Prima lettura del 15 settembre 2022

Pur essendo Figlio
Eb 5, 7-9

"Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono".


"Il Verbo si fece carne" (Gv 1, 14) ci annuncia il Vangelo di Giovanni nelle sue prime righe. Dio si fa uomo, il divino diventa umano. Più si rilegge più lascia stupiti!
È un'affermazione necessaria per entrare nella verità e nel mistero della vita di Gesù, il Cristo di Dio.
Che cosa determina il fatto dell'incarnazione? Quanto possiamo dire Dio coinvolto nella storia umana? È solo apparenza o Gesù ha fatto veramente la fatica di ogni uomo e di ogni donna nati in questo mondo?
Sono domande che chiunque si pone davanti a questo annuncio sintetico e rivoluzionario di Giovanni.
Nel capitolo 5º la Lettera agli Ebrei affronta il tema di petto e ne tira preziose conclusioni.

"Pur essendo Figlio, imparò".
Ecco una prima risposta. Ha imparato come ognuno di noi, nonostante fosse Figlio, cioè Dio egli stesso.
Ognuno di noi fa un cammino continuo è difficile perché per vivere bisogna imparare tutto: dal respirare del primo vagito al mangiare, camminare, parlare, pensare, scrivere, leggere, amare e infine imparare a dare l'ultimo respiro.
Tutto per noi è "esperienza", dal latino "ex" che significa l'uscita da qualcosa, il superamento di evento, e "perire" o "periculum" , cioè una prova che poteva essere mortale, e che comporta una fatica e una trasformazione nel tempo. Io lo vedo come un passare per una valle oscura rimanendo vivi.
Ogni insegnamento fa passare dall'inconsapevolezza all'esperienza sofferta di crescita e di cambiamento. Detto per Gesù è la fine delle nostre immaginazioni di perfezione e onniscenza dalla nascita. Neanche Gesù è nato "imparato"!

"Imparò l’obbedienza da ciò che patì".
Ecco cosa e come il Messia Gesù ha imparato: facendo esperienza sulla propria pelle, patendo, faticando.
Non è più una conoscenza teorica ma è il conoscere nato dallo sperimentare, che comporta l'uscita da se stessi e l'abbracciare una realtà diversa e complessa.
Come noi, Gesù ha imparato ad obbedire al disegno del Padre, alle esigenze della vita, alle varie situazioni di ogni giorno.
Ha imparato a vivere la vita come è realmente non come doveva essere secondo un piano meraviglioso. Essere qui e ora, senza illudersi o fuggire al momento presente: questo impariamo noi vivendo pienamente e questo ha imparato il Figlio fatto uomo.
E l'obbedienza lo ha plasmato: quella arrendevolezza difficile che è fidarsi di un altro che conduce, di una mano che porta per vie che non sono le nostre. Come ci è faticosa l'obbedienza!

"Reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono".
Qui un bel paradosso: Dio che è perfetto si fa uomo e diviene perfetto vivendo sino in fondo i limiti e le imperfezioni come ogni comune mortale!
La Scrittura ci annuncia che ogni creatura è perfetta nella sua imperfezione, abbracciata, riconciliata, accolta.
Noi, impallinati per trovare la perfezione, impariamo da lui: l'uomo perfetto è quello che è, nella sua verità limitata, non quello che sarà o come dovrebbe essere.
Solo il Figlio fatto uomo poteva aprire questa via di salvezza alle nostre incapacità e ai nostri limiti.
Egli stesso ha imparato ed è cresciuto per diventare motivo di salvezza per tutti coloro che si incamminano su questa via di peccatori riconciliati, di uomini divinizzati.
Facciamo fatica a dirlo, ma la salvezza ormai passa per la nostra carne, la nostra storia concreta; passa attraverso il nostro limite e le nostre imperfezioni.
Nessuno di noi avrebbe neanche lontanamente immaginato una salvezza così. Solo l'amore di Dio per tutti gli uomini e le donne di questo mondo, poteva scegliere una via che noi cerchiamo di scansare, un cammino perdente e faticoso da accettare.
Cristo lo ha fatto per ognuno di noi: ci ha ridato la dignità di persone amate e salvate.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Eb 5, 7-9
Commento del 15/09/2020

Salmo 31 (30)
Commento del 04/02/2019

Vangelo di Gv 19, 25-34
Commento del 24/05/2021

Commenti

  1. "Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì".
    È detto di Gesù.
    Nessuno sconto.
    La via è quella di ogni uomo
    e ogni donna in questo mondo.
    "Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì".
    Si impara ogni cosa.
    Si fa fatica su ogni cosa.
    Tutto passa attraverso
    la nostra carne.
    "Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì".
    Impazienza e fretta
    non aiutano ad imparare.
    Cercare scorciatoie
    non aiuta ad imparare.
    Illudersi che tutto sia semplice
    non aiuta ad imparare.
    "Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì".
    Imparò da Figlio.
    Io imparo da figlio.
    Mi lascio educare dal Padre.
    "Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì".

    RispondiElimina
  2. Per il SUO abbandono a LUI venne esaudito!
    Certamente
    Tutto orientato a LUI,gratifica.
    Confido in LUI e ne resto salvato,premiato,esaltato-
    La SUA logica mi ristora,mi fa fare balzi dovunque
    Grazie mio rigeneratore.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Perché un blog con questo titolo?!

Vangelo del 12 gennaio 2019

Vangelo dei domenica 13 gennaio 2019

Salmo 23 per il mio papà

Prima lettura del 21 agosto 2019