Prima lettura di domenica 14 dicembre 2025
Is 35,1-6a.8a.10
"Si rallegrino il deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la steppa.
Come fiore di narciso fiorisca;
sì, canti con gioia e con giubilo.
Le è data la gloria del Libano,
lo splendore del Carmelo e di Saron.
Essi vedranno la gloria del Signore,
la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche,
rendete salde le ginocchia vacillanti.
Dite agli smarriti di cuore:
«Coraggio, non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a salvarvi».
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Ci sarà un sentiero e una strada
e la chiameranno via santa.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
Questo nostro mondo, con le sue megalomanie da invincibili e all'opposto le sue catastrofiche predizioni di distruzione per la stupidità umana, può essere salvato solo da profeti che vedono oltre l'apparenza, che sperano senza sosta e credono all'Amore, quello vero, quello che assume tutta l'umanità e la salva.
I testi di Isaia sono comprensibili e amati da tutti perché trasmettono il linguaggio della poesia e del canto. Sembra fuori luogo parlare così al mondo "civilizzato" che crede solo alla razionalità e alla scientificità dell'esistente, eppure cantare la possibilità di rallegrarsi, guardare un deserto fiorire è uno sprazzo di stupore che coglie piacevolmente ogni cuore.
Il profeta è colui che ci sveglia dall'illusione per indirizzarci alla speranza, che distoglie gli occhi da false potenze umane per concentrarsi sulle possibilità in Dio, sulla sua fedeltà.
sì, canti con gioia e con giubilo.
Guardare un fiore sbocciare è una gioia per gli occhi e il cuore. Isaia ci spinge a soffermarci con questo stesso spirito la nostra storia e la storia del mondo. Agli occhi del Signore tutto sboccia nella verità dell'esistenza, tutto inizia e non finisce con la morte.
lo splendore del Carmelo e di Saron".
I simboli di fecondità e bellezza vengono ricordati affiancandoli alla fioritura nel deserto dei narcisi. Sono fiori semplici ma dal colpo d'occhio incredibile, specialmente nel deserto che, inondato dalle piogge primaverili, improvvisamente diventa verde e punteggiato da fiori col profumo penetrante e inconfondibile.
Il monte Carmelo è quello sul quale il profeta Elia difese la purezza della fede d’Israele dall'idolatria che sgretolava l'identità di popolo votato al Signore.
La nostra vita è così, la promessa non fallisce: ci è data la gloria accordata dal Padre alle terre lussureggianti, splende su di noi lo splendore della grazia che ci toglie dalla falsità e ci riempie di gioia.
Tutto ci è dato dalla fedeltà del Padre che ha suscitato profeti per sollevare il nostro spirito come un fiore a primavera, in attesa della pienezza della liberazione.
Commento del 15-12-2019
Vangelo di Mt 11,2-11
Commento del 11/12/2022

Coraggio, non temete!
RispondiEliminaQuesto mi viene ANNUNCIATO;
questo devo ,a mia volta,annunciare!
Non temere,mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
"Canti con gioia e con giubilo".
RispondiEliminaLa morte ci toglierà la parola,
ma non potrà toglierci la gioia
di cantare felici per l'eternità.
Gioia e giubilo, felicità senza fine.
Solo il Signore è capace di tali doni.