Prima lettura del 4 febbraio 2023

Il Pastore grande delle pecore
Eb 13,15-17.20-21

"Fratelli, per mezzo di Gesù offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.
Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.
Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi.
Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen".


Alla fine del percorso di meditazione che la lettera agli Ebrei ci ha offerto in questi giorni nella liturgia, troviamo un meraviglioso saluto-benedizione in stile paolino, che fa bene al cuore e porta tanta consolazione.
Leggo sempre con piacere queste parti delle lettere del Nuovo Testamento che contendono piccoli tesori di teologia e di spiritualità.
I saluti benedicenti e l'augurio che i fratelli possano vivere nel bene e nella gioia, accrescono la consapevolezza di essere tutti insieme nelle mani del Signore, colmi dei doni che ognuno porta alla comunità.

"Il Dio della pace".
Il nostro Dio è Padre, autore e sorgente della vita, fautore di pace nel senso più totalizzante per noi: è pienezza di vita, è progetto compiuto, è gioia senza ombre, è vita senza tramonto.
Dio è sorgente della pace, il protagonista principale di ogni cosa e di ogni evento nella vita di Gesù e di tutti i figli.

"Che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore".
Il terrore più grande che coglie il nostro cuore è perdersi per sempre, essere in balia della morte ed essere privati di tutto ciò che amiamo.
Ma nel Figlio risorto avviamo la certezza della consolazione per tutti: il Padre non lo ha abbandonato nella morte e non abbandonerà noi!
Non poteva creare l'umanità a sua immagine e somiglianza e poi permettere che la morte la allontanasse da lui.
Non poteva mandare il Figlio per prendersi cura dell'umanità malata e sbandata, senza un pastore, senza salvezza e poi lasciare che il suo progetto andasse in fumo.
Trarre dalla morte alla vita è un'opera che il Signore compie continuamente, instancabilmente, perché il Figlio, Via, Verità e Vita, fosse il Pastore bello che riconduce ogni pecora dispersa alla sua dimora.

"In virtù del sangue di un'alleanza eterna".
Il sangue della Nuova Alleanza, quello del vero Agnello pasquale, è il fulcro dell'opera salvifica del Padre.
Nessun uomo e nessuna donna potrà mai temere dal Cristo che è arrivato a spendere tutto per amore, che ha donato la sua vita per stringere un vincolo indissolubile con ogni mortale, tratto dalla fossa come lui.
La Pasqua non è solo di Gesù, ma coinvolge, con la sua forza liberante e salvifica, l'intera umanità.

"Il Signore nostro Gesù".
Gesù è il "nostro" Signore. Siamo legati a lui, gli apparteniamo, siamo suoi per questo lui è nostro. E' tutto del Padre ed è tutto nostro.
È meraviglioso poter dire "Il Signore nostro Gesù"!
Fa percepire tutta la bellezza e la vicinanza di Dio nella mia vita.

"Vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà".
Ora ecco la benedizione: il Dio della pace ci dona forza perché il nostro impegno per il bene non fallisca e non venga meno in noi il desiderio di arrivare al bene.
Ogni bene porta vita alla nostra esistenza, non è mai inutile impegnarsi per il bene.
E' una benedizione molto bella, che ci raggiunge proprio nelle nostre incapacità ad essere i discepoli che vorremmo, che ci sprona a non perdere la speranza di essere "santi e immacolati al suo cospetto nella carità" (Ef 1,4).
Non è per merito nostro, per la bravura che viene dalle nostre possibilità, ma è frutto della sua volontà: il Padre ci vuole nel bene più completo e ci vuole tutti!

"Operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo".
Gesù Cristo ci permette di restare uniti a lui e quindi di compiere la volontà del Padre per forza sua.
Quando ci domandiamo quale sia la volontà di Dio, ci venga in aiuto questa benedizione della Lettera agli Ebrei: al Padre è gradito vederci nella pace, saperci al sicuro da ogni male, abitare con lui e godere della sua presenza.
Per mezzo del "Pastore grande delle pecore" ci specchiamo nel Padre e siamo condotti alla pienezza dello Spirito, amore e salvezza per ogni vivente.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Eb 13,15-17.20-21
Commento del 06/02/2021

Salmo 23 (22)
Commento del 22/03/2020

Vangelo di Mc 6,30- 34
Commento del 18/07/2021

Commenti

  1. "Il Dio della pace".
    È il mio Dio.
    È il Dio che tutti attendono.
    È il Dio che porta il dono.
    È il Dio che è tutti i doni.
    "Il Dio della pace".
    È il Dio della vita.
    È il Dio della gioia.
    È il Dio della speranza.
    È il Dio di oggi e sempre.
    "Il Dio della pace".

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  2. Perché possiate compiere la sua volontà!
    Si
    Col TUO aiuto mi è possibile,basta seguirti,desiderare di starti appresso
    Fammi sempre innamorare di TE,continuamente
    Così sia

    RispondiElimina

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