Seconda lettura di domenica 15 gennaio 2023
Signore nostro e loro
1Cor 1,1-3
I saluti di Paolo, posti all'inizio delle sue lettere, sono una croce per i lettori della Parola in chiesa, ma un prezioso concentrato di teologia che richiedono una meditazione paziente.
Le parole sembrano non bastare all'apostolo per dire tutta la ricchezza del mistero di Cristo. In lui è stato detto tutto del Padre e ci ha dato tutto. E questa pienezza sta' stretta nelle parole umane.
"A coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù".
I corinzi, una comunità simile alle nostre, fatta di peccatori con tanti problemi da affrontare, ricevono da Paolo la consapevolezza di essere chiamati alla santità. E' un vero annuncio che rompe gli schemi e la paura di essere troppo lontani da Dio.
La certezza del Vecchio Testamento: "Nessuno è santo come il Signore" (1Sam 2, 2) poteva sembrare un'esclusione e un'irraggiungibilità. In Cristo siamo contagiati per sempre dalla santità che è entrata nel mondo con la sua carne.
È la Pasqua di Gesù che rende santi, è un dono immeritato, frutto di un amore che non pone condizioni.
"Santi per chiamata".
Altra caratteristica: Paolo parla di una chiamata alla santità.
Il Signore, santo per eccellenza, ci chiama a partecipare alla sua santità.
Dio non è geloso della sua santità, la condivide, la dona a noi che a ragione possiamo dirci figli nel Figlio.
"Insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo".
È una meravigliosa definizione di chiesa. È la comunione dei santi, l'unione di quanti con fede invocano Gesù Cristo come Salvatore, come presenza del Dio vivente in mezzo a noi.
È questa la caratteristica più profonda del nostro essere cristiani. Il resto è contorno. La chiesa ha una connotazione universale; in ogni luogo, senza distinzione di razza e nazionalità, "ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!, a gloria di Dio Padre»"(Fil 2, 11).
La signoria del Cristo si estende su tutta l'umanità, ogni essere vivente è sotto questo potere, usato per salvare e portare vita per sempre.
Paolo, che è santo per chiamata, annuncia ciò che ha sperimentato nella sua vita. Per questo lo chiama "Signore nostro e loro" annunciando una comunione senza confini.
Ricolmi di grazia e pace, facciamo nostra la sicurezza di Paolo e guardiamo con gli occhi del Padre alla chiesa, che pur nel peccato, rimane sempre una comunità di chiamati alla santità e redenta dalla Pasqua del Cristo.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di Is 49, 1-6
Commento del 12/04/2022
Salmo 40 (39), 7-8
Commento del 25/03/2022
Seconda lettura di 1Cor 1, 1-9
Commento del 27/08/2020
Vangelo di Gv 1, 29-34
Commento del 03/01/2023
"Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!"
RispondiEliminaEcco il dono.
La grazia,
la pace,
doni gratuiti,
immeritati,
che parlano dell'amore di Dio
per noi.
"Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!"
È pace per ogni vivente.
È grazia per ogni figlio e figlia
che nasce al mondo.
Doni di vita.
"Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!"
A coloro che sono santificati in Cristo Gesù.
RispondiEliminaÈ per tutti
È per me.
Chiamato
ad essere come LUI
GRAZIE