Salmo del 27 luglio 2020

La Roccia che ti ha generato
Dt 32,18-21

"La Roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato;
hai dimenticato il Dio che ti ha procreato!
Ma il Signore ha visto e ha disdegnato
con ira i suoi figli e le sue figlie.

Ha detto: «Io nasconderò loro il mio volto;
vedrò quale sarà la loro fine.
Sono una generazione perfida,
sono figli infedeli.

Mi resero geloso con ciò che non è Dio,
mi irritarono con i loro idoli vani;
io li renderò gelosi con uno che non è popolo,
li irriterò con una nazione stolta»".

Oltre che al libro dei Salmi, che ne contiene 150, anche in altri libri biblici sono presenti bellissimi inni che ricordano momenti cruciali della vita di Israele e la preghiera difficile che ne è nata.
Nel capitolo 32 del libro del Deuteronomio, Mosè è ormai prossimo alla morte e istruisce Giosué su come condurre un popolo duro e testardo.
Passandogli il suo carisma di pastore, pronuncia questo cantico, che il Signore gli suggerisce, affinché il popolo ascolti.
È una preghiera che è memoria e allo stesso tempo catechesi sull'esperienza di Israele con il suo Dio liberatore.

"La Roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato;
hai dimenticato il Dio che ti ha procreato!"
Il Signore Roccia ha condotto i figli nel deserto che solo a lui potevano ancorarsi nella mutevole conformazione delle dune
Eppure questi figli lo hanno trascurato, messo da parte come un idolo inutile.
Anche Gesù nel Vangelo denuncia in parabole, che il re è rifiutato dagli invitati alle nozze; essi adducono motivi più urgenti rispetto al Regno di Dio: "quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari" (Mt 22, 5).

"Ma il Signore ha visto e ha disdegnato
con ira i suoi figli e le sue figlie".
Il Dio biblico è definito continuamente lento all'ira e grande nell'amore. Questa breve fiammata d'ira, come immediata reazione indica la gelosia di Dio, cioè quanto lui tenga al suo popolo; non è disposto a condividerlo con nessun idolo, si accende di rabbia vedendo il popolo amato perdere la vita dietro cose che non salvano.

"Ha detto: «Io nasconderò loro il mio volto;
vedrò quale sarà la loro fine.
Sono una generazione perfida,
sono figli infedeli»".
Il versetto di un salmo dice, in altre parole, la nuda realtà di chi si allontana dall'amore:
"Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere" (Sal 104, 29). L'esperienza della morte, non solo quella fisica, ma molto di più quella relazionale che coglie chi non ha più speranza, chi non ha davanti un Padre, è annunciata al popolo per scuoterlo e per risvegliare i cuori intorpiditi. L'infedeltà nell'umanità è un contrappunto continuo nella storia della salvezza. Ogni storia personale in fondo risente di questa ferita nel rapporto con il Signore.

"Mi resero geloso con ciò che non è Dio,
mi irritarono con i loro idoli vani".
Ecco il punto: la prostituzione dell'idolatria suscita la gelosia del Signore.
Con un sentimento umano che fa ribellare davanti ad un tradimento, viene messo in immagini ciò che muove il Signore per riprendersi i figli amati.

"Io li renderò gelosi con uno che non è popolo,
li irriterò con una nazione stolta".
Il Signore usa la stessa strategia col popolo: gli fa provare lo stesso bruciante sentimento affinché capisca quello che ha fatto.
Una nazione che Israele credeva nemica e lontana dal Signore sarà eletta figlia: parola profetica perché in Cristo tutte le nazioni diventeranno figlie nonostante la loro stoltezza.
Solo allora, finalmente, Israele si renderà conto di quanto fa male il tradimento!

I profeti sono instancabili nel mostrare la molteplicità delle vie educative messe in atto dal Signore per educare il suo popolo e riportarlo sulla via della fede.
Il linguaggio è potente, intimo e drammatico insieme perché è quello dell'amore, delle nozze, del tradimento, della prostituzione.
Plasticamente si mostra la veemenza dell'amore di Dio per il suo popolo e la fragile risposta di quest'ultimo.
Niente ferma i tentativi continui di riportare i figli al suo amore.
Questa la buona notizia: la Roccia della nostra salvezza non molla e tramite i profeti fa risuonare in ogni tempo la voce che attira a sé i figli che ama.

Commenti

  1. "La Roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato". Una parola profetica che risuona come una campana al mio cuore assopito. Trascurare una roccia e poi piangere per l'instabilità. Trascurare chi mi ha generato e poi andare a caccia di senso per la vita. Stoltezza è la parola che usa la Bibbia per chi vive così. Costruire sulla roccia del mio cuore che è Dio, attingere con gioia al seno del Signore che mi ha generato: questa è sapienza. Il profeta mi chiama alla Sapienza. Il suo grido è salutare per me. Benedetta profezia che mi risveglia alla vita.

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  2. Il Signore ha visto.
    Lui tutto scruta
    Vede, esamina, consola
    Come un buon papà si dispiace per un figlio discolo.. Ma lo ama comunque, anzi di più...
    Questo succede a me padre di terra...
    Lui fa di più
    Grazie
    Amen

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