Vangelo del 14 febbraio 2023
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa! Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: È vicino a voi il regno di Dio»".
Gesù manda i discepoli; sono gli ambasciatori della sua visita, preparano l'accoglienza al Messia che viene.
È una mossa educativa di Gesù, che prepara i discepoli all'annuncio, quando dovranno farlo senza la sua presenza fisica, e come aiuto per il cuore del popolo a svegliarsi davanti al nuovo preparato da Dio.
Ma anche per noi è un'indicazione preziosa: l'ascolto della Parola va preceduto da una preparazione, da un tempo che fa da cuscinetto tra gli impegni di ogni giorno e il tempo dedicato alla sintonizzazione col Signore.
L'ascolto non si improvvisa perché è così difficile mettere la propria attenzione in coloro che ci parlano e gli affari o le preoccupazioni della vita ci distraggono facilmente.
Una città dove Gesù sta per recarsi non deve essere presa in "castagna" per mettere un insufficiente se manca l'attesa messianica!
Va anzi preparata al dono incommensurabile della pace che suona sempre con sospetto nelle nostre orecchie diffidenti e in guerra con tutti.
Tra le indicazioni che Gesù da ai suoi messaggeri, una riguarda proprio il saluto di pace tipico dell'ebraismo.
"In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa!"
Shalom, pace in ebraico, indica la pienezza dei doni di Dio, la pacificazione definitiva, l'inizio di un tempo nuovo nella relazione con Dio e i fratelli.
È un saluto fattivo, una benedizione fatta dalla fede che produce il suo pieno frutto se accolto nella fede.
"Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi".
Ci sembra strana questa indicazione che Gesù dà ai suoi.
Ma non lo è. Figlio della pace è colui che ha accolto il dono della pace e fa a sua volta gesti di pace, apre la bocca e porta pace ai suoi amici.
In ogni caso il saluto benedicente non è mai perso. Ritorna su chi lo fa perché augurare pace è prima di tutto importante e vitalizzante per gli annunciatori del Regno.
Per chi vive una guerra in famiglia o anche solo nel suo intimo, sentire parlare di pace può fare reagire con violenza. Infatti troppo importante è la pace, troppo dolore non viverla!
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 13,46-49
Commento del 14/02/2022
Salmo 117 (116)
Commento del 14/02/2020
Vangelo di Lc 10,1-9
Commento del 26/01/2021
"Pace a questa casa!"
RispondiEliminaÈ il regalo più atteso.
È il regalo più prezioso.
È il regalo dello Spirito.
"Pace a questa casa!"
Per ogni casa.
Per ogni cuore.
Per ogni tempo.
"Pace a questa casa!"
"Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi".
RispondiEliminaDonami sempre la qualità nel contatto con i fratelli
Considerarli tali,sempre,a prescindere dal loro comportamento
Pace a tutti
Grazie
Augurare pace è augurare vita,si vive solo se dentro stai in pace,Signore dona pace anche a chi si ribella ad essa
RispondiEliminaI discepoli tutti , quelli di un tempo passato , quelli di questo tempo e quelli che saranno operano sempre per il bene comune se hanno in loro la Parola radicata nel cuore fidandosi di essa, il loro operato è salvifico , perché curano .
RispondiEliminaHo tanto amici fratelli che ancora oggi entrano nella mia casa e mi dicono pace a questa casa e difatti la portano . Benedico il Signore.
In tante battaglie della vita, dove trovare pace? Solo nell'ascolto della Parola, solo nell'abbraccio sincero di una persona cara, nello sguardo di un amico
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