Salmo del 26 agosto 2019

Esultino i fedeli nella gloria
Salmo 149

"1 Alleluia.
Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
2 Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.
3 Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
4 Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.
5 Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
6 Le lodi di Dio sulla loro bocca
e la spada a due tagli nelle loro mani,
7 per compiere la vendetta fra le nazioni
e punire i popoli,
8 per stringere in catene i loro sovrani,
i loro nobili in ceppi di ferro,
9 per eseguire su di loro la sentenza già scritta.
Questo è un onore per tutti i suoi fedeli.
Alleluia".


È un canto di vittoria dei giusti per la guerra combattuta e vinta.
Al centro c'è la guerra santa, che non è la giustificazione religiosa per l'annientamento dei fedeli di altre religioni, ma è lotta per la santità, la guerra spirituale.
La prima particolarità è che non è una guerra contro altri esseri umani (carne e sangue nostri): il nostro prossimo, i fratelli sono vittima come noi di un male più grande che ci accomuna tutti nella sofferenza e nel limite.
La lotta che noi non riusciamo a sostenere, è contro gli ostacoli spirituali, interiori ed esteriori. Così la presenta l'apostolo Paolo:
"La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti" (Ef 6,12).

"Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell'assemblea dei fedeli".

Il salmista ha davanti un'assemblea radunata nel nome del Signore: si annuncia l'inizio col canto che apriva tutte le liturgie.
È un canto nuovo, perché in ogni liturgia và colta la novità in essa annunciata e perché già nella preghiera si realizzano cieli nuovi e terra nuova.
E' questo il senso del riunirsi in assemblea, che in ebraico era la convocazione di tutto il popolo per ascoltare la Thorà e innalzare lodi a Dio in momenti dell'anno rievocativi di fatti storici fondamentali.
In greco il termine che ne dice lo stesso significato è ekklesìa, ovvero chiesa, la totalità dei credenti.

"Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion".

Dio è riconosciuto come creatore (universalità), e come re (colui che si prende cura del popolo).
I figli di Sion sono coloro che in Gerusalemme, la città del re e del tempio, vedono la loro meta e la loro patria. Non è una città come tutte le altre, perché unico e sui generis è il suo Re che abita, ha preso la sua dimora, tra il popolo.

“Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni".

Chi ascolta il Salmo sa che è uno, fondamentale, il passaggio da ricordare: Israele sulla riva del mar Rosso, con gli Egiziani annegati nel mare, si ferma stupito davanti al pericolo sventato e le donne guidate da Miryam suonano, cantano e ballano per lodare il Dio liberatore (cfr. Es 15).
Lì il canto di vittoria si alza dopo il grido soffocato di aiuto davanti alla morte che avanzava con la furia dell'esercito del faraone.
La lotta era stata all'ultimo sangue e l'aveva combattuta il Signore per i suoi figli.

"Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria".

Il Signore è il vittorioso, e il suo amore è rivelato a tutti. Non c'è nemico che può resistere.
Il male non è un principio pari al bene, con la stessa forza e la stessa eternità.
Il male è limitato e le continue vittorie del Signore non sono che l'anticipazione della definitiva in cui l'ultimo nemico, la morte, verrà annientata per sempre (cfr. 1Cor 15,26)
La corona della vittoria spetta al Signore; invece lui ne cinge il capo di coloro che nella lotta erano i perdenti e i sopraffatti.
Il segno che il Signore vince si mostra a guerra vinta sul capo degli ultimi, dei perdenti, di chi normalmente è umiliato dalla vita.
Potremmo ripetere con l'apostolo Paolo: "Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione." (2Tim 4,8).

Efficace la descrizione di questo combattente nello spirito: "Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani".
Preghiera di lode annunciata e Parola di Dio realizzata.
Sulla bocca la lode a colui che solo può dare vittoria e tra le mani, descritta proprio come una spada: “La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore" (Eb 4,12).
Bocca che esce dal mutismo e si apre alla lode e cuore che ascolta e si incammina verso il Signore: queste sono le uniche armi e le vincenti di chi rinuncia a guerreggiare da solo, riconoscendo che solo del Signore è il Salvatore.

"Per stringere in catene i loro sovrani,
i loro nobili in ceppi di ferro".

Penso che i Salmi verrebbero più apprezzati come preghiera intima, profonda se i nemici che prospettano venissero identificati con quelli che abbiamo dentro di noi.
E' necessario abbattere gli ostacoli alla fede per scoprire nella pace un rapporto profondo con il Signore.
I nostri avversari, che fanno capo tutti al peccato, al volersi mettere al posto di Dio gestendo la vita da onnipotenti, sono "scatenati" dentro di noi.
C'è bisogno del Forte che gli impedisca di distruggerci, che li incateni in modo definitivo.

Ed ecco la buona notizia: "per eseguire su di loro la sentenza già scritta". La vittoria è già stata decretata e la sentenza di morte per questa potenze nemiche è già stata emessa prima ancora dell'inizio della nostra lotta. Nel Signore "noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati" (Rm 8,37).

Come non leggere questo canto alla luce della Resurrezione, passaggio definitivo e determinante che ha spezzato le nostre catene per farci entrare, vittoriosi, insieme all'Agnello nella Gloria del Padre!
Le parole del teologo e santo siriano attualizzano questo canto di esultanza davanti alla vittoria del Cristo risorto:
"Allora squillerà la tromba sulle sorde arpe:

«Svegliatevi, cantate gloria davanti allo Sposo!».
Si sentirà un’eco di voci quando si apriranno i sepolcri, tutti prenderanno le arpe per suonare il canto di lode.
Sia ringraziato il Signore che ha esaltato Adamo, anche se poi il superbo l’ha umiliato nel baratro!
Gloria a lui quando umilia, gloria a lui quando risuscita. Anche la cetra suoni a Dio nel giorno della risurrezione!"
(Efrem il Siro)

Commenti

  1. La Parola di questo Salmo mi viene incontro come un grande canto di Pasqua, una grande esultanza per la vita nuova che abbiamo ricevuto in dono. La lode del Signore è dunque questa festa e questo gioioso canto per il dono di Dio E’ un “canto nuovo” (ver.1), perché nuova è la vita che il Signore regala al suo popolo.
    (Giovanni Nicolini)

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  2. I protagonisti del Salmo (...) per tre volte essi sono definiti innanzitutto come hasidim (vv. 1.5.9), cioè “i pii, i fedeli”, coloro che rispondono con fedeltà e amore (hesed) all’amore paterno del Signore.

    Nella prospettiva attuale della nostra preghiera questa simbologia bellica diventa un’immagine dell’impegno di noi credenti che, dopo aver cantato a Dio la lode mattutina, ci avviamo per le strade del mondo, in mezzo al male e all’ingiustizia. Purtroppo le forze che si oppongono al Regno di Dio sono imponenti: il Salmista parla di “popoli, genti, capi e nobili”. Eppure egli è fiducioso perché sa di aver accanto il Signore che è il vero Re della storia (v. 2). La sua vittoria sul male è, quindi, certa e sarà il trionfo dell’amore. A questa lotta partecipano tutti gli hasidim, tutti i fedeli e i giusti che con la forza dello Spirito conducono a compimento l’opera mirabile che porta il nome di Regno di Dio.
    (Giovanni Paolo II)

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  3. E il canto è nuovo non nel senso che è nuova la melodia, son nuove le parole, nuovo il testo. Ma il canto è nuovo in corrispondenza a una situazione nuova, perché il Signore, lui, è protagonista di una novità. E questa novità ormai s'impone. Ed è una novità sempre attuale, è una novità che è sempre rinnovata perché è una novità che porta con sé l'eterna conferma riguardante l'irrevocabile volontà d'amore del Signore. In questo senso il canto è nuovo, ed è sempre nuovo.

    la sua lode

    dunque

    nell'assemblea dei fedeli.

    E – vedete – qui il canto nuovo implica una sempre più matura consapevolezza circa l'urgenza di una corrispondenza d'amore. Ma proprio questo è il filo conduttore della storia di tutto il popolo di Dio. Ma questo è il filo conduttore della storia umana.
    (Pino Stancari)

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  4. Cantavano un canto nuovo:" tu sei degno di prendere il libro è di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni tribù lingua popoli e nazioni, e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti, e regneranno sopra la terra" (Ap. 5,9-10). Non si tratta di recitare il canto nuovo, ma il salmo ci invita a celebrarlo come atteggiamento profondo dell animo, come vibrazione interiore di vita di gioia e di esultanza. Oggetto di questi atteggiamenti è il "suo Creatore" che ama il suo popolo. Signore il canto nuovo dell assemblea dei fedeli sia il preludio dell inno di esultanza dei tuoi eletti nella gloria per la vittoria della Chiesa nella pienezza di grazia del figlio tuo.

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  5. Il nemico non sempre è davanti, ma lo porto dentro
    Non è semplice liberarsene
    Il mio aiuto viene da TE
    AMEN

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    1. Combatti tu per me il faraone che è dentro di me, liberami dalle paure, dall'ipocrisia, dalla cecità che non mi fa vedere bello il fratello e dal mutismo che non mi fa annunciare la buona notizia. Guarisci il mio cuore e la mia bocca proclamerà la tua lode

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  6. "dopo aver cantato a Dio la lode mattutina, ci avviamo per le strade del mondo, in mezzo al male e all’ingiustizia. "

    Ma guai se non cantassi quella lode... vedrei tutto nero, tutto buio, tutto pessimo.... la lode sulla mia bocca e nel mio cuore mi fa guardare la realtà col "terzo occhio" ed attribuire all' altro quella "marcia in più" diversamente negata...

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