Vangelo del 27 agosto 2019


Pulisci prima l'interno
Mt 23, 23-26

"In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza.
Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!»"


Tutto il capitolo 23 di Matteo è una lunga e dettagliata critica alle prescrizioni religiose del tempo di Gesù.
Se sotto accusa sono coloro che insegnavano e facevano eseguire tali prescrizioni, pur se "non vogliono muoverli neppure con un dito" (Mt 23, 4), anche noi, che non abbiamo queste determinate regole ormai desuete, ne siamo toccati e la Parola ci sprona a liberarci dall'atteggiamento ipocrita.
L'ipocrisia è una parola greca che significa "fingere". Drammatica la finzione che non si esaurisce su un palcoscenico!
Tutti soffriamo di questa malattia e ci prepariamo una "bella faccia" davanti agli altri, ma quando l'ipocrisia infetta una istituzione religiosa, diventa la fine del rapporto intimo, franco e vero col Signore.
Una frase della canzone di Francesco Guccini esprime bene il concetto:
"Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l' ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
è un dio che è morto".


"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno".
La legge della decima era una norma di una lungimiranza illuminata per i tempi antichi. Tra i dodici figli di Giacobbe, la tribù di Levi, di cui facevano parte anche Mosè e Aronne, era quella che si occupava del servizio al Tempio e di tutti i riti religiosi del popolo.
A questa tribù non era andata nessuna parte della terra promessa e tutte le 11 tribù dovevano pensare al sostentamento di questa porzione del popolo e delle necessità economiche del culto.
La legge prevedeva la decima dei frutti necessari dati dalla terra, come i cereali, l'olio, il vino e ciò faceva sì che i leviti fossero affrancati dalla fatica dei campi per dedicarsi alla dettagliata prassi del culto per tutti.
I farisei andavano oltre: davanti a tutti pagavano la decima delle erbe aromatiche che si coltivavano negli orti di casa, molto usate per condire le pietanze.

"Trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà".
La prassi attinente alla legge era segno di osservanza alle norme necessarie per il vivere in comunità rispettando i diversi ruoli.
Ma sacrificarsi offrendo queste minuzie è denunciato da Gesù, come anche dai profeti, come ambigua generosità verso Dio: era ostentazione che si ammantava di santità, mentre venivano nascoste altre mancanze ben più gravi.
"Misericordia io voglio e non sacrificio" (Os 6, 6) è l'annuncio di Osea che Gesù ripete a sua volta (cfr. Mt 9, 13 e Mt 12, 7).
"La giustizia, la misericordia e la fedeltà" prima di essere atteggiamenti nei confronti di Dio, sono le sue caratteristiche, sono Dio!
I profeti avevano a cuore non prassi minuziose di leggi, ma il cuore, la direzione delle decisioni, indirizzate verso il Signore, rispondenti a ciò che lui è.
In ultima analisi il Padre educava, con norme nel quotidiano, ad una direzione di vita nel servizio e nel distacco dall'accaparramento dei beni della terra.

"Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle".
Nella fede, nel rapporto con Dio, c'è un centro, e attorno, a cerchi concentrici, si dispone tutto il resto.
Come può essere che le cose secondarie diventino le più importanti? Il nostro desiderio di manipolare le cose e farle a nostra misura, distrugge anche le opere più generose.
Esempio: se uno non va a messa una domenica fa peccato mortale. Se non fa opere concrete di carità per un anno intero, pazienza...
Non è esclusivo dei farisei fare questi giochetti che Gesù descrive. Noi facciamo diventare importanti le opere facili e alla nostra portata; le cose fondamentali, senza mai dichiararlo apertamente, scivolano un po' nell'ombra.
E' una perversione del vero, che ci trascina nell'ambiguità e nella menzogna.

"Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!"
Ritorna il cammello, che passava per la cruna dell'ago per smascherare i ricchi, che viene facilmente ingoiato per smascherare l'ipocrisia di persone pie e false.
La cecità della guida è ancora peggiore, tanto far nascere la domanda:
"Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca?" ( Lc 6, 39). Quelli che dovevano essere guide, Gesù li denuncia come disorientatori e depistatori di quanti si affidano a loro.

"Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!"
E' grande il rischio di proteggersi con una parvenza di onestà e zelo religioso!
Grave è non tanto la possibilità di venire smascherati e perdere la reputazione davanti agli altri, quanto quella di perdere la verità di se stessi!
Il Signore ha a cuore la nostra vita e vuole guarire dalla cecità gli occhi che sono incatenati da una vista ingannevole.
Non c'è bisogno di fingere davanti a lui, né di mettersi a posto la coscienza con una sequela minuziosa ma che nasconde la pretesa di comprarsi la salvezza.
Lasciamo che la Parola pulisca il nostro cuore, lo liberi dalla pretesa di salvarsi con opere vane e si apra a guardare chiaramente quale amore ci ha salvati gratis.
Questo è quello che annunceremo ai fratelli liberando anch'essi da gioghi inutili e devastanti.
Queste parole di Gesù sono sempre nuove ed attuali, perché la fede rischia sempre di essere oscurata dalla pratica religiosa.

"Quando è vera fede e quando è solo religione? Fede vera è quando fai te sulla misura di Dio; semplice religione è quando fai Dio a tua misura" (Turoldo).

Commenti

  1. La prima cosa che colpisce in tutto il brano è il tono molto
    duro che Gesù usa. Gesù che è mite e umile di cuore lancia anatemi e guai. Abbiamo già spiegato il significato di questi guai profetici: servono a denunciare il male come male. Come la mamma che dice:
    Guai a te, se finisci sotto la macchina! Non è una minaccia, è un renderti avvertito del male che ti stai facendo. Ed è importante dire
    male del male, dire guai al male. Noi preferiamo essere un po' più irenici: Si, non è tanto male, non è tanto non bene, preferiamo un
    grigio uniforme. No, il male è male e fa male, il bene è bene. E non distinguere il male, dal bene è il massimo male. Ciò vuol dire che non agisci mai da uomo libero, fai a caso quel che capita. Quindi è importante dire male, del male.
    (Silvano Fausti)

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  2. Il vero pastore è colui che dà la vita per le pecore, non chi pretende di rovesciare pesi e tradizioni esteriori sulle spalle della gente. L'amore di Gesù per la gente è davvero grande e non può sopportare che il popolo sia schiacciato dal peso delle tradizioni esteriori che gli scribi e i farisei, anche in nome di Mosé, impongono alla gente. Lo spirito farisaico, invece di aprire, sbarra le porte alla felicità e opprime la vita della gente. Egli è venuto a liberarli da questo giogo pesante.
    (Vincenzo Paglia)

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  3. Il termine “giustizia” deve essere inteso come l’evento nel quale Dio manifesta il suo giudizio, mette “in crisi” i dati e i fatti della nostra giustizia umana, e “fa giustizia” donando la giustizia della sua Parola e della sua opera. Dunque un volto dinamico della giustizia. Il termine reso in italiano con “fedeltà”, è “fede”, e significa prima di tutto il dono di Dio, il nostro ingresso nella sua vita, il suo venire a noi e nella nostra vicenda personale e collettiva, e quindi anche la nostra accoglienza e la nostra adesione a tale supremo dono.
    (Giovanni Nicolini)

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  4. Non sempre mi è facile Liberarmi da Dogmi e precetti vari
    Sono purtroppo marchiati a fuoco.. nel mio bagaglio, cassetto di cose care, lo scrigno.
    Quindi devo scassinare da solo questo?
    No
    Non ci sono mai riuscito.
    Ora faccio questo esercizio mattutino, sperando di morire a me stesso, col SUO aiuto!!!!

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  5. Molto bello il commento di Giovanni Nicolino, mi viene spontaneo pregare e dire :Signore vieni presto a giudicarmi, la tua opera è salvifica, il tuo dono è vitale.

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  6. O Dio purifica il mio cuore dall’ipocrisia,
    la mia condotta dalla dissimulazione, la mia lingua dalla falsità.
    E i miei occhi dal tradimento;
    perché tu davvero conosci lo sguardo traditore degli occhi
    e ciò che si nasconde in cuore.

    preghiera musulmana

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