Vangelo di domenica 17 marzo 2023

Lo glorificherò ancora

Gv 12,20-33


"In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 

Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 

Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 

Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.

Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». 

Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». 

La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire".


Ci avviciniamo sempre più alle celebrazioni pasquali e la Parola di Dio si focalizza sulla morte gloriosa del Cristo. 

Entriamo oggi in un brano del capitolo 12 di Giovanni al cui centro c'è il sacrificio come portatore di frutti di vita. Non è una morte inutile, insensata, ma feconda e benedetta, che guarisce la nostra vita dalla definitività dell'abbandono, dall'ineluttibilità della fine. 

Gesù vive nel Padre, il suo posto è lì e chi vuole vedere Gesù lo trova nella direzione del suo sguardo.

Ma questo non toglie il turbamento per la morte ormai vicina. 

Lo dice lui stesso a chi lo cerca: "Dove sono io" ed è il luogo del servizio, della perdita da ogni avere e da ogni pretesa di gloria personale.

È vicino alla passione e trova conforto in quello che lo ha accompagnato sempre: l'abbraccio divino.


"Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora?".

Il Vangelo ci fa assistere al combattimento interiore del Maestro che non viene negato ai suoi discepoli. 

Davanti alla morte la prima ovvia reazione è di voler fuggire. Gesù sente la stessa spinta ma la pone come interrogativo davanti al Padre. 

Il suo animo è turbato, schiacciato dall'angoscia. Come vivere anche quest'ora se non nell'attaccamento a chi ama, tornando con il cuore al luogo dove lui ha sempre dimorato?


"Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora!". 

Gesù è consapevole che per la sua missione deve attraversare la porta stretta, in cui è necessario lasciare tutto dietro, nudo, senza nessun attaccamento vitale, molto di più che senza bisaccia col cibo, nè borsa per i soldi, né sandali per essere sicuro di procedere (cfr. Lc 10,4). 

Tutta la sua vita è preparazione a questo fondamentale appuntamento, come uno sportivo che si prepara ogni giorno per arrivare all'apice della vittoria.

Per questo è venuto, per la salvezza dell'umanità!

Per questo ha preso carne e vita nostra, per questo illumina da dentro la terra come unico seme che deve marcire per diventare spiga, affinché l'uno diventi tutti.

L'ora di Gesù è la festa, il momento in cui si manifesta l'amore infinito del Padre per noi e per il nostro riscatto. 

E' l'ora della gloria di Dio, l'unica che libera dalle inutili glorie umane che sono veramente mortali a tutti i livelli, per i fratelli e per noi. 


"Padre, glorifica il tuo nome". 

La preghiera sfocia nell'invocazione. Nel suo percorso interiore Gesù ha la tentazione di chiedere al Padre di non arrivare ad una meta così dolorosa.

Ma la necessità che la gloria si manifesti, che il suo amore infinito e immeritato sia visibile a tutti, lo spinge a pregare che si realizzi presto.


"Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!»". 

Ancora una volta la voce del Padre conferma il Figlio, il Cristo come Salvatore. 

Non è il suo nome che Gesù vuole glorificare, ma il Padre: "gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome" (Fil 2,9).

La risposta che il Figlio chiedeva è arrivata: donato al mondo, liberato da ogni fardello per librarsi in volo e raggiungere i cuori di tutti.

È la via del Padre, è il suo progetto di salvezza. E Gesù fa la sua volontà, si libera da ogni legaccio, da ogni paura e va incontro alla gloria.


Link di approfondimento alla liturgia del giorno:


Prima Lettura di Ger 31,31-34

Commento del 04/08/2022


Salmo 51 (50),3-4

Commento del 21/02/2024


Seconda lettura di  Eb 5,1-10

Commento del 16/01/2023


Vangelo di Gv 12,24-26

Commento del 10/08/2022


Commenti

  1. "Padre, glorifica il tuo nome".
    È la preghiera di Gesù.
    È la vita di Gesù.
    È la morte di Gesù.
    "Padre, glorifica il tuo nome".
    Padre di Gesù.
    Padre nostro.
    Padre mio.
    "Padre, glorifica il tuo nome".
    La gloria è il suo amore per noi.
    È il suo amore senza limiti.
    È il suo amore senza esclusioni.
    "Padre, glorifica il tuo nome".

    RispondiElimina
  2. Proprio per questo sono giunto a quest'ora!
    Si
    E davanti a questo DONO totale,immenso,UNICO
    devo solo accogliere!
    Muto,ringranziando!
    Grazie papà

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019