Prima lettura del 18 luglio 2020

Così opprimono l’uomo
Mi 2, 1-5

"Guai a coloro che meditano l’iniquità

e tramano il male sui loro giacigli;
alla luce dell’alba lo compiono,
perché in mano loro è il potere.
Sono avidi di campi e li usurpano,
di case e se le prendono.
Così opprimono l’uomo e la sua casa,
il proprietario e la sua eredità.
Perciò così dice il Signore:
«Ecco, io medito contro questa genìa
una sciagura da cui non potranno sottrarre il collo
e non andranno più a testa alta,
perché sarà un tempo di calamità.
In quel tempo
si intonerà su di voi una canzone,
si leverà un lamento e si dirà:
“Siamo del tutto rovinati;
ad altri egli passa l’eredità del mio popolo,
non si avvicinerà più a me,
per restituirmi i campi che sta spartendo!”.
Perciò non ci sarà nessuno
che tiri a sorte per te,
quando si farà la distribuzione
durante l’assemblea del Signore»".

Spesso i profeti denunciano le ingiustizie, si fanno difensori degli ultimi, poveri e indifesi che subiscono inermi i soprusi dei potenti
Il profeta Michea ne fa un punto importante della sua predicazione. In nome del Signore denuncia quella parte del popolo di Dio che con l'arroganza che gli viene dal potere calpesta le regole che i padri hanno trasmesso.

"Guai a coloro che meditano l’iniquità
e tramano il male sui loro giacigli;
alla luce dell’alba lo compiono,
perché in mano loro è il potere". 
Studiano di notte come fregare il prossimo di giorno: in sintesi è questa la fotografia che il profeta fa di questi personaggi che fanno dell'ingiustizia il loro sistema di vita.

"Sono avidi di campi e li usurpano,
di case e se le prendono.
Così opprimono l’uomo e la sua casa,
il proprietario e la sua eredità". 
La loro avidità li rende pericolosi. Quanto puntano un bene da prendere non ci pensano due volte ad opprimere il legittimo prioritario fino a rendergli impossibile il rifiuto.

"Perciò così dice il Signore".
Ed ecco che il Signore fa sentire la sua voce tramite il suo profeta. Non è lontano o assente e si prende cura dei deboli privati del necessario per sopravvivere.

"Ecco, io medito contro questa genìa
una sciagura da cui non potranno sottrarre il collo
e non andranno più a testa alta,
perché sarà un tempo di calamità". 
Il Signore entra nella storia degli uomini e dà una lezione a questi uomini superbi. Penserà lui a far abbassare loro la testa così come l'hanno schiacciata a coloro che angariavano.

"In quel tempo
si intonerà su di voi una canzone,
si leverà un lamento e si dirà:
«Siamo del tutto rovinati;
ad altri egli passa l’eredità del mio popolo,
non si avvicinerà più a me,
per restituirmi i campi che sta spartendo!»"
Con grande ironia il profeta immagina che gli uomini colpiti dalla mano del Signore si mettano a cantare per narrare la loro sorte mutata. Il Signore ha causato la loro rovina e finalmente si rendono conto che il loro tempo da padroni è finito.

"Perciò non ci sarà nessuno
che tiri a sorte per te,
quando si farà la distribuzione
durante l’assemblea del Signore". 
L'immagine forse non ci dice niente, ma è implacabile!
Il bottino che un re portava a casa dopo una guerra vinta era diviso tra tutti i dignitari, coloro che erano legittimati a spartirsi i beni col regnante.
Non solo questi arroganti hanno perso l'eredità del popolo, ma anche quella dei popoli stranieri sconfitti.
Non saranno quindi più contati tra coloro che possono prendere parte ai beni del Signore, riservati ai caritatevoli, ai misericordiosi, i veri vincitori nella vita.

Il fallimento, la caduta, la sofferenza sono condizioni che tutti gli uomini attraversano.
La Scrittura riconosce, in questo ridimensionamento delle illusioni di onnipotenza, la salutare educazione del Signore che prepara tutti i suoi figli a spogliarsi di ciò che non arricchisce e non è necessario alla salvezza.
Il Signore innalza gli umili e abbassa i superbi, rimanda i ricchi a mani vuote, come canta profeticamente la vergine Maria.
La sorte del povero, dell'orfano, della vedova, del sofferente, di colui che si prepara a morire, sta a cuore a colui che riporta i figli alla verità.
Nati nudi, destinati a morire nudi, per tornare a lui col solo Spirito che ci ha vivificati.
È una "livella", direbbe Totò, ed è il dono più grande che il Signore potrá farci.

Commenti

  1. ..... Così dice il Signore....
    Grazie per quello che FAI, e non annunci soltanto.
    FAI❤️
    Ecco fa che io metabolizzi questo, lo faccia mio.
    Aiutami ad aiutare, ad operare, soccorrere, abbracciare, donare, servire...
    Amen!

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  2. "Alla luce dell’alba lo compiono,
    perché in mano loro è il potere". Il profeta Michea dice questo di ingordi oppressori di poveri. Ma rimane il mistero della luce dell'alba, che è il rinnovarsi della creazione. È triste per chi riparte fare il male. L'alba è luce che va onorata con l'aumento della luminosità che solo il bene può dare. L'alba è tempo di gratitudine, di stupore, di primi passi del prendersi cura di sé stesso e degli altri. Perché snaturare questo miracolo? Perché andare incontro alla luce con il cuore chiuso? Perché non lasciarsi rivestite di luce dall'alba, che ci è stata donata per questo? Domande che mi porto alla notte successiva, aspettando di rallegrarmi della luce, nonostante tutto.

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  3. Tramando il male sui loro giacigli;alla luce della alba lo compiono,perché in mano loro è il potere ... Tutto il giorno queste parole luce - male -potere...mi risuonano dentro... Sono in contrasto tra loro...come si fa ad essere nella luce e fare il male? E soprattutto il potere permette di fare il male ....signore liberami da qualsiasi genere di potere perché è il potere a generare male .... Permettimi di stare nella luce e allontana da me ogni forma di male che può nascere nel cuore

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