Prima lettura di domenica 13 giugno 2021

Faccio germogliare l’albero secco
Ez 17, 22-24

"Così dice il Signore Dio:
«Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò»".


Le parabole sono il modo caratteristico di parlare di profeti e sapienti. Gesù fa sua questa comunicazione perché immediata e incisiva.
Il profeta Ezechiele le usa spesso per aiutare chi lo ascolta a cogliere intuitivamente il messaggio profondo che vuole trasmettere. Israele è perennemente in crisi perché si sente la più piccola delle nazioni in mezzo a grandi colossi forti economicamente e militarmente. Il Signore la incoraggia, ricordandole che grandezza e fecondità sono nelle sue mani e non frutto di capacità umana.

"Così dice il Signore Dio".
Tramite il profeta il Signore parla al cuore del suo popolo per portare consolazione e nuova forza per affrontare le sfide del cammino. I profeti sono instancabili nel parlare nel nome del Signore perché è vitale per un popolo che è nato dall'ascolto e che di questo vive.

"Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele".
I cedri del Libano erano alberi colossali che colpivano e meravigliavano un popolo nomade e vissuto nel deserto che aveva a che fare per lo più con una vegetazione rada e bassa.
Israele si sente questa piccolezza che gli grava addosso, di fronte ai colossi che abitano al di là delle sue frontiere.
Eppure il Signore ha per Israele un futuro grandioso in preparazione, un germe di forza e maestosità che ha deciso di innestare nella precaria pianticella del popolo.
Con un'operazione che nessun agronomo farebbe, prende un getto dal punto più alto per chinarlo fino a terra ed elevare i suoi figli.
Il piccolo popolo riceve in dono il grandioso frutto dell'amore del suo Dio.

"Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà".

Da un piccolo ramoscello ne verrà un albero possente capace di ospitare tantissimi uccelli, bisognosi di frescura e riposo.
Dio parla di se stesso, vero riposo e consolazione di Israele, l'aquila madre che accoglie tra le sue ali il popolo figlio.
E Israele può cantare risollevato:
"in te mi rifugio;
mi rifugio all'ombra delle tue ali
finché sia passato il pericolo" (Sal 56, 2).


"Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò»".

La foresta, la creazione intera, partecipa meravigliata a questa vittoria inaspettata del più piccolo virgulto della terra.
Tutti i popoli continuano a stupirsi per l'attenzione che il Signore ha avuto per il suo amato popolo; una lingua di terra insignificante del pianeta ha avuto il privilegio della rivelazione e del Messia. Egli rovescia i nostri criteri, le nostre arrampicate a grandezze irraggiungibili: abbassa i potenti e innalza gli umili (cfr. Lc 1, 52), ai piccoli della terra ha rivelato la sua sapienza e la sua grandezza (cfr. Mt 11, 25).

Per quanto i nostri sforzi di ricerca e sperimentazione siano volti a risolvere i mali che ci schiacciano, dobbiamo riconoscere che vita e morte, fecondità e sterilità, sono nelle mani del Padre e sempre dono suo.
Ci conforta Ezechiele perché il Signore mantiene la sua parola ed è fedele al suo patto.
Far "germogliare l’albero secco" mostra l'evidente impossibilità che ferma il nostro agire ed apre ad un'altra vita, feconda, risorta, voluta da lui.
La parabola serve a curare la sfiducia di Israele e cura la nostra paura di sperare, di affidarci al Salvatore. Sì, il Signore ci risolleverà e innesterà nel nostro cuore la sua forza e la sua grandezza!

Commenti

  1. "Metterà rami e farà frutti
    e diventerà un cedro magnifico".
    Spettacolo meraviglioso.
    Spettacolo della natura.
    Spettacolo dello spirito.
    Ogni germoglio, ogni nuovo ramoscello, ogni frutto maturo, è vita, è speranza, è dono.
    Nascere e crescere è la realtà più poetica che esiste.
    È ispirante, è fonte di gioia, è inno alla vita.
    È opera del Signore.
    È opera dello Spirito.
    Questo desidero per me: nuovi rami, ancora frutti.
    Questo chiedo per me e per ogni vivente.

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  2. che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso"

    L'attenzione è per tutti
    Non solo per me
    Non è avaro di propensioni,è ubiquitario il SUO innalzare
    Anche chi io abbasserei di più
    Donami la TUA LOgica,il non metro di misura che hai
    Amen!

    RispondiElimina

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