Prima lettura del 20 luglio 2020

Il processo del Signore
Mi 6, 1-4.6-8

"Ascoltate dunque ciò che dice il Signore:
«Su, illustra la tua causa ai monti
e i colli ascoltino la tua voce!».
Ascoltate, o monti, il processo del Signore,
o perenni fondamenta della terra,
perché il Signore è in causa con il suo popolo,
accusa Israele.
«Popolo mio, che cosa ti ho fatto?
In che cosa ti ho stancato? Rispondimi.
Forse perché ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto,
ti ho riscattato dalla condizione servile
e ho mandato davanti a te
Mosè, Aronne e Maria?».
«Con che cosa mi presenterò al Signore,
mi prostrerò al Dio altissimo?
Mi presenterò a lui con olocausti,
con vitelli di un anno?
Gradirà il Signore
migliaia di montoni
e torrenti di olio a miriadi?
Gli offrirò forse il mio primogenito
per la mia colpa,
il frutto delle mie viscere
per il mio peccato?».
Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la bontà,
camminare umilmente con il tuo Dio".

Un brano veramente straordinario questo del profeta Michea, in cui Dio non è giudice, ma è lui in causa e la controparte nel processo è il suo popolo.
Chi è allora il giudice che Dio stesso chiama in causa?

"«Su, illustra la tua causa ai monti

e i colli ascoltino la tua voce!».
Ascoltate, o monti, il processo del Signore,
o perenni fondamenta della terra,
perché il Signore è in causa con il suo popolo,
accusa Israele".
Ecco chi è il giudice tra i due contendenti: l'intera creazione. È il Signore stesso ad invocare questo giudizio.
"I cieli narrano la gloria di Dio" (Sal 19,1)
Quale testimone migliore dell'opera delle sue mani?
Come la Pietà di Michelangelo "parla" della maestria unica dello scultore, così la complessità e il meraviglioso ingranaggio non pensato da mente umana, annuncia chi sia il creatore.

"Popolo mio, che cosa ti ho fatto?
In che cosa ti ho stancato? Rispondimi".
Il Signore ha fatto ogni cosa per il suo popolo dopo averlo liberato dalla schiavitù e avergli dato una terra "dove scorre latte e miele".
Che male ha fatto Dio al suo popolo e all'umanità? Perché il popolo è assente, stanco, lontano?
Dopo tanta parola annunciata, il mutismo e la mancanza di lode da parte di Israele è inspiegabile.

"Forse perché ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto,
ti ho riscattato dalla condizione servile
e ho mandato davanti a te
Mosè, Aronne e Maria?».
Forse è questa l'accusa che il popolo muove al Signore? Siamo a questo paradosso?
Come è possibile che il troppo bene sia un impedimento ad amare Dio?
Vengono citati tre testimoni autorevoli di tanta cura: Mosè, suo fratello e sua sorella, coloro che hanno incitato il popolo a uscire dall'Egitto e ad affidarsi alla sola guida del Signore nel deserto.

Il popolo a questo punto non può che riconoscersi in torto e farsi una domanda: "Con che cosa mi presenterò al Signore,
mi prostrerò al Dio altissimo?".
Segue un elenco di vari sacrifici con i quali spera di riparare all'offesa arrecata al suo Dio per le colpe che finalmente ammette di avere.
Ma la buona notizia è che il Signore non sa che farsene dei nostri sacrifici!
È il grido di tutti i profeti che sperano di distoglierci dall'idolatria, da questa visione troppo umana di Dio.
Drammatico solo a pronunciarlo il dubbio che il Signore richieda l'olocausto dei primogeniti, come se fosse un altro faraone che pretende il sangue dei figli!

Infine è il profeta stesso a rivelare cosa vuole veramente il Signore dai suoi fedeli:
"Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia,
amare la bontà,
camminare umilmente con il tuo Dio".
La giustizia, la bontà e il cammino umile: ecco in tre parole cosa si aspetta il Signore da noi.
Praticare la giustizia è amare l'umanità come ci ha insegnato il brano della Sapienza nella liturgia di ieri.
Perseguire la bontà significa non stancarsi di essere benedizione per il prossimo e non arrendersi a scorciatoie che sostituiscono il bene difficile da fare con altre cose che poco hanno a che fare con l'amore.
Infine un'espressione meravigliosa che ricorda il periodo esempio di ogni sequela: il cammino con Dio nel deserto per 40 lunghi anni è una vita intera in cui il Signore è scoperto come unico sostegno e aiuto.
Il processo è concluso con piena assoluzione di colui che benefica la nostra vita gratis e del popolo che finalmente si arrende con l'umiltà dei figli al Dio amante.

Commenti

  1. Popolo mio, cosa ti ho fatto?
    La diffidenza e l'incredulita' sono la base del mormorio a qualunque sorte o avvenimento vissuto.
    Il piacevole e volitivo abbandono agli eventi, vissuti con sapienza e speranza, sono gli ingredienti giusti per vivere la logica di DIO in quello che vivo quotidianamente.
    Fammi sempre LUCE, stammi vicino
    Nel senso che avverto io la TUA vicinanza.
    Amen

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  2. È una parola moto accorata che sento stamattina rivolta a me... ascoltate...ascoltate... E poi tu o mio Dio fai la elenco dei tanti prodigi che hai compiuto e io potrei continuare con quelli che Tu hai compiuto nella mia vita. Se vengo a causa con te posso pensare di presentarmi con tante azioni compiute per te... Ma mio Signore tu mi inviti a presentarmi a Te nel modo logico, nel solo modo: praticare la giustizia, amare la bontà , camminare umilmente con il mio Dio.

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  3. "Camminare umilmente con il tuo Dio". È una preziosa indicazione del profeta. Cosa chiede il Signore? Tante cose, ma questa è la più bella. Come con Abramo, come con Mosè, amici di Dio, il Signore desidera che camminiamo con lui umilmente, cioè semplicemente, come camminano gli amici. Umilmente Dio cammina con noi. Umilmente noi camminiamo con lui. Come amici. Questa sua richiesta raggiunge il più profondo dei nostri desideri: quello della comunione con Dio. Ma che noi immaginiamo sempre in modo contorto e complicato, con riti, speciali preghiere e un serie di regole che alla fine ci tengono lontano da lui. Umilmente, questo è il modo, senza tante cerimonie, senza troppi giri di parole, con fiducia semplice, con attenzione amorevole, pazienza amicale. "Vi ho chiamato amici" dice Gesù ad ogni uomo che si avvicina a lui. È il modo dei profeti di incontrare e annunciare il Dio vivente.

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  4. Il Dio vivente cammina con me, non sta sul piedistallo in attesa dei miei "sacrifici", nessun altro ha un Dio così....

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