Prima lettura del 27 gennaio 2023

Riservata una grande ricompensa
Eb 10, 32-39

"Fratelli, richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi.
Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso.
Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto per fede vivrà; ma se cede, non porrò in lui il mio amore.
Noi però non siamo di quelli che cedono, per la propria rovina, ma uomini di fede per la salvezza della nostra anima".


Dopo il discorso su Cristo e la sua funzione di sacerdote unico ed eterno, la lettera agli Ebrei ha parole di esortazione ed incoraggiamento per i cristiani messi alla prova dalla persecuzione. Soffrire per la fede non è un fuoriprogramma, fa parte dell'incontro-scontro tra l'amore incondizionato e la mentalità calcolatrice di questo mondo.
La Parola di Dio arriva sempre al centro del nostro cuore e si pone come lievito, come balsamo, come luce, ma anche come scassinatrice di dinamiche che partono dall'egoismo e generano sofferenza e morte.

"Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa".
La franchezza è necessaria all'annuncio del Vangelo. È il parlare vero, che non segue il criterio dell'utile, quello che usa le parole per interesse e omette tutto ciò che può risultare scomodo.
Abbandonare la franchezza porta all'opportunismo e a perdere un tesoro prezioso. Gli evangelizzatori hanno sempre lottato contro l'oratoria fatta solo di discorsi ad effetto. Anche Paolo ha dovuto abbandonare questa strada fatta di tecniche di convincimento (cfr. At 17, 16-32), per ammettere che la Parola ha una forza sua che non dipende dalla bravura di chi parla.
Ad un discepolo serve solo la franchezza, il resto lo fa lo Spirito. La ricompensa non viene dall'audience alta ma direttamente dal Signore.

"Avete solo bisogno di perseveranza, perché, fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso".
Nella fatica, nella "lotta grande e penosa" che i discepoli devono sopportare nello scontro col mondo, la Scrittura incoraggia e spinge a camminare dietro al Cristo senza stancarsi mai.
Anche se sembra perdente, il Vangelo porta frutto certamente, nei tempi che un fedele non può prevedere.
Tenere con sé l'intuizione, che lo Spirito ispira, permettere al Vangelo di continuare la sua corsa anche nel nascondimento.
Perseveranza e franchezza non devono mai venire meno in un discepolo di Gesù che pone nel Vangelo la sua fiducia.

"Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà".
Visto che l'attesa è sempre faticosa e alla lunga scoraggia, la lettera agli Ebrei rilancia l'annuncio del ritorno del Cristo, il Veniente che deve venire e verrà certamente.
"Un poco appena" non è una pia bugia: questo sembrerebbe a noi che leggiamo uno scritto di 2000 anni fa e temiamo che l'attesa debba ancora durare tantissimo!
Ma il tempo che viviamo è un lungo avvento durante il quale ci sosteniamo a vicenda, facendo memoria della fedeltà di Dio alle sue promesse.
Aspettare fiduciosi, alimentare tra di noi il desiderio dell'incontro con il Signore, è già tempo di Pasqua, è il "già e non ancora" che ci è dato in regalo da vivere.
Paolo ha sempre sottolineato il già della salvezza: siamo già santificati, "viventi per Dio, in Cristo Gesù" (Rm 6, 11).
Anche se non è ancora tutto evidente, vivere nella gioia è possibile credendo alla promessa di Gesù: "Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita" (Lc 21, 19).
Questa certezza ci rende sereni e ricchi di speranza, disponibili a lavorare per la pace, certi di riceverla in ricompensa per noi e per tutta l'umanità.

Link di approfondimento alla liturgia del giorno:

Salmo 37 (36), 1 - 11
Commento del 27/01/2021

Vangelo di Mc 4, 26-34
Commento del 31/01/2020

Commenti

  1. "Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà".
    Una domanda nel cuore di ogni sofferente o prigioniero:
    fino a quando?
    L'attesa,
    faticosa,
    speranzosa.
    Ancora un poco.
    Verrà.
    È certo.
    Ci spero.
    Sempre.
    "Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà".

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  2. Infatti avete preso parte alle sofferenze dei carcerati e avete accettato con gioia di essere derubati delle vostre sostanze, sapendo di possedere beni migliori e duraturi.

    Signore donami questa capacità
    Essere lungimirante
    Quando perdo,non perdo
    Vinco TE
    Amen

    RispondiElimina

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