Salmo del 3 dicembre 2019

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
Sal 72 (71),1-8

"1 Di Salomone.

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;

2 egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

3 Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.

4 Ai poveri del popolo renda giustizia,
salvi i figli del misero
e abbatta l'oppressore.

5 Ti faccia durare quanto il sole,
come la luna, di generazione in generazione.

6 Scenda come pioggia sull'erba,
come acqua che irrora la terra.

7 Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.

8 E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra".


Prendiamo la prima parte del Salmo 72 per meditare su questo re, personificazione della Sapienza che, nella visione biblica, ha i requisiti fondamentali per governare: la propria vita, una famiglia, un popolo.
Nei testi sapienziali spesso il re è il prototipo del cercatore di sapienza, forse perché sullo sfondo si staglia sempre la figura di Salomone, re sapiente per antonomasia.

"O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia".

Il nostro salmo è attribuito proprio al re Salomone ed è una preghiera affinché il dono di Dio, prezioso per governare, abiti stabilmente il suo cuore.
Diritto e Giustizia: in una parola capacità di discernimento, capacità cioè di distinguere l'illusione dalla realtà, per passare, dall'apparenza e dall'inganno, al vero. È un dono prezioso e basilare capace di orientare nelle scelte e sostenere nell'impegno che ne consegue.

"Egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto".

Ecco una caratteristica della sapienza biblica: il cuore, inclinato verso il povero, pronto a fargli giustizia.
I poveri, che non vede nessuno o che vengono allontanati quando mendicano vita, trovano solo nel sapiente la capacità di occuparsi della loro causa.

"Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia".

Qual è il dono da chiedere incessantemente e mai ricevuto a sufficienza? La Pace!
Il nostro cuore desidera la pace, se la vorrebbe ritagliare nel caos che disturba e confonde, ricerca modi sempre nuovi per attingervi ristoro. Eppure ne siamo sempre a corto, ci rendiamo conto di non averla e di non riuscire a donarla a chi amiamo.

Il salmista alza gli occhi verso i monti, dove sono i templi degli dei pagani e al monte più alto, quello del Dio vivente, affinché ne intraveda l'arrivo.
E il suo sguardo cerca segni di messaggeri di pace:

"Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio»" (Is 52,7)

Dai monti e dalle alture spesso arrivano i nemici: il fedele si augura che da lì venga solo il bene, che si diffondano canti di pacificazione e non il rumore di carri da guerra e grida di morte.

Seguono le caratteristiche dell'azione regale: rendere giustizia, salvare, abbattere.
Il re è il redentore del popolo, cioè colui che ristabilisce l'equità dopo un sopruso; il servo del popolo, segno del grande Re che libera e custodisce Israele senza riposo; il condottiero che nella battaglia sgomina il nemico e protegge il suo esercito.

"Ti faccia durare quanto il sole,
come la luna, di generazione in generazione".

La longevità era segno (per gli antichi) del favore divino. E gli astri sono immutabili nel cielo, nel ciclo dei giorni e delle notti che si avvicendano.
Al contrario dei regnanti che sempre si sono caratterizzati dal loro strapotere distruttivo, è significativo che a questo re si auguri di governare a lungo: il suo non è un potere usurpato, ma che rende potente un popolo intero.

"Scenda come pioggia sull'erba,

come acqua che irrora la terra".
Bellissima immagine di come l'azione del re per il suo popolo debba essere delicata e vivificante.
Non alluvione che inonda e distrugge, ma giardiniere rispettoso nel portare vita, coltivatore di ogni germoglio di bene, fragile ma prezioso.
La sua azione, come pioggia benefica che rende feconda ogni cosa, ricorda la similitudine di Isaia sulla Parola del Signore che realizza la fecondità per cui è stata pronunciata (cfr. Is 55,10-11).

"Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna".

Ecco il regno che cerchiamo: il giusto finalmente smetta di essere perseguitato e schernito e fiorisca a vita nuova, per rallegrare chi gli vive accanto. La pace abbondante e duratura sono segno di una regalità che supera la nostra idea di regno, come supremazia di un uomo su tutti gli altri. La Sapienza rende il nostro cuore luminoso della stessa luce di Dio, per questo chi cerca la sapienza è spesso proclamato beato.

"E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra".

Con uno sguardo a 360 gradi il salmista si augura, e per questo prega il Signore, che non ci sia angolo della terra privo di questi doni.
Forse proprio l'immagine di questo salmo ha ispirato le bellissime parole di Gesù ai suoi discepoli: "Mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra" (At 1,8).
Quello di Gesù è un desiderio di pace che solo il Regno di Dio può portare. Tutti sono chiamati a partecipare a questa regalità e la sua diffusione non lascia nessun angolo della terra e nessun cuore, senza questa sapiente volontà salvifica.

Commenti

  1. "lo Spirito del Signore e sopra di me, per questo mi ha consacrato con l unzione... Per annunciare si poveri un lieto messaggio... Per rimettere in libertà gli oppressi... Oggi si è adempiuta questa scrittura "( Lc. 418.19.21)

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  2. Un re giusto è fonte di pace per questo il salmista invoca per il futuro re - “il figlio del re” - giustizia e rettitudine. Il salmo ha un’indubbia tensione messianica poiché non si possono che applicare al Messia alcuni passi fondamentali: “Ti faccia durare quanto il sole, come la luna, di generazione in generazione”; “Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E domini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra”; “A lui si pieghino le tribù del deserto, mordano la polvere i suoi nemici ”; “In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato”. Il re è indubbiamente Davide, e il figlio del re è Salomone, ma la figura del re e i risultati del suo governo sono tanto alti e ampi da tratteggiare il futuro Messia, il figlio del re per eccellenza; certo, secondo la carne (Rm 1,3;Gal 3,16).
    (www.novena.it)

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  3. Questo salmo formula la convinzione che il re sia costituito da Dio come custode del diritto e della giustizia per il suo popolo. Popolo di Dio sono qui gli umiliati e i poveri. Il suo contenuto è una profezia messianica: il Dio dell’Alleanza avrà nel re messianico il coronamento della sua opera di salvezza. La visione del salmo 72 non si è realizzata pienamente con la prima venuta di Gesù. Infatti i cristiani attendono ancora. Il mondo resta ancora nella tribolazione e anche la chiesa, benché santificata dal suo Signore, è e rimane ancora una chiesa di peccatori. Il cristiano vigilante attende con impazienza e nostalgia la venuta finale del Cristo: “Signore nostro, vieni!” (1Cor 16,22).
    (www.fcrosti.com)

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  4. v.8: “E dominerà…”: si delineano le frontiere del regno ed anche si accenna all’estensione del dominio regale: “da mare a mare… dal fiume…” cioè dal Mar Rosso (Sud) al Mar Mediterraneo (Nord); “dal fiume” (= Eufrate) (Est), “fino ai confini della terra” (= Ovest). Sono gli orizzonti ideali del regno di Davide e di Salomone (Sal 80,12; 1Re 5,1.4-5), ed è la promessa fatta ad Abramo che si avvererà per il sovrano. L’orizzonte infinito di questo regno, che abbraccia tutti e quattro i punti cardinali, favorirà l’interpretazione messianica del salmo.
    (www.figliedellachiesa.org)

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