Prima lettura del 7 giugno 2021

Ci consola in ogni nostra tribolazione
2Cor 1, 1-7

"Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acàia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.
Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione".


La Seconda lettera alla comunità di Corinto inizia sotto il segno della "consolazione" che nella Scrittura non è, come si potrebbe pensare, la pacca sulle spalle per infondere coraggio.
La consolazione del Padre è un profondo moto di compartecipazione con le nostre sofferenze, una com-passione che nasce dal suo guardarci e ascoltarci e diventa azione concreta di liberazione.
Se pensiamo all'invito profetico di Isaia: "Consolate, consolate il mio popolo" (Is 40, 1) possiamo dire che l'apostolo raccolga, nella sua opera di evangelizzatore, proprio questa missione, annunciando la consolazione che viene dal Padre e divenendo tramite di consolazione per le sue comunità che fanno fatica nel cammino di fede.

"Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acàia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo".
Nello stile di Paolo, introduzione e saluto sono biglietti da visita: l'apostolo si presenta e rivela chi sono gli interlocutori per lui.
Egli si annuncia come apostolo, al pari dei dodici, chiamato a questo compito da una preziosa e particolare manifestazione della volontà di Dio. Egli non si rivolge ad estranei, ma a fratelli e li chiama "santi" perché credenti e battezzati. Paolo non è solo; lo accompagna Timoteo, discepolo fidato dell'apostolo e suo compagno nella missione.
L'augurio iniziale è il desiderio che tutti siano ricolmati della grazia e della pace che vengono dal Padre tramite Gesù Cristo.

"Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione!"
L'apostolo benedice il Padre, che è per definizione colui che consola. Egli è la fonte sempre copiosa di un misericordioso conforto, colui che rassicura l'umanità spaventata dalla morte e dalla paura di perdere l'amore di Dio e dei fratelli.
Ogni sua Parola, annunciata dal Cristo, ha una meta: convincerci di salvezza! Tutto ci è dato nel Figlio e l'eredità d'amore ha la garanzia a Vita, la sua che è per sempre.

"Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio".
In Dio è la sorgente della consolazione, ed è un fiume in piena; condividendola si moltiplica tra i fratelli dissetando la sete di ognuno.

"Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione".
Bella questa parola che ci garantisce che la nostra partecipazione alle sofferenze del Messia saranno seguite da una abbondante consolazione.
Il Signore non è avaro nei suoi doni e annunciarlo a persone sofferenti è già consolante.

"Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo".
Sofferenza e consolazione sono parte integrante del nostro vissuto. Le sofferenze causate anche dal testimoniare la fede sono abbondantemente compensate dal Signore che non abbandonai suoi figli nell'ora della prova.

"La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione".
Paolo trasmette la sua profonda convinzione di fede: la momentanea sofferenza sarà superata dalla sovrabbondante consolazione offerta dal Dio amore.
Se il cammino con i fratelli è colmo di sofferenza, il ritorno sarà gioioso e nella comunione, carico del frutto della consolazione vicendevole (cfr. Sal 126, 6).

Colpisce in questo brano che Paolo mai disgiunge la consolazione dalla sofferenza. Anzi, il dono della consolazione appare in tutta la sua grandezza solo nelle tribolazioni! Per questo arriva a dire che "ci consola in ogni nostra tribolazione"!
Il Signore non consola nonostante la sofferenza, ma proprio quando questa è presente.
E' una rivoluzione per la mentalità ebraica che vedeva nella sofferenza un castigo divino, ed è una buona notizia rivoluzionaria anche per noi che ci sentiamo soli e abbandonati se le giornate sono segnate da dolori e angosce.
Il Signore nella sofferenza si fa vedere, nelle nostre tenebre rifulge, nella nostra povertà consola!

Commenti

  1. "Egli ci consola in ogni nostra tribolazione".
    Ancora una volta la buona notizia.
    Ancora una parola di luce per il mio cuore dubbioso.
    Ancora una parola-pane per la mia fame di vita.
    Ho bisogno di consolazione, di quella vera.
    Il Signore è consolazione.
    Il Signore è consolatore.
    Oggi avrò tribolazioni,
    così è la vita.
    Oggi avrò consolazione,
    così è il Signore.

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