Vangelo del 17 marzo 2024

Tu che ne dici?
Gv 8,1-11

"In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.

Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna a sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.

Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più»".


È paradossale che i poveri, gli emarginati, i "colpevoli" della storia di una nazione, ricevano attenzioni solo per essere additati come capri espiatori dei guai di tutti.

Solo in questo caso qualcuno se ne ricorda, per affossarli ancora di più con la violenza sociale e lo spregio della loro dignità.

È il caso di questa donna scoperta in flagrante adulterio.

A chi importa il destino di una donna simile, che bene comune si può procurare portandola in pubblica piazza, e davanti al Maestro di Nazareth, per il suo peccato?

Gesù viene interpellato dagli scribi e dai farisei affinché esprima una sentenza, a partire dalla legge di Mosè. 

L'unico scopo è quello di condannare, insieme alla donna, anche Gesù.


"La posero in mezzo".

Ecco che al peccato scoperto e dichiarato davanti a tutti, si aggiunge la lapidazione, prima di tutto morale, la marchiatura a ribelle della legge di Dio.

Posta nel mezzo diventa il parafulmine delle ire dei "giusti", vittima sacrificale, prima ancora di essere raggiunta dalle pietre, di un sistema giuridico contrario alla dignità umana.


"Gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio".

È inutile negare che la donna è sempre stata il sesso debole, non tanto per i muscoli, ma per l'essere sottoposta in tutto al dominio maschile.

Solo la donna viene portata di fronte al maestro. E l'uomo che stava con la donna dov'è?

Il peccato ricade sul più debole, la condanna su chi non può difendersi, la morte su chi è il bersaglio del disprezzo di tutti.


"Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa".

Davanti all'autorevolezza della legge di Mosè nessuno poteva pronunciare sentenze diverse.

La donna è portata al cospetto di Gesù, che insegna nel tempio l'amore di Dio, affinché, nel nome del Dio di Mosè, muoia!

È assurdo che Dio possa comandare di uccidere i suoi figli! Non è sicuramente la posizione di Gesù, non sarà mai la volontà del Padre.


"«Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo". 

Quella richiesta di parere è un vero e proprio processo. La risposta di Gesù, se si fosse discostata dalla legge di Mosè, sarebbe stata la sua condanna a morte.

Dimenticata la donna, adesso lo zoom è sul Maestro.

Lui è la nuova vittima sacrificale usata per salvaguardare il potere di chi si sentiva minacciato da un annuncio nuovo.

La tensione si tocca con mano, tutti attendono i gesti che farà, le parole di sentenza che "devono" essere per forza mortali!

Ma Gesù sfugge alle loro trame, come aveva fatto quando lo volevano buttare dal precipizio di Nazareth (Lc 4,29-30).

Sono già lì pronti ad agguantarlo per portarlo davanti al tribunale del sinedrio, ma lui, con una sapienza disarmante, salva se stesso e la donna.


"Tu che ne dici?": questa domanda sia sulla bocca e nel cuore di tutti i fedeli.

La Parola non và manovrata a proprio piacimento, il discernimento non può essere inquinato da interessi e mire distruttive.

Torni ad essere necessario per ognuno di noi fermarsi e chiedere al Cristo Gesù la via della verità, l'unica che porta, nonostante tutti i nostri peccati, alla misericordia, alla clemenza e alla salvezza.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:


Prima lettura di Dn 13,1–9.15–17.19–30.33–62

Commento del 27/03/2023


Salmo 23 (22),5

Commento del 22/02/2024


Vangelo di Gv 8,1-11

Commento del 22/03/2021


Commenti

  1. "Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa".
    Un comandamento di morte.
    La Parola di vita che porta morte?
    La Parola di Dio che spinge all'assassinio?
    La Parola di vita che non lascia scampo?
    La Parola di vita che nega speranza?
    Ho bisogno di Vangelo.
    Ho bisogno di riconciliazione.
    Ho bisogno di Gesù!

    RispondiElimina
  2. Chi di voi è senza peccato!
    Ecco.
    Allontana da me tutto ciò che è giudizio.........
    fammi cancellare questo termine dal mio vocabolario
    Amen

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  3. Signore
    abbi pietà di noi,
    annega i nostri giudizi
    nella Tua Misericordia di Padre

    RispondiElimina

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