Salmo del 6 giugno 2019


Mi indicherai il sentiero
Sal 16 (15)

1 Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

2 Ho detto al Signore: "Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene".

3 Agli idoli del paese,
agli dèi potenti andava tutto il mio favore.

4 Moltiplicano le loro pene
quelli che corrono dietro a un dio straniero.
Io non spanderò le loro libagioni di sangue,
né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

6 Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:
la mia eredità è stupenda.

7 Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.

8 Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

9 Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,

10 perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

11 Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


"L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?" (Gb 7,1).

La domanda di Giobbe riassume la sensazione che spesso proviamo davanti alle difficoltà della vita.

Il nostro camminare nella fatica verso la più grande sconfitta che è la morte, ci rende fragili e bisognosi di appoggio.
È una necessità fidarsi di chi può reggere noi e i nostri pesi con la fiducia del salmista che dice: "Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio".
Israele nell'esodo temeva più di tutto l'essere in balia delle intemperie e dell'instabilità del deserto che non ha punti di riferimento certi.
Solo le rocce, le piccole alture erano un sollievo per gli occhi che cercavano di non perdere la direzione.
Il Signore era rifugio di notte per riposare tranquilli, e riparo nei giorni in cui era impossibile avventurarsi all'aperto per il caldo o per il vento che, cambiando la conformazione del deserto, destinava a perdersi e a morire.
"Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare" (Sal 46,2-3).
Trovare rifugio significa in pratica trovare conforto e consolazione nella sua Parola che trasmette fedeltà, sicurezza (cfr. Rm 15, 4), ed è una roccia ("Aman" da cui la parola "Amen") su cui potersi ancorare nelle tempeste della vita.

"Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore".
Un ombra di rammarico attraversa il salmo, per l'illusione di salvezza avuta nell'affidarsi a divinità che si sono rivelate inconsistenti e false. Sono smascherate come idoli perché portavano solo sofferenza e succhiavano la vita, anziché donarla.
Per la fede biblica non è escluso che ci siano dei stranieri, idoli su alture diverse da Gerusalemme (cfr. Sal 120,1).
Anche Paolo allude all'esistenza di principati, potestà e potenze (cfr. 1Cor 15,24) ridotte a nulla dalla vittoria del Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe e Gesù Cristo.
Esistono altri dei? Anche se la risposta fosse sì, Israele se n'è scelto uno solo, quello di cui ha confidenza perché è l'unico che parla e si fa conoscere.
Per questo in apertura c'è questa bellissima affermazione: "Il mio Signore sei tu"!

"Il Signore è mia parte di eredità".
È una parola di grande fiducia.
Turoldo nella sua versione poetica di questo salmo dice : "È lui, il Signore, la mia porzione, mio calice, mio destino".
L'eredità per Israele era in primo luogo la terra, a cui era legato per mancanze ataviche di nomadismo prima e di deportazioni poi.
Ma anche l'eredità spirituale era fondamentale per designare i successori della fede dei Patriarchi.
Noi cristiani siamo figli in quanto “eredi di Dio, coeredi di Cristo” (Rm 8, 17).
Il Signore è il futuro! Non dice che avremo da lui l'eredità, ma che lui è la parte di eredità che ci spetta!
Nel nostro futuro di cose desiderate, si affaccia la speranza di una comunione con il Signore, che colma, compie e sazia la vita. Per questo il salmista si ritiene fortunato: "Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda".

Di meglio non mi poteva capitare, dice il fedele, sono erede del bene più prezioso in questo mondo!

Già nel presente il credente sperimenta la consolazione.
Un esempio fra tutti: di solito sono terribili le notti di angoscia in cui si rimane a letto svegli e non in compagnia di bei ricordi, ma tormentati dai pensieri che sembrano arrivare tutti appena ci si ferma per riposare.
L'uomo di fede "sfrutta" quei momenti per riporre le sue pene in colui che istruisce sempre, perché sempre parla da Maestro: "Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce".
La Parola consolante del Signore, custodita con perseveranza nella memoria, viene in soccorso e porta sapiente consiglio.

"Perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa".

Ecco l'espressione di fiducia estrema davanti alla morte: il Signore non mi abbandonerà e non permetterà che un suo figlio vi rimanga per sempre prigioniero.
In questo senso il salmo è citato parlando di Gesù e della sua resurrezione sia da Pietro nel discorso della Pentecoste (cfr. At 2,25), che da Paolo nella sinagoga di Antiochia (cfr. At 13,35).

Un ultima certezza viene cantata in chiusura: "Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra".
Il Signore mostra la meta vera all'umanità: egli è l'attirante, colui che affascina e seduce non per prendersi la vita ma per condividerla con tutti, non per portare nella morte, ma per vivere con l'umanità che ama, per sempre.
"Ci hai fatto per te" sospira S. Agostino in una celebre preghiera, riconoscendo che siamo nati per questo.
Questo salmo canta la fiducia davanti al viaggio della vita: non camminiamo a zonzo, con giorni affidati al caso o, peggio, al male che sembra vincere e incombere sempre.
Abbiamo una bussola, un navigatore che ci indica un sentiero dove poggiare sicuri i piedi, quello che ci porta ad una vita che è bella per sempre!
Mai più dovremo pensare di essere soli, di notte, in un deserto.
Mai più vorremmo sentire di fratelli che si uccidono per la troppa sofferenza del vivere, soffocati dall'angoscia per l'abbandono, dalla depressione per il male che impregna come un cancro il cuore: la promessa è escatologica, definitiva, totalizzante!
La gioia piena ci viene indicata quale meta certa dalla Parola e la dolcezza senza fine sarà l'arrivo tra le braccia dell'Amato.

Commenti

  1. Commento dei padri della chiesa

    1 “Cristo parla per bocca del profeta. Dice: Proteggimi, come un uomo assalito dai suoi nemici” (Origene).

    “Il Cristo parla della Chiesa che è la sua carne, a nome di tutto il genere umano” (Atanasio).

    “È il salmo della giustificazione per la fede” (Cirillo di Alessandria).

    5 “Chi ha rinunciato a tutto in questo mondo può dire: Il Signore è mia parte di eredità e mio calice. Il Signore si fa pane dandoci i suoi insegnamenti e fortificando il cuore di colui che mangia; si fa calice nella misura in cui contempliamo la verità, e dà la gioia della conoscenza a chi beve con amore” (Origene).

    9 “Gioisco nella speranza della risurrezione. Il Cristo è il primo la cui carne abbia dimorato nella speranza. Quale speranza? Non solo quella della risurrezione, ma anche quella di essere assunto in cielo” (Origene).

    10 “Il Salmo 16 profetizza la passione e la risurrezione del Cristo e lo dice chiaramente al v. 10: Non abbandonerai la mia vita nel sepolcro né lascerai che il tuo santo veda la corruzione” (Ilario).

    11 “La via della vita va dalla morte alla risurrezione” (Eusebio).
    “Il primo Adamo non conobbe le vie della vita” (Cirillo di Alessandria).

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  2. Eredità, ripetuta due volte, vuol dire anche, in termini giuridici che io sono del Signore, gli appartengo e nessuno al mondo può avermi, proprio nessuno! Guarda: c’è il testamento, la sua croce, insanguinata e gloriosa dice che mi ha comprato a caro prezzo, ma non solo! La sua vita mi è data in eredità, come la pianta che è innestata: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me.” (Gal 2,19-20). Non perché ho fatto il bravo ma perché la vita di Dio è entrata nella mia vita, e mi ha risanato.
    (Luca Rabin)

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  3. I vers.7-8 dicono la totale intimità tra il credente e il suo Signore, e le parole assumono una tonalità nuziale, in una condizione pienamente pacificata perchè in piena comunione profonda con Lui. Tale condizione felice è vissuta con gioiosa fede, come ascoltiamo al ver.9, una fede che coinvolge tutta la persona – “anche il mio corpo riposa sicuro” – e consente di guardare con piena speranza al di là della morte: “…non abbandonerai la mia vita negli inferi, nè lascerai che il tuo fedele veda la fossa”. Il Signore mi vuole e mi dimostra un tale bene, che sono sicuro che non mi abbandonerà, non mi lascerà precipitare nella morte, e mi cutodirà per sempre nel suo amore.
    (Giovanni Nicolini)

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  4. Appartenere è bello,
    Senso di comunione, fratellanza, non di parte.
    Universale è il Segno che salva.
    Spero di farlo mio,
    VERAMENTE!

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  5. "Proteggimi o Dio in te mi rifugio ... sei tu il mio signore .... nelle tue mani è la mia vita. ...il Signore sta alla mia destra... per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima.mi indicherà il sentiero della vita gioia piena alla tua presenza... dolcezza senza fine alla tua destra.." signore da chi endremo tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio....pace esultanza fiducia sicurezza felicità certezza dolcezza senza fine gaudio questi i sentimenti che si susseguono nel mio cuore pregando questo salmo. Mostrami o dignore i sentieri segreti della vita e colmami delle tue delizie.... Amen

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    Risposte
    1. "..Nelle tue mani è la mia vita.."
      Mani che accolgono
      Mani che
      curano
      Mani che
      guariscono
      Mani che
      rialzano e
      sorreggono
      Mani Benedette

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