Salmo del 18 marzo 2021

Il suo amore è per sempre
Sal 106 (105), 1-12

"1 Alleluia.

Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.

2 Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?

3 Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.

4 Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo,
visitami con la tua salvezza,

5 perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.

6 Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.

7 I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie,
non si ricordarono della grandezza del tuo amore
e si ribellarono presso il mare, presso il Mar Rosso.

8 Ma Dio li salvò per il suo nome,
per far conoscere la sua potenza.

9 Minacciò il Mar Rosso e fu prosciugato,
li fece camminare negli abissi come nel deserto.

10 Li salvò dalla mano di chi li odiava,
li riscattò dalla mano del nemico.

11 L'acqua sommerse i loro avversari,
non ne sopravvisse neppure uno.

12 Allora credettero alle sue parole
e cantarono la sua lode".


La nostra storia personale e la storia del mondo, con i suoi fatti belli o brutti, esaltanti o drammatici, può diventare contenuto della preghiera? Arditamente i Salmi, come quello della liturgia di oggi, ci mostrano che è possibile.
Israele, ripensando a quanto il Signore ha fatto per lui nel corso delle vicende della sua storia, loda la sua misericordia cantandone le lodi ed esulta nella certezza della vicinanza salvifica.

"Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre".

Il primo motivo della lode è sempre la bontà continua, fedele, duratura che il Signore mostra per i suoi figli. Il suo amore non è mai venuto meno e Israele può annunciarlo nella gioia, affinché tutti i popoli lo scoprano.

"Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?"

In due modi potremo interpretare questa domanda.
Sono così grandi e numerose le opere e i prodigi del Signore che nessuno può riuscire a raccontarle tutte.
D'altra parte il popolo ne fa memoria e le narra perché solo chi fa esperienza concreta, cioè è passato dai pericoli e ne è uscito vivo, può essere testimone della salvezza e innalzare un inno di lode.

"Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo".

È la considerazione del popolo che nella Legge del Signore trova il suo diletto (cfr. Sal 1, 2).
Milioni sono le ricette per trovare la felicità; Israele l'ha trovata e insegnata per secoli. Seguire le vie di Dio e i suoi insegnamenti è fonte di beatitudine e pace, sicurezza di camminare sui giusti sentieri che portano a realizzare la vita nel bene.

"Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo,
visitami con la tua salvezza,
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità".

L'invocazione nasce dalla fiducia nella bontà di Dio che ascolta la voce del suo popolo e si muove in suo favore. Ogni fedele, per questa appartenenza collettiva, per essere eredità di Abramo, è certo di essere visitato dal Signore, di essere inabitato dalla sua presenza, di arrivare a vederne il volto.

"Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso".

Ma se grande è il tesoro di grazia conservato per secoli, grande è anche la consapevolezza del peccato, degli allontanamenti personali e comunitari, incisi come ferite profonde nel cuore di ogni fedele.

"I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie,
non si ricordarono della grandezza del tuo amore
e si ribellarono presso il mare, presso il Mar Rosso".

Ricordare la storia antica di Israele, vederne i lati oscuri con onestà, è riconoscere la profondità della mancanza di fiducia che faceva sprofondare il popolo nella disperazione. L'incedere dei nemici diventava l'angoscia crescente e faceva temere di aver perso tutto.
Ma al peccato dei padri, Dio aveva risposto con la sua misericordia, rendendo manifesta a tutti, specialmente ai suoi figli, che il suo amore non era venuto meno:
"Ma Dio li salvò per il suo nome,
per far conoscere la sua potenza".


Il Signore non rende pan per focaccia, non ripaga i figli ribelli secondo le loro colpe (cfr. Sal 102, 10).
"Minacciò il Mar Rosso e fu prosciugato,
li fece camminare negli abissi come nel deserto".

Cose inaudite videro egiziani ed israeliti, entrambi sopraffatti dalla potenza del Dio vero.
Il Signore si mostra il dominatore in ogni realtà! La sua potenza si estende dagli abissi alle terre più inospitali, e il popolo è fatto partecipe di questo dominio, camminando nell'asciutto sul mare e nutrito e dissetato nel deserto.
Nessun male umano o della natura può fermarne il progetto di salvezza.

"Li salvò dalla mano di chi li odiava,
li riscattò dalla mano del nemico".
Il Signore è il vero condottiero nelle lotte continue che sfiancano i suoi figli. Egli lotta per strapparli al nemico che lo vorrebbe fare schiavo e assoggettare a poteri umani.
I suoi figli passano dalla mano dei nemici alla sua mano di Padre, e sono riscattati, cioè lui paga per la liberazione, è lui il redentore d'Israele.

"L'acqua sommerse i loro avversari,
non ne sopravvisse neppure uno.
Allora credettero alle sue parole
e cantarono la sua lode".

L'abisso profondo che aspettava i corpi degli ebrei fuggiaschi, inghiotte coloro che li braccavano come una preda.
Il popolo è stato così tanto sedotto e convinto dal segno del passaggio nel Mar Rosso, che questo ricordo diventerà un sacramento per tutti i figli, l'amen a cui aggrapparsi nei momenti di sofferenza futura, il memoriale e il fondamento della fede per tutti i discendenti.

Anche noi ci uniamo alla lode dei fratelli ebrei per quel passaggio pasquale che profetizza e trova compimento nella Pasqua del Figlio, motivo di salvezza per tutta l'umanità, passaggio epocale e definitivo dalla morte alla vita. Rendiamo grazie ed esultiamo per la sua misericordia che ha camminato sull'abisso del nostro peccato, prosciugandolo e trasformandolo, da via di perdizione, a sentiero di salvezza.
Come Israele, stupefatti per tanta grazia, possiamo annunciare a tutte le generazioni: Alleluia, "il suo amore è per sempre"!

Commenti

  1. Mi risuona in cuore la parola di Paolo ai Romani: ma la dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia affinché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore" inondata dal tuo Amore, avvolta dalla tua Misericordia, fasciata dalla tua compassione gioisco in Te, mio Dio

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  2. "L'acqua sommerse i loro avversari,
    non ne sopravvisse neppure uno.
    Allora credettero alle sue parole
    e cantarono la sua lode".

    I SEGNI rappresentano il memoriale vero ed efficace per il prosieguo del mio povero cammino.
    Cammino per Tua grazie,verso la mèta che TU hai voluto per me:la GIOIA d'essere libero da legacci che mi fanno solo morire quotidianamente.
    Non abbandonarmi alle seduzioni e tentazioni che mi s'immettono lungo la mia strada.
    così sia!

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  3. "Il suo amore è per sempre". È questa la roccia della mia vita: l'amore per sempre. Sicurezza, fiducia, speranza, capacità di volare, tutto vive di questa certezza:
    "Il suo amore è per sempre".
    L'amore del Signore è eterno, definitivo, non viene mai meno. Nulla lo ferma, nulla lo vince. È un vero per sempre, perciò è vero amore.
    È punto di partenza e di arrivo. Precede e segue ogni cosa. È al sorgere e al tramontare di ogni storia.
    "Il suo amore è per sempre".
    Il mio poco incontra il suo tutto. La mia infedeltà si inabissa nella sua fedeltà senza cedimenti. In ogni conclusione è il suo amore che rimane.
    "Il suo amore è per sempre".
    È la prima parola dopo il silenzio e l'ultima parola che apre alla festa senza fine.

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