Prima lettura dell'8 febbraio 2023

Lo pose nel giardino
Gn 2, 4b-9.15-17

"Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire»".


Ecco un'altra prospettiva con cui guardare all'umanità e al mondo. Ieri abbiamo letto il primo racconto della genesi della creazione, oggi la liturgia ci propone il secondo che aggiunge nuove tessere al prezioso mosaico che l'aurore biblico vuole farci contemplare.
Chi è l'uomo perché il Signore abbia così tanta cura per lui? Questa la domanda del Salmo 8. In queste poche righe una bella risposta.

"Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare".
Per prima cosa una certezza: ciò che vediamo e che ci colpisce per la sua meraviglia, diversità e spettacolare armonia, è opera di un creatore accorto, giardiniere e artista insieme. Il Signore prepara uno splendido giardino, non solo con una flora bella, ma anche buona.
Infatti non è solo estetica da contemplare ma nutrimento da gustare, possibilità di vita, culla preparata per accogliere l'umanità nascente.
Nell'ebraico giardino, parco, si dice "pardeš", da cui la nostra parola "paradiso". Interessante questa etimologia perché il nostro termine indica il luogo riservato dove andranno i "bravi" dopo la morte, mentre per la Genesi è il luogo per tutti, fatto per godere la vita oggi e viverla in fecondità.

"E l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male".
Due alberi si notano in particolare in questo meraviglioso giardino: quello della vita e quello del bene e del male. Sono entrambi al centro del giardino.
Vita e conoscenza: così necessari all'uomo che tenterà di rubarli mentre il Signore lo vuole educare e preparare a riceverli in dono.

"Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse".
Appena ha aperto gli occhi alla vita, l'uomo, come un bambino, è preso e introdotto nella casa accogliente e preparata con ogni confort.
L'umanità qui è vista come cooperatrice del Padre nel continuare il suo custodire e coltivare, ma anche nella sua fragilità da proteggere.
Nessuno può vivere da solo: dalla nascita c'è bisogno di chi prepari un posto, di chi accolga, di chi dia cibo e bellezza affinché cresca una vita degna di questo nome.
L'uomo non è fatto per l'aridità del deserto, non è fatto per la morte, non è fatto per rimanere tra quattro mura e solo.
È il giardino, con ogni ben di Dio, la terra in cui è destinato a vivere!
Perché il Signore ci tiene a lui. E in questa terra ognuno ci deve stare con la dignità e la preziosità di chi coltiva e custodisce. Così il Signore ci eleva alla sua dignità e ci vede nel rapporto con l'intera creazione.

La Genesi scopre i germogli fondamentali del nostro cuore e li fa crescere spinti dalla forza che il Signore ha impresso come DNA in ognuno di noi.
Per questo, ogni volta che l'ascolto mi prende profondamente! Sarà che sono madre di due figli meravigliosi e che da prima che nascessero ho sentito il bisogno di preparargli un posto migliore del mio, più accogliente possibile e più bello e ricco di possibilità per esprimersi in tutte le loro capacità.
Sì, sento che chi ama prepara un paradiso al nuovo che sboccia, e scopre nello stesso tempo che il mondo è bello ed è necessario coltivare per renderlo più desideroso da vivere per sé e per i propri figli.
Nel Signore scopriamo la nostra immagine e somiglianza a lui e lo stesso desiderio di donare vita ci contagia e ci fa crescere nell'amore.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Gn 2, 4-9.15-17
Commento del 10/02/2021

Salmo 104 (103)
Commento dell'11/02/2019

e Salmo 104 (103), 1-2
Commento del 06/02/2023

Vangelo di Mc 7, 14- 23
Commento del 29/08/2021

Commenti

  1. "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse".
    Grazie Signore per questo primo dono
    Dall'inizio si scopre la TUA certosina attitudine al dare gratis ,stupendo
    Di questo devo esserne geloso,custodirlo e farlo vivere a chi non sa....
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  2. "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse".
    Un giardino fatto apposta
    per accogliere l'umanità.
    Un giardino da coltivare
    e custodire.
    Così il Signore sogna l'uomo
    e il suo mondo.
    "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse".
    Sono ospite del mio giardino interiore.
    Sono il custode del giardino
    del mio spirito.
    Ho il compito di coltivare
    il giardino che fiorisce
    nel mio cuore.
    "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse".

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