Prima lettura di domenica 18 settembre 2022
Comprare con denaro gli indigenti
Am 8, 4-7
"Il Signore mi disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere»".
Credere nel Dio di Abramo significa credere in colui che fa preferenze ma non per i potenti, i ricchi, i facoltosi della terra. I suoi pupilli sono gli ultimi, gli oppressi, coloro che proprio gli arrivisti e gli egoisti emarginano continuamente.
Può la fede conciliarsi con una visione consumistica e oppressiva dei fratelli? Può un credente illudersi di essere tale mentre sfrutta un operaio, un immigrato, un bambino, una donna sottopagata e tutti i lavoratori che reggono un sistema che arricchisce solo i più arroganti?
I profeti sono stati di una franchezza che non fa sorgere dubbi, non hanno mai fatto sconti o deroghe su questo peccato gravissimo.
Il loro grido a favore dei poveri è ancora attuale e scuote la nostra fede troppo abituata a dare per scontato principi così importanti o indulgente con coloro che hanno i soldi.
"Voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese".
Amos si rivolge certamente ad un gruppo di potere. È vergognoso, dice il profeta, che all'interno del popolo che Dio ha salvato dall'oppressione e dalla schiavitù, ci sia chi a sua volta calpesta e sfrutta, fino a sterminare i propri fratelli.
È una denuncia coraggiosa e gravissima, che ci ricorda chi siamo veramente: anche noi oppressi che il Signore ha liberato, destinati a perderci se non fossimo stati tratti da lui alla vita.
"Voi che dite: «Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?»"
Questi affaristi sono infastiditi dalle feste sacre che rallentano la loro possibilità di fare soldi. L'idolatria del denaro non ha limiti e fa a pugni con la volontà del Signore di mettere un freno, una pausa al continuo comprare e vendere.
Le ferie e i riposi, per chi vive di commercio, sono visti come una maledizione. Il denaro non si può fermare mai.
"E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?"
Lo stesso sabato, la festa sacra per eccellenza del popolo biblico, perde la sua funzione di traino di tutti i giorni come benedetti dal Signore e diventa un impedimento mal sopportato. Passi alla svelta così potranno riprendere traffico e imbrogli per lucrare!
Gesù ha un detto illuminante:
"Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore" (Mt 6, 21).
Amos denuncia un cuore prigioniero, che "compra gli indigenti", che è incapace di godersi le feste del Signore e la gioia dei fratelli.
E' un cancro che può prendere anche il nostro cuore perché la mentalità del profitto porta a quantificare tutto, a diffidare della gratuità, a non fermarsi mai.
La Parola è liberante, è verità che smaschera una religiosità ostaggio del guadagno ad ogni costo, dell'arricchimento sulle spalle degli ultimi che non hanno il necessario neanche per sopravvivere.
La profezia risuoni anche nelle nostre chiese, plasmi la nostra mentalità che ha dimenticato quanto la provvidenza conduca e regga il mondo, ci faccia sintonizzare sui tempi e sui modi del Signore che ci spinge a non abbandonare mai i più poveri della terra.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Am 8, 4-7
Commento del 22/09/2019
Salmo 113 (112)
Commento del 14/05/2020 e Commento del 12/10/2020
Seconda lettura di 1Tm 2, 1-8
Commento del 13/09/2021
Vangelo di Lc 16, 1-8
Commento del 06/11/2020
Vangelo di Lc 16, 9-15
Commento del 06/11/2021
"Voi che calpestate il povero
RispondiEliminae sterminate gli umili del paese".
In quel voi ci sono io.
Calpestate e sterminare
è il rischio che si corre.
Il povero ha bisogno
di accoglienza.
Il peggio lo ha già ricevuto.
Ora attende il meglio.
Questa parola mi impedisce
di dormire.
Questa parola tiene sveglio
il mio cuore.
Questa parola mi spinge all'amore che diventa prendersi cura.
"Voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese".
Voi che dite: «Quando sarà passato il novilunio
RispondiEliminae si potrà vendere il grano?»
Signore donami la saggezza di vivere da PROVVISORIO,non ho io la capacità e nè la possibilità di soddisfare tutti ,SEMPRE!
Quest'estate ho sperimentato che posso "staccare" e dare possibilità ad un fratello meno fortunato,perchè agli inizi,di percepire i primi salari.
Allarga il mio cuore,in altro;ALTRO che parla di TE!
Amen
Seguo dall'hotel val pusteria www.diewaldruhe.com/it
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