Vangelo del 16 dicembre 2024

Vi farò una sola domanda
Mt 21,23-27

"In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose»".


L'evangelista Matteo ci riporta un altro momento di crisi tra Gesù e i capi religiosi. Il brano che precede vede la Parola efficace di Gesù che meraviglia anche i discepoli: un fico perché non gli dà frutti e insegna sull'efficacia della preghiera che, se fatta con fede, realizza ciò che chiede (cfr. Mt 21,18-22)
Il punto per i capi non è se Gesù realizzi ciò che dice, e quindi è un profeta, ma da dove provenga l'autorità che dimostra di avere sulle cose, sulle malattie, sugli eventi.
Non basta che parli un amore senza limiti per l'umanità. I professionisti del sacro cercano un certificato, vogliono inquadrarlo per delimitarne l'azione.
È storia di sempre. La religione, quella delle regole dei doveri ha dei problemi con l'amore. Dio è amore dice Gesù e fa opere d'amore che niente può limitare.
Matteo registra una discussione che testimonia la debolezza dell'amore, che è pure forza che smuove le montagne, in contrapposizione con l'arroganza di chi si ritiene custode unico e assoluto della verità come se si potesse manipolare a piacere.

"Gesù rispose loro".
I capi dei sacerdoti devono proteggere il loro potere se vogliono dominare sulle coscienze. Non tollerano che venga qualcuno a distruggere il loro mercanteggiare le cose sacre come oggetti da vendere e comprare (cfr. Mt 21,12-13).
Come può Gesù rovinare i loro affari fatti in nome di Dio? Egli è mosso dall'amore per suo Padre e per i fratelli, risponde il Vangelo. Ma ai professionisti del sacro questa risposta non basta se non sono loro a rilasciare il nulla osta per agire in nome di Dio.

"Anch’io vi farò una sola domanda".
La domanda è l'arma dei maestri che penetrano le coscienze per aiutare a pensare con la propria testa.
Mentre la domanda dei sacerdoti è centrata sul potere, Gesù li spinge a cambiare punto di vista. È il suo modo di avere compassione di loro, di amarli profondamente e, per questo, spingerli e accompagnarli su una via nuova.

"Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo".
Gesù chiede onestà nel dialogo. Non deve nascondersi dietro la maschera dell'autoritarismo.
Prima di dare la sua risposta vuole, verificare e dare loro l'occasione di essere consapevoli, della sincerità del cuore. Perché fare una domanda se non si è disposti ad accettare la risposta, a capire le ragioni dell'altro, a scoprire un punto di vista nuovo?

"Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?»".
La loro risposta: «Non lo sappiamo»".

Non si vogliono compromettere, non vogliono inimicarsi nessuno. È così la politica, è così ogni tipo di potere che vuole conservare se stesso.
Rispondendo "dal cielo" perderebbero una fetta di "elettorato ", rispondendo "dagli uomini" perderebbero l'altra parte. È la diplomazia dei politici, sempre in campagna elettorale!
Davanti ad un segno di Dio così forte come quello di Giovanni Battista, ucciso perché annunciatore di verità, il cuore dei capi dei sacerdoti si chiude per paura.
Non c'è possibilità di annuncio a chi nega la verità e Gesù rinuncia per adesso al dialogo.
Infatti il racconto finisce con questa affermazione del Maestro: "Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose".
Anche a noi è rivolta la Parola che interroga e svela dove sia il nostro cuore. Non neghiamo il dialogo, apriamoci ad una verità che ci sorpassa e ci stupisce, arrendiamoci ad una visione della vita che non è la nostra, che non si spiega col calcolo e la prepotenza.
Il Vangelo allora darà le risposte che aspettiamo, parlerà con la potenza dell'umiltà e dell'affidamento al Padre che hanno sempre segnato il tempo del Messia.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Nm 24,2-7.15-17
Commento del 13/12/2021

Salmo 25 (24),4-5
Commento del 01/12/2024

Vangelo di Mt 21,23-27
Commento del 12/12/2022


Commenti

  1. "Gesù rispose loro".
    È la risposta di Dio a noi.
    Gesù è la risposta alla domanda fondamentale di ognuno.
    Gesù risponde
    alla nostra richiesta
    di vita.
    "Gesù rispose loro".

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  2. E chi ti ha dato questa autorità?
    Essere propensi alla vita,al buono ,al bello
    SUSCITA
    sorpresa,curiosità,anche invidia..........
    Nel fare ciò che è qualitativo per l'ALTRO suscita anche una sorta di stupore!
    Tu Signore dello stupore,continua ad accompagnarmi a stupire.
    Amen

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