Prima lettura del 12 settembre 2022

Quelli che hanno superato la prova
1Cor 11, 17-26. 33

"Fratelli, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio.
Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova.
Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l’altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri."


Durissimo Paolo in questa introduzione al nucleo più bello della nostra fede, raccontato proprio da lui prima ancora della stesura dei Vangeli: il dono totale, la nuova alleanza che precede la morte per crocifissione del Signore, nella notte della cena, nello spezzare il pane e nel versare il vino per tutti.
Non poteva essere più franco l'apostolo davanti a neo cristiani che si riuniscono insieme e dimenticano che stanno facendo memoria di tanto amore!

"Fratelli, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio".
Riunirsi per il meglio: Paolo centra il fatto cristiano, che non è un'assemblea da club di anziani come sembra essersi ridotto oggi, ma luogo dove attingere al meglio riservato per la vita di ognuno.
Perché l'eucaristia è un fatto che cambia la vita nel profondo, è il memoriale che nutre, non solo la domenica, ma diventa cibo di ogni giorno, di ogni gioia, di ogni anelito e di ogni bisogno.

"Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo".
La parola "divisioni" usata da Paolo, in greco, dice tutta la sua gravità: "schismata", da cui "scisma" che conosciamo drammaticamente come le lacerazioni storiche che hanno allontanato le diverse confessioni religiose che pure credevano nell'unico Cristo.
Ciò che divide il corpo di Cristo equivale alla morte, ed è l'opposto della volontà che il Figlio ha rivelato: "Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te" (Gv 17, 21).

"È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova".
Ma Paolo chiarisce e ci dà un criterio di discernimento fondamentale: non dobbiamo temere il diverso modo di esprimere la fede, da qualsiasi religione si manifesti.
Scelte diverse non dicono contrapposizione, perché l'uniformità Gesù non l'ha mai sopportata, anzi la vedeva come un'intralcio ad accogliere il nuovo di Dio nel cuore di ogni persona, diversa ma sempre figlia.
Il sorgere di fazioni diventa allora il terreno della prova in cui si gioca la propria passione per l'unità, in cui si rivela che non è tutto rose e fiori, ma ancora più prezioso diventa il nutrirsi di Cristo insieme, luogo di abbandono del proprio egocentrismo e terreno fertile di crescita nel bene.
Il cammino comune nella diversità non è mai stato facile e Paolo non potrebbe dire una banalità del genere.
E' invece accoglienza di ciò che porta al meglio, apprezzare ciò che nella propria vita non si era mai rivelato e che nel fratello ci viene incontro.
Un vero evangelizzatore fa passare dalla croce il suo discernimento. E' necessaria la porta stretta nella comunità dei fedeli, la franchezza nello scoprire il peggio che cova, il fermare le divisioni che lacerano i cuori.
"Quelli che hanno superato la prova" non sono i puri e i migliori perché la Chiesa non è uno stadio dove accumulare punti.
Siamo noi quando, consapevoli delle difficoltà ad accogliere e a fare comunità, attingiamo all'eucarestia forza e possibilità di essere fratelli, quando, spezzando insieme il pane, scopriamo che l'Amore ci precede, ci unisce e ci porta tutti alla vita che non muore.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 1Cor 11, 23-26
Commento del 09/04/2020

Salmo 40 (39)
Commento del 24/01/2019

Vangelo di Lc 7, 1-10
Commento del 16/09/2019





Commenti

  1. "È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova".
    È la parte dura di ogni vita.
    È la barriera ad ogni falsità.
    È il filtro di ogni relazione.
    "È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova".
    Amicizia, amore, condivisione, comunione, vicinanza:
    tutto è messo a dura prova.
    Tutto viene liberato da ciò
    che non è vero, sincero, autentico.
    L'apparenza non ha vita lunga.
    "È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova".
    Signore, libera, purifica,
    fai verità in ogni cosa.

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  2. "Fratelli, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio".

    Si ,quante riunioni fatte per apparire,rese obbligatorie.........
    La presenza è assenza........con la testa da un'altra parte!
    Fa che le mie riunioni siano VERE,atte alla comunione d'intenti,alla riappacificazione,al rispetto dell'altro.
    Prevalga la fratellanza anche nella diversità
    Amen

    RispondiElimina

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