Prima lettura di domenica 22 settembre 2019

Certo, non dimenticherò!
Am 8, 4-7

"Il Signore mi disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere»".


Amos, profeta che viene dal mondo contadino, visse nel secolo VIII a.C., nel regno del nord che si formò dopo lo smembramento del regno unitario e potente che fu di Davide e di Salomone.
Il suo è un tempo di prosperità economica ma la ricchezza, ovviamente, era concentrata nelle mani di pochi, che non si facevano scrupolo di calpestare chiunque fosse loro di intralcio. 
La sua voce profetica si innalza su questa forma di grande ingiustizia che è una piaga di tutti i tempi e per ogni popolo.

"Il Signore mi disse".
Il Signore si "intromette", si coinvolge nella storia umana scendendo e parlando al profeta, che spinto dalla parola ricevuta, rende il Signore presente a denunciare approfittatori che accumulavano vantaggi e ricchezze sulla pelle delle masse povere.

"Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese".

È sempre la prima richiesta che il Signore rivolge al suo popolo : Ascolta!
Senza ascolto non c'è possibilità di relazione con Colui che parla e tutto nasce. Ma qui è denuncia, svelamento di soprusi, parola difficile e dura da accettare da chi calpesta anziché sollevare, da chi umilia e uccide anziché ridare una possibilità di vita a chi non l'ha avuta.
La voce del profeta da il nome giusto alle cose: non furbizia, bravura, affari, lavoro, fortuna, ma sopraffazione e violenza è il nome giusto per certe realtà. È rivelato il volto funesto delle società dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri perdono ogni possibilità di vivere dignitosamente.

"Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?".

È il problema di ogni capitalismo e consumismo. Il denaro non dorme mai!

Perché perdere tempo e profitti con feste, vacanze, pause, che fermano la produzione e le catene di montaggio dei capitali?
Ridurre le feste e ferie "inutili" perché infruttuose, inculcare la mentalità che solo chi produce è valido, bravo cittadino, utile agli altri e degno di vivere, questo è il lavoro incessante della propaganda, del pensiero mondano che fagocita tempi "morti", che esclude chi non può lavorare, che crea nuovi lavori da schiavi.
Il Dio dell'Esodo aveva inventato le celebrazioni festive per trasformare un popolo di schiavi con lavoro non stop, in un popolo di uomini liberi che lavorava con una dignità e libertà nuova, per la propria vita e la propria famiglia e non per ingrassare a dismisura il faraone!
Invece nella terra della promessa si duplicano gli stessi schemi di utilitarismo: si affretta la fine delle feste per mietere e vendere, si fariseizza il divieto di lavorare escludendo ciò che danneggia il portafoglio!

"Usando bilance false".
Le bilance e i vari metodi di misura e capacità che quantificavano le merci, erano tarate in modo da avvantaggiare i commercianti che si arricchivano alle spalle dei lavoratori della terra che racimolavano con fatica i raccolti per poter sopravvivere vendendo o barattando le merci.
Una strategia studiata ad arte per frodare più possibile a chi sopportava carestie e raccolti miseri, a chi faceva debiti per tirare avanti.

"Per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali"

I poveri valevano così poco che venivano comprati al prezzo di un paio di sandali, ridotti in schiavitù per debiti, angariati con la famiglia fino a che non avessero pagato fino all'ultimo spicciolo dovuto agli aguzzini...
Non stiamo parlando di dinamiche lontane da noi! Gli Stati stessi, che dovrebbero per costituzione tutelare le fasce deboli della società, mettono in atto meccanismi di "usura" che impediscono a famiglie di rialzarsi e di guardare ad un futuro di lavoro onestamente pagato.

"Venderemo anche lo scarto del grano".
Quanta attualità in questo versetto di 2800 anni fa!
Spazzatura venduta per roba buona, frodi alimentari, ecologiche e commerciali perpetrate continuamente, incuranti della salute dei propri simili e tutto solo per profitti crescenti.

"Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe".
Il Signore giura per se stesso, è lui il vanto di Giacobbe.
Bella questa memoria del patriarca più truffaldino della Genesi!
Colui che si era rubata la primogenitura dal padre Isacco a scapito del fratello Esaù, che froda il suocero che voleva ridurlo ad un garzone schiavo a vita, cambia direzione lottando direttamente con Dio e seppur vincitore, viene azzoppato per incidere nella sua carne che il Signore blocca la strada ai falsificatori e ai furbi.
Dopo la notte di rivelazione e lotta nel fiume, Giacobbe andrà incontro al fratello e allo zio che lo cercavano per ucciderlo, cercando il loro perdono.
Il Signore diventa il suo vanto, la sua ricchezza e ciò lo fa diventare l'ultimo grande patriarca col nome di Israele, segno di un popolo che ha incontrato Dio.

"Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere".
Qui il Signore, che non ruba la vita ma la dona, che rialza chi è caduto, che soccorre i poveri e i perseguitati dalla giustizia, promette sulla sua fedeltà, fa un impegno solenne di prendersi cura direttamente di chi subisce falsità e ingiustizie.
Non darà tregua a nessuno che operi in questo modo, ricordandogli che è una via di morte cercare la ricchezza che spoglia della dignità altri fratelli meno fortunati.

Quanto è urgente e vivo questo messaggio! La critica di Dio, attraverso questo profeta. arriva fino a noi, scardinando le pretese di "diritti acquisiti" se sono armi mortali per chi non ce la fa a stare al passo con i ritmi di produttività ed efficienza mondiali.
La Parola è denuncia e svelamento e chi di noi può dirsi estraneo a queste logiche che ci impegnano a primeggiare sugli altri?

Come Amos, inviso dalle autorità del suo tempo, non lasciamoci abbagliare dalle logiche della protezione di confini, proprietà e benessere, ma denunciamo i sistemi di potere e i meccanismi di sfruttamento che allargano la fame e la disperazione di intere popolazioni.

Commenti

  1. Nella prima fase della nostra esistenza, tutti ci troviamo a servire le cose, cioè dedicati ai beni: ai giocattoli prima, a considerare le cose o le persone come assolute. 
    Un'altra ragione per cui la ricchezza diventa un ostacolo per il cammino del Regno è l'illusione di diventare potenti attraverso la ricchezza. 
    Questa è un'esperienza che facciamo tutti: abbiamo la presunzione, coi beni che possediamo, coi soldi che abbiamo accumulato, di essere in grado di poter orientare gli eventi della storia, di poter dominare gli altri. 
    In fondo anche le guerre sono l'espressione di questa illusione di onnipotenza attraverso gli strumenti di potere, che sono frutto di una ricchezza accumulata a danno degli altri.
    (Carla Sprinzeles)

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  2. Il profeta mette a nudo i sentimenti di questi oppressori dei poveri riferendo le loro argomentazioni cariche di insipiente avidità. Sopportando con insofferenza i giorni di riposo liturgico in quanto vengono a spezzare il ritmo frenetico del loro commercio. 
    Non hanno pudore a vendere anche lo scarto del grano, a falsificare le bilance a scapito dei poveri.
    Tutto questo con la tacita connivenza dei gestori del potere ai quali spetterebbe promuovere il bene comune. 
    Il testo ricorda poi la prassi malvagia tollerata in Israele e regolata da disposizioni di legge: sul povero che non poteva pagare il grano necessario alla sopravvivenza personale e della sua famiglia, incombeva il sequestro degli oggetti o addirittura la riduzione in schiavitù. 
    Ma il Signore che si è proclamato "padre degli orfani e difensore delle vedove", che ha preso a cuore il diritto dei poveri e ascolta il loro grido e sceglie il debole per confondere il forte, non può dimenticarli e difenderli.
    (Carla Sprinzeles)

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  3. Con espressioni fortemente icastiche, il profeta li presenta come una sorta di associazione a delinquere, mentre progettano i loro crimini nei giorni di festa. Quando sarà passato… il Sabato, perché si possa smerciare il frumento,… usando bilance false, per comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali?... (Am.8,5-6). Anche altri profeti bollarono l’illusione di chi immaginava che si potesse essere contemporaneamente religiosi e sfruttatori dei più deboli. Questo testo, che descrive la realtà sociale di alcuni millenni orsono, appare incredibilmente attuale. L’oracolo si conclude con una parola terribile, raccolta dalla bocca del Signore: Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere (Am.8,7).
    (www.assisiofm.it)

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  4. Non è facile gestire tutto secondo i canoni del dono, accoglienza, risolutezza di condivisione.
    C'è chi poi oggi s'indebita anche non lavorando, per la vacanza..
    Qui sono fuori tema, ma l'ascolto a volte produce anche rabbia
    Io comunque mi sacrifico
    La mia qualità di vita è dettata finalmente Oggi,
    da segni di pace, condivisione, accettazione del diverso..
    E vi giuro non mi costa poco....
    Scrollarsi il vecchio non è indolore
    Spero di fare sempre ASCOLTO e non litanie sulla TUA PAROLA
    Aiutami verso l'accoglienza

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