Seconda lettura di domenica 8 gennaio 2023

Dio non fa preferenze di persone
At 10, 34-38
"In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.
Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.
Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui»".


Pietro, guida dei discepoli dopo che Gesù è salito al cielo, ha il compito di discernere e indicare la via sulla quale procedere nei momenti cruciali della vita della comunità per servire l'evangelizzazione.
Nel brano di questa domenica Pietro è a casa del centurione Cornelio, un pagano quindi che, per rivelazione divina, ha fatto chiamare l'apostolo, il quale a sua volta ha avuto dal Signore il comando di entrare nella sua casa.
Dai racconti dei protagonisti ci si rende che il regista di questo incontro speciale è Dio. Sua l'iniziativa che muove, sua la volontà di attirare alla salvezza tutti gli uomini e le donne al mondo.

"In quei giorni, Pietro prese la parola e disse".
A monte di questa vicenda c'è il dramma dell'esclusione: i pagani sono una ferita scomoda nel fiano del popolo eletto, chiamato ad essere testimone della salvezza per tutti ma frenato dal giudizio per il merito e la mancanza della circoncisione.
Un ebreo, inoltre, non poteva assolutamente entrare in casa di un pagano per non contaminarsi e perdere così la purità rituale, pena l'esclusione dal culto in sinagoga e nel tempio.
Pietro deve giustificare e spiegare la sua presenza tra i pagani.

"In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone".
L'affermazione di Pietro è una lancia che squarcia il buio della non comunicazione e non accettazione della diversità.
Lui stesso pronuncia con stupore parole che dicono il senso rivoluzionario di ciò che vive.
Dopo aver ascoltato il racconto di Cornelio, sente di essere dentro ad un'esperienza nuova in cui lo ha messo lo Spirito di Dio, anche se sta trasgredendo la legge e le tradizioni dei padri.
Dopo un'educazione ferrea che partiva da chi era nella Legge e chi no, chi si salvava e chi si perdeva, rendersi conto che la differenza tra popolo eletto e pagani, e altre distinzioni simili, non vengono da Dio, fa crollare un castello di menzogne.
Una verità si impone: Dio non fa distinzioni, siamo tutti figli suoi!

"Ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga".

Timore del Signore (fiducia) e giustizia vissuta sono due caratteristiche che attirano l'attenzione di Dio e fanno scoprire il suo cuore accogliente.
L'essere figli amati non è legato all'appartenere ad una etnia, o ad una cultura particolare. Qualsiasi nazione è di Dio, ogni persona è figlia, ogni confine della terra è abbracciato dalla sua presenza.

"Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti".
È caduta la separazione fra i due mondi, ebreo e pagano e, dissolta l'inimicizia, è stata dichiarata la pace per mezzo di Gesù Cristo (cfr. Ef 2, 14-15).
Pietro è convinto ormai che Cornelio non sia una eccezione, ma il primo di tanti nuovi fratelli nell'unica fede.
Col Cristo i cieli si sono aperti ed "È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini" (Tt 2, 11).
Approdiamo alla stessa certezza, convertiamo il nostro cuore all'inclusione e alla valorizzazione dei doni che tutti possono apportare alla chiesa universale: il Signore è Dio di tutti, unico Padre di tanti figli, Maestro da cui imparare l'Amore.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Prima lettura di Is 42, 1-7
Commento del 29/03/2021

Vangelo di Mt 3, 13-17
Commento del 12/01/2020


Commenti


  1. "Ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga".
    Temere è fiducia
    temere è fiducia
    temere è fiducia
    Lo ripeto perchè mi deve entrare bene.......
    Un abbraccio papà

    RispondiElimina
  2. "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone".
    Pensare al contrario
    quanta morte e divisione.
    Senza rendersene conto
    quanto male.
    Senza questa verità
    quanta tenebra.
    "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone".
    Dio guarda e vede solo figli.
    Il Signore è Padre e Madre di tutti.
    È in tutti e agisce attraverso tutti.
    "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone".

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