Prima lettura del 26 gennaio 2023

Figlio nella medesima fede
Tit 1,1-5

"Paolo, servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per portare alla fede quelli che Dio ha scelto e per far conoscere la verità, che è conforme a un'autentica religiosità, nella speranza della vita eterna - promessa fin dai secoli eterni da Dio, il quale non mente, e manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione, a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore - a Tito, mio vero figlio nella medesima fede: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore. Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato".

Paolo è stato padre e maestro di intere comunità. Con le sue lettere ha esortato, confortato, spronato e annunciato sempre il Vangelo di Cristo. La cura per coloro che ha evangelizzato si è manifestata specialmente per le difficoltà dei capi di comunità, per incoraggiare il loro servizio di guida e sostegno della fede degli altri fratelli.
Una lettera è indirizzata a Tito, greco di origine, che Paolo converte durante uno dei suoi viaggi missionari. A lui l'apostolo affida particolari missioni per le criticità inevitabili incontrate in questo nuovo annuncio.

"(La speranza della vita eterna) manifestata al tempo stabilito nella sua parola mediante la predicazione".
Paolo più che mai lo potremmo dire l'apostolo della speranza cristiana, rivelata a chi non se la sarebbe aspettata.
Nel saluto iniziale a questo suo figlio esalta l'annuncio che porta alla vita eterna.
Quello che si vive dopo l'incarnazione è il "tempo stabilito" che Dio a scelto per rivelare ogni cosa nel suo figlio Gesù.
La predicazione non è propaganda o proselitismo, ma annuncio di salvezza. Gli apostoli e tutti i discepoli dopo di loro portano quello che hanno ricevuto gratuitamente e che ha cambiato la loro vita: la Buona Notizia dell'amore di Dio.

"A me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore".
La storia di Paolo, apostolo delle genti, parte da un centro che è l'incontro sulla via di Damasco con il Cristo risorto.
Da quel momento in poi si è andata sempre più focalizzando la sua missione di diffondere in tutti i luoghi, a tutte le nazioni il Vangelo che non ha confini e non fa preferenze di persone.

"A Tito, mio vero figlio nella medesima fede, grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore".
Il saluto indirizzato al destinatario della lettera, è una benedizione paterna, il riconoscimento che il suo discepolo Tito gli è figlio, erede della sua stessa predicazione, capace, nonostante la giovane età, di prendersi carico dei fratelli di Creta per portarli alla luce del Cristo.
Il saluto benedicente porta grazia e pace, realizza il compimento della semina a cui Paolo ha dedicato ogni energia e mostra i frutti maturi nati dal Vangelo.
E' la "medesima fede" che si trasmette da bocca a bocca, che, ascoltata, viene custodita e amplificata da ogni cuore, che per sua caratteristica naturale va trasmessa con generosità, nella consapevolezza che nessuna difficoltà personale possa fermare la sua corsa fino alla meta ultima e desiderata dal Padre.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di 2Tm 1,1-8
Commento del 26/01/2022

Salmo 96 (95),2-3
Commento del 29/12/2022

Vangelo di Lc 10,1-9
Commento del 18/10/2021

Commenti

  1. "A me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore!

    Signore grazie per il Primo incontro
    A questo devo il mio iter successivo
    Alti e bassi
    Cado e mi rialzo
    CON TE,non da solo
    Grazie

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