Salmo del 31 marzo 2021 - Mercoledì Santo

Volgiti a me nella tua grande tenerezza
 Sal 69, 11- 18

"11 Piangevo su di me nel digiuno,
ma sono stato insultato.

12 Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato per loro oggetto di scherno.

13 Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi deridevano.

14 Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.

15 Liberami dal fango, perché io non affondi,
che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde.

16 Non mi travolga la corrente,
l'abisso non mi sommerga,
la fossa non chiuda su di me la sua bocca.

17 Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.

18 Non nascondere il volto al tuo servo;
sono nell'angoscia: presto, rispondimi!"

19 Avvicìnati a me, riscattami,
liberami a causa dei miei nemici".


Abbiamo commentato la prima parte del Salmo, e ci lasciamo ancora accompagnare da questa preghiera sofferta per meditare la profonda compenetrazione di Gesù nelle nostre passioni continue, nella sofferenza profonda che solo nel Signore trova conforto.

"Piangevo su di me nel digiuno,
ma sono stato insultato".
Digiuno di amici, di sicurezze, di un futuro sicuro: a quest'uomo niente è stato risparmiato.
La sua vita insultata e denigrata, è spogliata di tutto ciò che dà dignità e forza per rialzarsi.

"Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato per loro oggetto di scherno".

L'atteggiamento penitenziale, di chi si mette completamente nelle mani del Signore, riconoscendo il proprio limite, sembra attirare ancora di più lo schermo di chi circonda il nostro uomo sofferente.

"Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi deridevano".

Alla porte della città venivano cantate le lodi dei signori, di coloro che erano baciati dal favore divino. Per quest'uomo solo parole di dispregio e ingiurie. Nessun conforto dai concittadini e addirittura si prendono gioco di lui coloro che vogliono dimenticare i loro problemi, affogandoli nel vino.

"Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza".

La fede è il conforto in ogni dolore, il sostegno in ogni caduta. Il salmista trova in Dio l'unica benevolenza, l'unico che benedice in mezzo a tante maledizioni.

"O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza".

L'invocazione si fa intensa: un povero si aggrappa al Signore quando l'infedeltà lo circonda. La memoria d'Israele sa che l'unico rimasto fedele al popolo in tutte le sue vicissitudini, è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Dio è fedele nel salvare, è fedele nell'accogliere e nel perdonare.

"Liberami dal fango, perché io non affondi,
che io sia liberato dai miei nemici e dalle acque profonde".

Con l'acqua alla gola l'invocazione al Signore diventa supplica per tornare a respirare libero. I nemici affogano le possibilità di vita, ma il Signore è la mano tesa che libera dal fango in cui tutti lo vogliono annegare.

"Non mi travolga la corrente,
l'abisso non mi sommerga,
la fossa non chiuda su di me la sua bocca".

Un rischio mortale minaccia la vita del salmista, la bocca del regno della morte sta per chiudere le sue fauci su di lui. Solo il Signore della vita può strappare il suo fedele dalla tomba.

"Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
Non nascondere il volto al tuo servo;
sono nell'angoscia: presto, rispondimi!"

Ecco cosa risolleva: l'esperienza indelebile di un Dio prossimo, vicino, tenero e buono con gli uomini.
Il grido non rimane inascoltato, il Signore risponde nell'ora della gloria, l'ora che è nelle sue mani, ai suoi figli che chiedono salvezza.

"Avvicìnati a me, riscattami,
liberami a causa dei miei nemici".

Il Signore è invocato come colui che paga il riscatto per liberare uno schiavo, per ridare dignità ad un prigioniero di uomini che gli succhiano la vita. Egli è il redentore, che paga di persona per liberare un figlio.
Redentore è uno dei nomi più celebrati nella Scrittura e a questo liberatore anche il Cristo si è affidato nell'ora più difficile, prima della croce.

Per il salmista vedere il suo volto sarebbe l'unico sollievo, ascoltare la sua voce riaprirebbe il cuore alla speranza.
Un israelita ha la certezza che il volto di Dio non si può vedere (cfr. Es 33, 20) eppure, anela un volto che non mostri astio ma benevolenza, non denti digrignati, ma sorrisi.
Tanti versetti della Bibbia ripetono questa invocazione: "
Non nascondere il volto" (cfr. Sal 27, 9 - Sal 143, 7).
La consolazione viene da Dio stesso che chiede a Mosè di benedire il popolo con queste parole:
"Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace" (Nm 6, 25-26).
Vedere il volto dell'amato è la felicità più grande, la realizzazione della propria vita che si specchia negli occhi di chi guarda accogliendo.
Abbiamo bisogno di volti nelle nostre solitudini, di sguardi che dicano quanto siamo preziosi e voluti. Dopo il volto del crocefisso possiamo essere certi che lo sguardo di Dio sia rivolto verso di noi per salvarci.
Cristo Gesù ci ha lasciato un volto di carne in cui specchiarci: lui, vera manifestazione del Padre ci ha tolto il timore di guardare Dio e ci ha lasciato la gioia di immergerci nel suo amore.

Commenti

  1. "Avvicìnati a me, riscattami". Una richiesta ardita. Un desiderio profondo. Una invocazione necessaria. La mia vita, bisognosa di riscatto è al Signore che si rivolge. Non ho paura di chiedere "Avvicìnati a me", ho bisogno di questa vicinanza. Non mi manca il coraggio di chiedere "riscattami", perché ho fiducia nella forza dell'amore. Da quante cose la mia vita ha bisogno di essere riscattata? Quante cose la tengono legata? Per questo oggi grido "Avvicìnati a me, riscattami", sapendo di non restare deluso.

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  2. Sparlavano di me... quanti alla mia porta

    Chi non mi sprala
    Parla, mi addita
    Mi rimprovera
    Chi non aspetta il mio uso
    Chi non vuole altro che cose.
    Io in questo periodo do' quello che posso, non strafaccio come prima.
    Non ho più quelle stesse energie.
    Ma faccio il mio operato.
    Sono additato a fannullone. Tu lo sai.
    Grazie per la TUA vicinanza.

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  3. Grazie oDio per il tuo amore fedele

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  4. Il Signore è giudice della mia vita, è il liberatore, il salvatore. Io come il salmista grido a te Signore, liberami dai nemici, fammi giustizia. Vieni presto Padre Santo in te confido.

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  5. Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
    gli ubriachi mi deridevano.

    14 Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
    Signore, nel tempo della benevolenza.
    O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
    nella fedeltà della tua salvezza.

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