Salmo del 18 giugno 2019


Questo è il tuo Dio.
Sal 146 (145)

1 Alleluia, gloria al Signore.
Voglio lodare il Signore. 
2 A lui canterò per sempre,
loderò il mio Dio finché avrò vita.
3 Non contate su gente influente: 
sono uomini, non possono salvarvi; 
4 muoiono, ritornano alla terra, 
ogni progetto vien sepolto con loro.
5 Felice l'uomo fedele,
che conta sull'aiuto del Dio di Giacobbe
e mette ogni sua speranza
nel Signore suo Dio.
6 Il Signore ha fatto il cielo e la terra, 
il mare e tutto quello che esiste;
mantiene la sua parola,
7 difende la causa dei perseguitati. 
Il Signore libera i prigionieri, dà il pane agli affamati;
8 Il Signore apre gli occhi ai ciechi,
rialza chi è caduto
e ama gli onesti.
9 Il Signore protegge lo straniero, 
difende l'orfano e la vedova 
e sbarra il cammino agli oppressori.
10 Questo è il tuo Dio, o Sion. 
Egli è re in ogni tempo; 
il suo potere rimane per sempre.
Alleluia, gloria al Signore".


I Salmi, di per sé sono inni, preghiere, poesie che salgono al Signore come suppliche, contemplazioni e canti di lode.
Il Salmo della liturgia di oggi è un prorompere di esultanza perché Dio difende, libera, sazia, protegge... tutte azioni a favore dell'uomo che fanno esclamare in apertura e in chiusura "Alleluia, gloria al Signore"!

"Felice l'uomo fedele, che conta sull'aiuto del Dio di Giacobbe".
E' una beatitudine, la fondante forse di tutti, perché sgorga dal dare fiducia al Signore: chi permane nell'ascolto e nel volgersi verso di lui, scopre continuamente che il Signore aiuta, è favorevole all'uomo e a tutti i suoi bisogni.
Noi siamo figli di Abramo e da lui inizia questo cammino di fedeltà reciproca che parte da Dio e che pervade tutta la sua discendenza.
Il nome di Dio è quello legato fedelmente ai patriarchi perché lui stesso dice a Mosè: "Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione" (Es 3, 14).
Il salmista si affida proprio a questo Dio di Giacobbe, un Dio che non si è disdegnato di legare il suo nome ad uomini concreti e peccatori: per questo è felice e sente realizzata la sua vita.

"Il Signore ha fatto".
Inizia qui un elenco di 12 opere del Signore che vanno dalla creazione alla difesa dagli oppressori.
Siamo abituati a pensare a noi come gli autori di “opere di misericordia", come coloro che devono "sforzarsi" di obbedire ad un precetto per chinarsi sugli altri!
Il Salmo ci mostra Dio che si prende cura dell'uomo, di ogni uomo, nella sua fragilità e povertà.
Colui che ha creato i cieli e la terra vede affamati, assetati, ciechi, zoppi, e li soccorre, donando vita a chi non ne ha, rendendo possibile il cammino a chi è bloccato e impedito.
A noi, fatti a sua immagine e sgorgati dal suo amore, viene indicata la via della vita facendo le opere del Misericordioso, imparando da lui che ci ha preceduto nella carità.
Gesù nel vangelo realizza appieno la concretizzazione del Dio in azione in questo salmo.

"Questo è il tuo Dio"!
Vuoi sapere chi è Dio, lo vuoi conoscere veramente? Il Salmo lo mostra nelle sue opere, tutte a favore dell'uomo.
È un volto, quello di Dio Padre, salvatore e fattore, che il salmo ci mostra.
Non c'è nella Bibbia definizione astorica di Dio, non c'è una formuletta per circoscriverlo: tutta la creazione passata presente e futura parla, tutto l'esistente è dono fatto per noi.

"Il suo potere rimane per sempre".
Quanta gioia in questa affermazione che culmina nell'Alleluia!
È un potere che non spaventa, ma che, al contrario, arricchisce ed è benedizione per l'umanità.
Da quel giorno in cui “Il Signore ha fatto il cielo e la terra" non si è mai fermata l'opera creatrice che porta alla vita.
Solo questa fedeltà che Dio ha per se stesso ci fa camminare sicuri che il mondo non avrà una fine disastrosa per i nostri peccati e le nostre opere distruttive, ma avrà un fine stabilito da lui: "ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra" (Ef 1, 10).
Sant'Ireneo, che rifiuta per primo ogni frammentazione della storia della salvezza, afferma: "Egli, da re eterno, tutto ricapitola in sé" (Adversus haereses III, 21,9).
Il suo non è un potere che si estingue, come una forza che una volta donata si perde. Noi e la creazione, irradiazione del suo potere, rimarremo per sempre in lui.
Secondo la nostra fede e secondo la Scuola Taoista che lo rappresenta nel simbolo del Tao, da lui tutto sgorga e a lui tutto ritorna.

Commenti

  1. "Gesù se:"andate a riferire a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l udito, i morti risuscitato, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me." Mt 21,4-6

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  2. Abbiamo qui un ritratto di Dio le cui azioni rappresentano una realtà che non tramonta mai perché Dio dalla creazione dei cieli e della terra alla realizzazione del regno eterno governa  la storia con la sua fedeltà (v. 6), salva e libera l'umanità dal peccato e dalle sue nefaste conseguenze.
    Così, gli oppressi (v. 7a), schiacciati dalla storia, ignorati dai politici, irrisi dalle potenze di questo mondo, hanno un unico difensore in Dio.
    (Aldo Palladino)

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  3. Gli ebrei sono tornati dall'esilio, e godono di una indipendenza politica, di un discreto benessere economico e di una assenza di tensioni sociali. Un momento di pace!
    I profeti, che ben conoscono la fragilità del popolo, sanno che proprio in un momento come questo non devono cessare di ricordare le pene dell'esilio, causate dalle brame dei potenti e dai loro effimeri interessi.
    Il popolo eletto deve prendere come riferimento l'Amore di Dio che, come ha testimoniato nella storia, è basato sulla giustizia,sulla bontà e sul perdono.
    (www.dimensionesperanza.it)

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  4. Alla fine del Salmo si dichiara che «il Signore regna per sempre» (v. 10).

    Ne consegue una consolante verità: non siamo abbandonati a noi stessi, le vicende delle nostre giornate non sono dominate dal caos o dal fato, gli eventi non rappresentano una mera successione di atti privi di ogni senso e meta. Da questa convinzione si sviluppa una vera e propria professione di fede in Dio, celebrato con una sorta di litania in cui si proclamano gli attributi di amore e di bontà che gli sono propri (cfr vv. 6-9).
    (Giovanni Paolo II)

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  5. Il salmista esorta se stesso a lodare il signore. Egli pone una affermazione:" non confidare nei potenti", che si contrappone a:" beato che spera nel Signore suo Dio". Infatti il potente non è che un uomo, e per questo non può salvare, può dare progetti fin che vuole che possono durare al massimo finché lui vive, "esala lo Spirito e in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni" ben altre fondamenta hanno chi ripone la sua speranza nel Signore :" egli è fedele, rende giustizia,..da il pane... libera".e qui il salmo diventa un inno in un crescendo di esaltazione delle opere del Signore....

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  6. Devo fare memoria dei miei trascorsi per confidare in ciò che non tocco con mano.
    La memoria di ciò che ho provato nella gioia, nella speranza, nelle cadute..
    Tutto col Suo misterioso aiuto. Ma Presente

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  7. O Dio Padre nostro tu hai mandato il Figlio perché portasse ai poveri la buona novella e hai messo l onnipotenza divina a servizio degli umili: salga a te la lode perenne della Chiesa con inni di adorazione e di grazie.

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  8. È bellissimo questo salmo, quante cose ha fatto e fa il Signore per noi!
    Vieni Padre Santo. Consolatore dei cuori oppressi, Tu che asciughi ogni lacrima, Tu che ci fai riposare su pascoli erbosi, Tu che ci fai abitare per sempre nella Tua casa, voglio lodarti e cantarti, perché grande è il Tuo amore per noi.

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