Prima lettura del 22 settembre 2022

Quale guadagno viene all’uomo
Qo 1, 2-11

"Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?
Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa.
Il sole sorge, il sole tramonta
e si affretta a tornare là dove rinasce.
Il vento va verso sud e piega verso nord.
Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento.
Tutti i fiumi scorrono verso il mare,
eppure il mare non è mai pieno:
al luogo dove i fiumi scorrono,
continuano a scorrere.
Tutte le parole si esauriscono
e nessuno è in grado di esprimersi a fondo.
Non si sazia l’occhio di guardare
né l’orecchio è mai sazio di udire.
Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà;
non c’è niente di nuovo sotto il sole.
C’è forse qualcosa di cui si possa dire:
«Ecco, questa è una novità»?
Proprio questa è già avvenuta
nei secoli che ci hanno preceduto.
Nessun ricordo resta degli antichi,
ma neppure di coloro che saranno
si conserverà memoria
presso quelli che verranno in seguito".


I primi versetti di questo libro sono tra i più famosi della Bibbia: si citano come un proverbio, come il ritornello di una canzone.
Le considerazioni di un sapiente esposte nel libro di Qoèlet, sono una provocazione continua per la nostra fede e uno scossone alle nostre illusioni. Che cos'è il mondo? Che senso ha il nostro vivere? Cosa resterà delle nostre azioni? Vale la pena fare tanta fatica se tutto passa e viene dimenticato? Sono domande non da grandi filosofi, ma da comuni mortali che tutti, nel nostro intimo, ci facciamo continuamente, ma che spesso rimuoviamo. Qoèlet, onestamente, le grida affinché risuonino nella nostra coscienza sopita.

"Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità".

Il termine ebraico "avel", qui tradotto con vanità, indica la nebbia, il fumo, il vapore. Si riferisce all'inconsistenza delle cose di questo mondo. Tutto, presto o tardi, svanisce e non lascia traccia, come la nebbia.
Tutto è perciò vano, apparenza che non dura, destinata a scomparire. È una considerazione forte che ci invita a guardare la realtà per quella che è. E' decisamente il contrario di ciò che vorremmo sentirci dire, così maniacalmente attaccati alle "nostre" cose.

"Quale guadagno viene all’uomo
per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?"

Vista la premessa la domanda è di conseguenza. A che pro tanta fatica, tanta bramosia, tanti impegni, tanta sofferenza? È la domanda radicale sul senso della nostra vita. È una domanda che deve spingerci a non dare niente per scontato, a stare svegli e guardare la realtà nella sua fragilità e impermanenza. È così che si impara la sapienza in questo nostro mondo, è così che non ci si ferma a questo mondo.

"Una generazione se ne va e un’altra arriva,
ma la terra resta sempre la stessa".

Con un colpo d'occhio veloce Qoèlet ci dice la vita scorre sempre uguale. Questa attenzione alla monotonia è un antidoto alla nostra frenesia di nuovo, di esperienze elettrizzanti che ci impediscono di pensare.
La vita di tutti i giorni, quella ordinaria, è spesso banale, monotona. Ma è in questa realtà concreta che trascorriamo la maggior parte della nostra vita; abbracciarla e accoglierla ci dà una consapevolezza realistica e necessaria che ci libera da illusioni alienanti.
La domanda "Quale guadagno viene all’uomo" sembra venire da un ateo e invece ci viene rivolta dal Signore. Non è inutile; anzi ci apre alla meta, al tesoro che non marcisce.
La nostra speranza essenziale non è fondata su una realtà contingente e finita, ma sull'esperienza di fede, sull'annuncio della vita che non muore e che ci attende, nudi e liberi da ogni catena che limiti il nostro orizzonte in Dio.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Qo 1, 2; 2,21-23
Commento del 04/08/2019

Salmo 90 (89)
Commento del 01/05/2020

Vangelo Lc 9, 7-9
Commento del 26/09/2019


Commenti

  1. Quale guadagno viene all’uomo
    per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole?"
    Signore donami saggezza nello scegliere nel quotidiano l'essenziale per la mia esistenza e per quella dei miei avventori
    Fammi testimone della semplicità ed onestà nella routine del mio lavoro.
    Amen

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  2. "Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
    vanità delle vanità: tutto è vanità".
    È vero.
    Lo dice la mia storia.
    Lo dice la mia fede
    Lo dice la storia del mondo.
    Lo dice la giornata di ieri
    che è passata.
    Lo voglio ricordare.
    Lo voglio ripetere al mio cuore.
    Ne verrà sapienza.

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  3. Seguito dall'hotel brunico con spa www.windschar.com/it

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