Vangelo del 26 ottobre 2023

Portare pace sulla terra?
Lc 12, 49-53

"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera»".


Alcuni detti di Gesù ci mettono in imbarazzo. Come è possibile pensare a lui come chi porta guerra e non pace, come il divisione e non il mediatore di riconciliazione? È il linguaggio dei profeti che non ci è troppo familiare. Compito di ogni inviato di Dio non è garantire la staticità della storia senza disturbarla, senza scomodare equilibri voluti dall'alto, da chi vorrebbe avere in mano il destino dell'umanità, manipolandolo.
Ogni profeta, ogni annunciatore del Regno porta una novità, una forza, un dono che scompagina il vecchio "ordine", che è solo imposizione, e apre con forza alla novità che germoglia proprio ora (cfr. Is 43, 19) spezzando ingiustizie e menzogne.
Il linguaggio è sconcertante e ricorda quello di Paolo:
"Quando si dirà: «Pace e sicurezza», allora d'improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà" (1Tes 5, 3).
Allora forse il giorno del Signore viene a svegliare da un'illusione mortale, quella che coltiva chi vive nell'agiatezza e detiene un potere. Ma per i milioni di persone che subiscono una guerra, una dittatura, persecuzioni e bombe sulle loro case, il messaggio è di grande consolazione: Dio non si rassegna allo stato delle cose attuali ma crea continuamente un nuovo che ci faccia essere sempre più nella libertà dei figli, nella pace vera che lui ci può dare.

"Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra?".
Gesù non è l'inviato del Dio rassicurante del "si è sempre fatto così", per garantire quell'armistizio tra due guerre che noi uomini amiamo tanto perché lascia le cose così come sono, perché ci siamo abituati a stare abbastanza comodi.
In questo mondo ingiusto non ci potrà mai essere pace dettata da accordi internazionali, se le due forze in causa non sono quelle degli stati in lotta che devono trovare modi e tempi di dialogo. Ma alle superpotenze preme che si facciano conflitti per vendere armi all'una o all'altra fazione, per accaparrarsi fonti energetiche a basso costo.
Noi, con i nostri mezzi, sogniamo pace e portiamo guerra, vorremmo disarmo e accendiamo focolari di discordia.
C'è bisogno di un passaggio, di una Pasqua, affinché gli ultimi siano i primi; i potenti siano rovesciati dai troni e gli umili innalzati.

"No, io vi dico, ma divisione".
Il Cristo smaschera le finte convinzioni di benessere, costringendoci a venire allo scoperto, a prendere posizione davanti ad una Parola che svela il nostro peccato e il nostro egoismo.
La nostra tranquillità sociale è spesso fondata sull'apparenza e sulle convenzioni, bada all'aumento dello spread e dimentica che vicino ai nostri confini si sganciano missili e si distruggono case e famiglie.
L' annuncio del suo perdono immeritato e infinito di Dio, disturba il sonno dei benpensanti, dei "giusti" che a questo mondo ingiusto ormai si sono adattati e ci guadagnano per mantenere i loro comodi.
Il Cristo non rompe l'armonia, ma fa sorgere quella vera che neanche noi immaginiamo possibile.

"D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera".
Un elenco di relazioni vitali indica dove agisce l'annuncio del Vangelo.
Davanti a Gesù niente e nessuno rimarrà come prima. I nuovi legami avranno tutti al centro la relazione con Gesù, nell'amore e nella verità, e questo produrrà un bel terremoto nella nostra ipocrisia.
Il nuovo di Dio vince ogni resistenza, portando a inevitabili divisioni; la spada a doppio taglio della Parola penetra e fa vero discernimento, smascherando ciò che è destinato a perire per sempre, l'arrivismo, il potere, l'oppressione dei più deboli.
Ciò che rimane, l'amore del Padre, è un germoglio piccolo che spacca la sterilità del deserto; sembra soccombere davanti a tanto odio, ma è l'unico che non avrà mai fine.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Rm 6, 19-23
Commento del 21/10/2021

Salmo 1
Commento del 18/02/2021

Vangelo di Lc 12, 49-53
Commento del 24/10/2019


Commenti

  1. "Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione".
    Parole dure?
    Parole di discernimento.
    La pace dove tutto è uguale a tutto, dove tutto fa brodo, non è pace.
    Discernimento, distinzione, realtà, chiarezza, questo porta verso la pace.
    "Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione".
    Gesù è il sasso nello stagno della mia vita.
    Gesù è la goccia che fa traboccare il mio vaso.
    Gesù è la luce che rischiata le mie tenebre.
    "Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione".

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  2. Gesù disse:
    Tutto è funzionale alla mia qualità di vita,QUANDO ho speranza ,sempre;
    TU mi porti sempre con mano,sempre ....
    in tutte le lotte quotidiane per far emergere SOLO il buono che hai TU messo in me!
    Amen

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