Vangelo dell'11 luglio 2020

Cento volte tanto
Mt 19, 27-29

"In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna»".

I dialoghi tra Gesù e i discepoli ci permettono di vedere il Vangelo in atto nella loro vita quotidiana. Domande, speranze, fatiche del cammino di fede passano tutte, dalla bocca degli apostoli, alle orecchie e al cuore di Gesù.

"Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?»".
Sembra un discorso opportunista quello di Pietro, sembra nascondere quella domanda da bambini: ho fatto il bravo, che cosa mi tocca in premio, cosa mi merito?
Forse è così anche per Pietro che è come noi, tale e quale, pur essendo il primo Papa!
Ma Gesù non si scandalizza mai delle nostre richieste: è venuto proprio per esaudirle, a modo suo.
Pietro confida al Maestro la necessità di sicurezza, fatta a nome di tutt i suoi amici, perché in ogni uomo questa domanda profondamente esiste.
La Bibbia ci ha insegnato che ad ogni chiamata è legata una promessa. Abramo è l'esempio tipico di questo modo di vedere il rapporto con Dio. Da quell'incontro fondamentale l'uomo di fede è colui che ascolta una promessa e si mette in cammino seguendo Dio che lo precede.
Pietro è stato chiamato come gli altri discepoli: qual'è la promessa che Gesù dona? Loro lo hanno seguito affascinati da parole che danno la vita ma è il momento di conoscere l'eredità del Maestro.

La risposta di Gesù supera sicuramente ogni aspettativa degli apostoli:
"In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele".
Il Figlio dell'Uomo, intronizzato nella gloria, è sacrosanto, ma che a loro sia destinato un posto accanto a lui, su un trono, partecipi della sua regalità, a giudicare le 12 tribù di Israele come nuovi e definitivi patriarchi, è il massimo che un ebreo potesse sentirsi dire!
Giudicare la terra e le nazioni era una prerogativa del Signore (cfr. Sal 95, 13); in questo modo sorreggeva e beneficava il mondo.
Regnare con lui per sempre, guardare all'intera umanità con la giustizia del Padre, è la pienezza di bene, un dono immenso!

M è solo la prima parte della promessa.

"Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna".
Ed ecco una seconda parte della promessa!
Pietro aveva fatto sottintendere quasi un rimpianto o una faticosa lacerazione: "noi abbiamo lasciato tutto"!
Si sente un figlio di Abramo in questo abbandono di una casa, una moglie e una famiglia, fa un bilancio e "tutto" gli manca!

Il primo apostolo è un uomo ben ancorato a terra, poco propenso a fare voli pindarici e Gesù lo sa e non pensa ad assicurargli solo il dopo, la gloria, l'eredità nei cieli.
Niente è perso, tutto è guadagnato per una pienezza definitiva e inaspettata che Pietro non aveva potuto immaginare.
All'iniziale rinuncia dei propri sogni e delle proprie aspettative a causa del nome di un altro e non del proprio (perché quel Nome è al di sopra del proprio e di ogni altro nome) seguirà il centuplo di "tutto".
E' come un conto in banca, un capitale non usato per averne degli interessi futuri. Ma qui l'eredità prospettata è fuori da ogni calcolo e gli interessi sono immediati!
Viene restituito in abbondanza ciò che è più vitale: una dimora, una famiglia una terra. E poi infine la promessa che tutti i figli di Abramo attendono: l'eternità di vita che abbraccia tutte le generazioni della terra, per sempre! Abramo voleva procurarsi una vita dopo la morte generando figli e quell'eredità si realizza quel giorno nelle orecchie dei figli d'Israele, Pietro e i discepoli.

Ringraziamo Pietro e la sua concretezza, perché non ha avuto paura di chiedere. Gesù a chi chiede dà tutto se stesso, a chi bussa spalanca la porta della sua vita (cfr. Lc 11, 9).
E' una domanda che il Vangelo ci suggerisce perché sentirsi annunciare un tale dono apre il nostro cuore a scoprirlo e a viverlo oggi, nella gioia.
Alla logica che non sa staccarsi dal calcolare un tornaconto, Gesù risponde spalancando il suo grembo e facendo piovere un'abbondanza esagerata di vita; quella che è in lui la riversa sui suoi amici, ora, subito, quaggiù.
E come ad Abramo il figlio gli fu ridato vivo come un segno che Dio non voleva togliergli "tutto"
(cfr.Eb 11, 19), così a noi ci viene dato un Figlio in cui tutto è donato, gratis, in abbondanza, oggi e per sempre.

Commenti

  1. Tutto
    Il bimbo vuole tutto
    La bramosia di possesso, e ' sempre alla ricerca
    Cosa non darei per avere.....
    Ecco tutto ed avere!
    Con la logica di DIO il bello è darsi, non solo dare... Il tutto è solo LUI.
    GRAZIE, COSÌ SIAper me.

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  2. Oggi così mi risuona nel cuore la Parola:

    "quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo". Questo "quando" mi supera e supera ogni mia aspettativa. C'è un tempo di gloria e rigenerazione. Il mondo intero viene rigenerato, generato di nuovo, un mondo quindi che non cammina verso la condanna e la distruzione. Parole luminose queste di Gesù, che riempiono i miei occhi e il mio cuore di una visione nuova su tutto. Camminiamo verso la gloria e una nuova generazione di ogni cosa. Il Padre continuerà a fare il padre per sempre. Non smetterà mai di esserlo. Intorno a me i segni di invecchiamento e di usura di ogni cosa sono evidenti. Ma questa parola dà un colore nuovo ad ogni cosa. "La vita non è tolta ma trasformata", così preghiamo ad ogni liturgia funebre. Camminiamo in questa gloriosa trasformazione che dona vita nuova ad ogni cosa.

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  3. Che cosa aspettarsi di più noi, io che lo seguo...se non la vita eterna seduta vicino a Lui?

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