Salmo del 12 dicembre 2019


Una generazione narra all'altra
Sal 145 (144), 1-12

"1 Lode. Di Davide.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.

2 Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

3 Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.

4 Una generazione narra all'altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.

5 Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare.

6 Parlino della tua terribile potenza:
anch'io voglio raccontare la tua grandezza.

7 Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,
acclamino la tua giustizia.

8 Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.

9 Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

10 Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.

11 Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza,

12 per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno."


Gli ultimi salmi del salterio sono inni di lode, che conducono al pieno ringraziamento tutto il percorso di preghiera che questo libro fa compiere al credente.
Ci soffermiamo su primi 12 versetti del salmo 145 (144) che celebra solennemente la regalità di Dio e le opere meravigliose da lui compiute.


"O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre".

Esaltare Dio significa in fin dei conti ricordare le sue doti di re e Salvatore. Dio è sentito dal suo popolo come l'unico vero re, al di là e al di sopra dei vari re umani che passano lasciandosi dietro una scia di sangue.

Nei salmi risuona spesso questa parola consolante: "Il Signore è re", di una regalità che consola, che dà sicurezza di appartenere al Regno, che difende da qualsiasi nemico.

"Ti voglio benedire ogni giorno,lodare il tuo nome in eterno e per sempre".
Benedire è essere finalmente liberi dallo scontento che ci fa sempre brontolare per le cose che viviamo, dalla pretesa che abbiamo sull'andamento delle nostre giornate e della nostra vita.
Noi ascoltiamo dalla televisione, dagli altri e dalla nostra bocca, un continuo male-dire sul governo, sull'economia, sul lavoro, sulle persone, sui parenti.
Senza che ce ne accorgiamo giorno per giorno la mancanza di benedizione inquina il nostro cuore e ci fa giudicare la vita e quindi le opere del Signore come mal fatte, sbagliate, da buttare.
La benedizione ogni giorno è l'antidoto a questo tarlo che toglie speranza nell'oggi, profezia del futuro, serenità nel guardare al nostro passato.


"Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza".

Di fronte ai grandi della terra che sembrano imporsi e prevalere, volgere lo sguardo al Signore è il modo migliore per riconoscere il senso profondo della realtà.
Solo Dio è veramente grande, cioè duraturo, stabile, permanente, unico punto fermo mentre tutto il resto cambia e perisce.


"Una generazione narra all'altra le tue opere,
annuncia le tue imprese".

Stupenda questa staffetta di fede tra generazioni che narra le opere di Dio trasmettendo la fede. Noi abbiamo perso questa capacità di raccontare Dio, sostituendola con ragionamenti complessi e contorti che alla fine non trasmettono niente. Tutta la Bibbia è racconto delle opere di Dio, il Vangelo è narrazione stupita del suo amore, la preghiera è comunicazione narrante della vita.
Riscoprire la narrazione è riaprire le labbra alla necessità dell'annuncio, per trasmettere quello che noi stessi abbiamo ricevuto dal tesoro della Chiesa e della religiosità di tutti gli uomini.

"Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare".

Tanti salmi ci aiutano in questa meditazione, raccontando lo splendore della sua presenza che attraversa la storia di generazioni.
Le meraviglie delle azioni di Dio, sin dalla creazione, sono fatti e parole che portano liberazione e vita. Ricordare e meditare queste cose è una delle dimensioni più profonde della nostra preghiera.


"Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,
acclamino la tua giustizia".

Il ricordo nella fede si esprime poi in canti di lode. È bello vivere così: consapevoli della presenza di Dio e del suo amore nella nostra vita. Ricordare è evocare, cioè richiamarne la presenza qui e ora ed è memoriale di salvezza.


"Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore".

La Bibbia ripete questa che è ormai una formula in tante sue pagine per ricordare la sua misericordia e il suo amore. Tra l'ira e l'amore c'è sempre una sproporzione enorme a favore della misericordia. Un po' di amaro in tenerissimo miele alla fine finisce per perdersi. È un po' questo che la Parola di Dio ci racconta per farci intuire la grandezza e definitività della sua misericordia.


"Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature".

Bontà e tenerezza sono come rugiada fresca, acqua dissetante che si spande su tutto il creato per far crescere e fecondare
La bontà del Signore non ha limiti, non mette paletti, non si ferma alle frontiere: è verso tutti e tutto. Nulla "sfugge" al suo amore di Padre e alla sua tenerezza di Madre.


"Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli".

Le opere stesse di Dio lodano silenziosamente il suo autore, e la voce dei fedeli si uniscono festanti a questa lode che accomuna ogni specie.


C'è stata una ragione profonda nello scrivere i salmi e trasmetterli da una generazione ad un'altra : "per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno."
Gli uomini che ci hanno preceduto avevano scoperto un tesoro troppo prezioso per perderlo.
Sintonizzandoci su questo modo filiale di vedere la realtà creata, raccogliamo la loro eredità di lode e annuncio, raccontando a nostra volta la misericordia con cui è stata ricolmata la nostra vita.

Commenti

  1. La nostra preghiera su questa Parola mette in evidenza che la fede non è una filosofia o un codice morale, ma è prima di tutto e soprattutto la nostra storia: la storia di ciascuno, la storia di un popolo e la storia cui è chiamata l’intera umanità!
    Le note della bibbia mettono in evidenza l’importanza, al ver.1, della parola “Lode” che nella tradizione ebraica è il nome di tutto il Libro dei Salmi, che noi chiamiamo, con il termine di derivazione greca, “Salterio”. Nella Bibbia ebraica questo Libro si chiama appunto “Lodi”. E’ il libro delle lodi al Signore per quello che Egli ha compiuto e compie per ciascuno e per tutti noi! E, appunto, per il bene, la salvezza e la vita nuova dell’intera umanità!
    (Giovanni Nicolini)

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  2. Oggi il Salmista si unisce a ciascuno di noi e a noi tutti insieme per lodare il Signore per quello che Egli ha fatto e fa per lui, per me, per te, per loro, e anche per la persona che oggi porti nel cuore, per chi ti affatica e per chi ti sostiene e ti porta. Per tutti insomma!
    Per questo, il Salmo sceglie sempre termini che ne dicano l’estensione universale: benedire ogni giorno; in eterno e per sempre (vers.1-2); il Signore degno di ogni lode e senza fine la sua grandezza (ver.3); ogni generazione trasmette questo all’altra: il dono è per tutti! (ver.4); per questo, anch’io “le tue meraviglie voglio meditare” (ver.5);….e così sino alla fine del Salmo!
    I vers.8-9 descrivono la qualità dell’azione divina: misericordioso e pietoso…buono verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature. 
    (Giovanni Nicolini)

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  3. Il salmista desidera che tutte le opere di Dio diventino lode a Dio sul labbro dei fedeli: “Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno...”. “Tutte le tue opere”, anche quelle inanimate (Cf. Sal148). Il significato profondo di questo invito cosmico sta nel fatto che, il salmista vede le creature come bloccate da una cappa buia posta dalle divinizzazioni pagane. Il salmista desidera che esse siano libere da quella cappa, che nega loro la glorificazione del Creatore.
    La lode a Dio sul labbro dei fedeli diventa annuncio a tutti gli uomini: “Per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno”. “Il regno” (malkut) è Israele e le “imprese” sono quelle della liberazione dall'Egitto, ecc. 
    (www.novena.it)

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  4. In un esplosione di ammirazione riconoscente, il salmista scioglie un inno al signore per celebrare la regalità, la grandezza, le meraviglie, i prodigi, la potenza, la giustizia, la bontà, la misericordia, l universalità della amore. Si ha la sensazione che nella piena dei sentimenti, le parole non gli bastino a enumerare i motivi che fanno ressa nel suo cuore...in una fioritura di attributi e di superlativi.

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  5. In questo periodo di nuova barbarie che stiamo vivendo con la deificazione di internet ,del denaro,della tecnica, dell'egoismo esasperato, dobbiamo reagire energicamente e anche noi,come Davide, attraverso la gioia, la preghiera e il ringraziamento per le meraviglie del creato, cercare di far risorgere quel cristianesimo semplice che ha alimentato i nostri padri e che tanto bene ha fatto all'umanità.

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