Preconio della notte del 30 marzo 2024 - Veglia di Pasqua

Canto tratto dal Preconio Pasquale
Stella che non conosce tramonto

"Ti preghiamo, dunque, o Signore, che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare l’oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne.

Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo.
Lo trovi acceso la stella del mattino,
quella stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti
fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli".


La liturgia della veglia di Pasqua è l'irrompere della luce nella mestizia che ha lasciato i fedeli, in silenzio e senza canti dopo la liturgia del Venerdì Santo.
In effetti non c'è liturgia nella Chiesa che non sia intrisa di Pasqua e il Venerdì Santo non fa eccezione.
Ma rimane il forte annuncio della Passione a risuonare nei cuori, come assurdità per il rifiuto del bene che il peccato ci porta a compiere.
Così in tutti cresce l'attesa della ricca liturgia della notte con l'apertura del fuoco nuovo a dissipare le nostre tenebre.
E' tutto un tripudio di simboli: il cero acceso al fuoco benedetto viene accolto nella chiesa al buio e la sua luce vince le tenebre e annuncia la vittoria pasquale, la risurrezione da morte di Gesù.
Fin dal IV secolo questo canto di esultanza impreziosisce la celebrazione della "madre di tutte le veglie" come l'ha definita Sant'Agostino.
Il preconio, da cui è tratto il brano di oggi, è un solenne e gioioso annuncio del Cristo, prima lode che rompe il silenzio, che innalza i cuori e li introduce nella luce crescente, quella della vita che squarcia il velo tetro della morte.

"Ti preghiamo, dunque, o Signore, che questo cero,
offerto in onore del tuo nome
per illuminare l’oscurità di questa notte,
risplenda di luce che mai si spegne".

È la fede nel Cristo risorto che fa guardare al cero come segno di speranza: la risurrezione è un fatto, un'esperienza che fa parte dell'umano, entrata nella storia e ormai parte di noi.
Col preconio tutti pregano che il cero pasquale porti la luce che mai si spegne, la luce senza tramonto, che è la luce divina.
Il desiderio e la speranza dei fedeli sono orientati verso "la luce vera,
quella che illumina ogni uomo" (Gv 1,9) e il cero ne rischiara la via.

"Salga a te come profumo soave,
si confonda con le stelle del cielo".

Nella notte il profumo del cero e del fuoco nuovo, profumato d'incenso, sale fino al Signore e con lui anche il nostro cuore sale e ritrova il cielo stellato, la promessa della vita che non muore, l''essere parte di quella discendenza d'Abramo che supera i millenni e arriva al Padre.
La luce effimera di un semplice cero ci ricorda il nostro Battesimo, immersione nella luce eterna del Figlio che è passato dalla morte alla vita.

"Lo trovi acceso la stella del mattino".
Già per i primi cristiani la veglia di Pasqua iniziava a notte fonda e si prolungava sino alle prime luci dell'alba con un lungo annuncio di tutte le Scritture che profetizzano e si compiono nel Cristo.
Il cuore viene confortato scoprendo che tutto era nella volontà del Padre, il lungo cammino aveva una meta unica e risolutiva.
È il passaggio dalla notte al giorno, dalle tenebre alla luce il vero significato di questa particolare celebrazione.
La stella del mattino, qui evocata, è il pianeta Venere che sorge poco prima del sole, come sentinella che nella notte risveglia il desiderio dell'aurora.

"Quella stella che non conosce tramonto:
Cristo, tuo Figlio, che risuscitato dai morti".

Cristo risorto è la vera stella del mattino, stella senza tramonto, stella polare a cui guardare per ritrovare la strada, per indirizzarsi verso la verità della nostra esistenza.
Nella notte di Pasqua siamo noi che veniamo accesi, illuminati dal Cristo ci scopriamo figli della luce, dello stesso Spirito che è legame d'amore tra il Padre e il Figlio.

"Fa risplendere sugli uomini la sua luce serena
e vive e regna nei secoli dei secoli".

Con questa invocazione si conclude il canto del preconio. La comunità dei credenti si illumina e chiede che la luce della risurrezione rivitalizzi ogni uomo e ogni donna.
È chiamata luce serena, che porta cioè pace e pienezza in mezzo alle tante difficoltà e fatiche della vita, il sorriso possibile che apre i nostri occhi a riconoscere la luce che finalmente risplende fra noi.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Preconio Pasquale
Commento del 16/04/2022

Meditazione Sabato Santo del 20/04/2019

Prima lettura di Gn 1, 1-19
Commento dell'08/02/2021

Vangelo di Gv 19, 38-42
Commento del Sabato Santo del 11/04/2020


Commenti

  1. "Lo trovi acceso la stella del mattino".
    È detto del cero pasquale.
    Lo dico di ogni mio desiderio,
    di ogni mia speranza.
    Che nessuna notte
    spenga la fiducia
    e la gioia di servire.
    "Lo trovi acceso la stella del mattino".

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  2. Fa risplendere sugli uomini la sua luce serena!
    Grazie Signore
    dona a tutti ,tutti la TUA LUCE!
    E pace nei cuori!
    Quindi,pace sempre per tutti!
    Pace nei cuori,per questo ti prego!
    Amen

    RispondiElimina

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