore
    Donami fiducia in questa TUA presenza sempre
    della presa in carico
    Sono pesante,un macigno da dissolvere
    aiutami a credere che con TE farò quello che è più giusto!
    Amen

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  3. "..Costoro dimoreranno nella propria terra.."
    Benedetto sei Tu Signore per tutte le cose belle che ci annunci con la Tua Parola

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