Prima lettura del 31 luglio 2020

Forse ti ascolteranno
Ger 26, 1-9

"All’inizio del regno di Ioiakìm, figlio di Giosìa, re di Giuda, fu rivolta a Geremìa questa parola da parte del Signore:
«Così dice il Signore: Va’ nell’atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola. Forse ti ascolteranno e ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso mi pentirò di tutto il male che pensavo di fare loro per la malvagità delle loro azioni. Tu dunque dirai loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi e se non ascolterete le parole dei profeti, miei servi, che ho inviato a voi con assidua premura, ma che voi non avete ascoltato, io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città una maledizione per tutti i popoli della terra».
I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremìa che diceva queste parole nel tempio del Signore. Ora, quando Geremìa finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo arrestarono dicendo: «Devi morire! Perché hai predetto nel nome del Signore: “Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata”?». Tutto il popolo si radunò contro Geremìa nel tempio del Signore".


È un momento difficile per Israele e anche per il suo profeta. Il messaggio che il Signore gli affida è in contrasto con la politica del re e con l'atteggiamento collaborazionista dei sacerdoti. È un messaggio di rottura, come tutte le grandi profezie e quindi pericoloso per l'incolumità di colui che l'annuncia.

"Così dice il Signore: Va’ nell’atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola".

È il pulpito più alto e qualificato che il Signore potesse affidare ad uno che non è sacerdote e quindi non addetto al tempio. Tutto Israele sale al Tempio santo del Signore in pellegrinaggio per ascoltarne la voce. E così sarà.
La parola del Signore non è quella attesa, di approvazione, ma un forte rimprovero per la sordità con cui il popolo si era voluto proteggere.

"Forse ti ascolteranno e ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso mi pentirò di tutto il male che pensavo di fare loro per la malvagità delle loro azioni".
In quel "forse ti ascolteranno" c'è tutto il dolore di Dio per la durezza di cuore del suo popolo e tutta la sua speranza che questa nuova parola li induca a conversione. Il Signore è sempre pronto a cambiare idea e strategia davanti al suo popolo che ritorna a lui.

"Tu dunque dirai loro: Dice il Signore".
Il messaggio inizia con un invito all'ascolto: è il Signore che parla, l'orecchio del cuore deve essere proteso ad ogni sua parola.
E' l'invito fondamentale ma è anche il credo del popolo: "Shemà Israel".
"Ascolta, o Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno" (Dt 6, 4).
Ascoltare è fare memoria di chi parla, rimettersi in sintonia con la sua Signoria.

"Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi e se non ascolterete le parole dei profeti, miei servi, che ho inviato a voi con assidua premura, ma che voi non avete ascoltato..."
Il frutto del non ascolto è piombare in un'esperienza di abbandono e di lontananza da Dio, conseguenza delle scelte idolatriche. Il Signore denuncia il cammino da sordi e da stolti.
Il popolo ha indurito il cuore rifiutando i profeti che umilmente annunciano un fututo prospero e preparato da un Padre.

"...Io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città una maledizione per tutti i popoli della terra".
Il Tempio di Gerusalemme gloria del Dio vivente e Gerusalemme sorgente di benedizione per tutta l'umanità, perdono il loro ruolo, non sono più luoghi di benedizione per gli altri popoli della terra.
Esempio proverbiale di una simile perversione è Silo, capitale di Israele per 300 anni prima di Gerusalemme e il suo tempio, diseredato perché non più obbediente alla voce del Signore.
Nella visione profetica anche Gerusalemme e il suo Tempio vanno incontro alla stessa fine.
Il profeta vuole avvertire i capi del popolo di non cullarsi nel loro privilegio; tutto può essere loro tolto come è già successo per l'antica capitale.

"I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremìa che diceva queste parole nel tempio del Signore".
Tutti odono il profeta parlare, ma udire non è ascoltare: l'obbedienza alla parola udita è vero ascolto.
Infatti appena Geremia finisce di parlare tutti rispondono così:
«Devi morire! Perché hai predetto nel nome del Signore: “Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata”?»
Geremia è trattato come un falso profeta che ha usurpato un ruolo che non viene dal Signore; quindi và ucciso secondo le leggi di Israele.

"Tutto il popolo si radunò contro Geremìa nel tempio del Signore".
Inizia così la passione di Geremia, che i Padri della Chiesa hanno subito visto come profezia di Gesù e della sua passione.
Entrambi sono stati avversati proprio perchè la parola che annunciavano era una denuncia ad un culto vuoto, tutto incentrato sul tempio, ma lontano dal cuore e da una vera relazione col Dio vivente.
Difficile scardinare la devozione al luogo di culto fatto di pietra che aveva preso il posto del Dio presente e dimorante in mezzo al popolo.

E' un monito che sentiamo importante per la nostra fede oggi.
Il fanatismo religioso è chiaramente visibile quando la compassione, la misericordia e l'umiltà all'ascolto, vengono sostituite con l'intransigenza e la soppressione di parole profetiche scomode.

La premura del Signore continua a suscitare profeti nel nostro tempo che lanciano la comunità dei credenti verso il nuovo che lui vuole per tutta l'umanità.
La speranza di questa pagina "Forse ti ascolteranno" è quella del Signore e quella di ogni credente.

Commenti

  1. "Forse ti ascolteranno". Sorprende e scandalizza questo forse. Geremia profeta di Dio, sente il Signore parlare così. È la resa di Dio alla verità: non ascoltiamo la sua voce. Ci vorrà un profeta che prima di parlare guarisca il nostro orecchio. Un profeta che gridi "effetà" alla nostra chiusura di cuore. Un profeta che dica "beati quelli che ascoltano". Sentire chiacchiere non è lo stesso che ascoltare la Voce. Un forse così vero che darà la forza al profeta di non perdere la fiducia nel suo annunciare fallimentare. Un forse che ci riporta al punto di partenza: "ascolta e vivrai"!

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  2. Devi morire perché hai predetto nel NOME del Signore.
    Tutti hanno qualcosa da imputare per il tuo comportamento.
    Non è lineare alla Parola.
    Chi è totalmente permeato di LUI, che non toglie nulla, uno iota, ai SUOI insegnamenti!
    Chi?
    Ecco quando parlo di LUI, vengo attaccato, legato, fatto a p.....
    Non sempre....
    Quindi la morte di me stesso, quando vengo attaccato, mi purifica...

    E' veramente un morire purificatore.

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  3. Mi colpisce l invito di Dio di proclamare la sua parola rivolto a Geremia perché il popolo lo senta lo ascolti e non dentro il tempio ma nell' atrio del tempio.... A Geremia l avversione dei sacerdoti ...i primi a non ascoltare siamo proprio noi persone del tempio .... Signore guarisci le nostre orecchie fa che ascolti da qualsiasi parte giunge il tuo invito il tuo messaggio .... Che non mi perda nell' incapacità di ascoltare si i profeti ma soprattutto il Profeta che grida con insistenza nel profondo della mia caverna del cuore

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