Prima lettura del 26 aprile 2024
Le voci dei Profeti
At 13,26-33
"In quei giorni, [Paolo, giunto ad Antiòchia di Pisìdia, diceva nella sinagoga:]
«Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza.
Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non hanno riconosciuto Gesù e, condannandolo, hanno portato a compimento le voci dei Profeti che si leggono ogni sabato; pur non avendo trovato alcun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che egli fosse ucciso.
Dopo aver adempiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono testimoni di lui davanti al popolo.
E noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: “Mio figlio sei tu, io oggi ti ho generato”».
È emozionante sentire Paolo in uno dei suoi momenti di evangelizzazione! Luca ce lo descrive così bene che sembra di essere lì, nella sinagoga di Antiochia ad ascoltare l'annuncio del Cristo risorto.
E' un sabato e Paolo, nel primo viaggio missionario, accompagnato da Barnaba e Giovanni Marco, arriva nella città, capoluogo della montuosa Pisidia, odierna Turchia.
Si rivolge subito ai Giudei che risiedevano nella città annunciando la vicenda di Gesù che sembra essersi conclusa a Gerusalemme, ma che proprio da lì è ripartita per raggiungere ogni uomo e donna della terra.
"Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non hanno riconosciuto Gesù".
Gerusalemme è la città amata, la città di Davide in cui il suo discendente avrebbe stabilito il suo trono e da lì regnare fino agli estremi confini della terra. Grande era l'attesa nella città, centro nevralgico e propulsivo del credo di tutto il popolo.
Più volte Gesù nel Vangelo ribadisce che non può morire lontano fa Gerusalemme (cfr. Lc 13,33).
Ma è anche la città del dramma, dell'incontro mancato, della sposa che non riconosce il suo promesso sposo.
Un'attesa di secoli sembra vanificata, così come sembra ormai impossibile l'instaurazione del Regno davidico dopo un rifiuto così grave.
Giovanni, all'inizio del suo Vangelo presentando la vicenda del Verbo fatto carne, sottolinea questa mancata unione sponsale:
"Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto" (Gv 1,11).
"Condannandolo"!
A questo arriva la mancata accoglienza! Il rifiuto è totale e passa dalla diffidenza e dal rifiuto, fino ad arrivare alla condanna!
Che speranza c'è per il popolo formato, cresciuto, educato a riconoscere il Messia che lo rigetta come uno scomunicato, che lo denuncia come un sacrilego, che lo sopprime perché bestemmia?
Il progetto di Dio sembra naufragare irrrimediabilmente con la morte del giusto, quella che Gesù stesso descive nella parabola dei vignaioli ribelli al padrone (cfr. Mc 12,1-8). Essi, non solo uccidono i servi - profeti inviati a raccogliere i frutti della vigna, ma sopprimono anche il figlio.
Gesù è l'ennesimo profeta non accolto, ucciso perché scomoda il cuore di pietra della religione che detiene un potere sul popolo e preferisce la legge alla rivelazione del Padre.
Che cosa ne sarà del popolo dell'alleanza?
"Hanno portato a compimento le voci dei Profeti che si leggono ogni sabato".
Qui Paolo dimostra di essere vero esegeta della storia salvifica, colui che legge dentro gli eventi e scopre che il Signore realizza il suo disegno d'amore attraversando il peccato, il rifiuto e la morte!
Loro malgrado quelli che hanno condannato il Messia hanno contribuito a realizzare le antiche profezie! Per mezzo di quella morte si spalanca la salvezza per tutti, nessuno esluso e si spande da Gerusalemme, dal popolo di Dio fino ai pagani lontani dalla legge.
Nessun potere, nessuna volontà di sopraffazione, ha potuto fermare l'opera di salvezza del Signore!
"La promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi".
Non c'è condanna in questa meravigliosa omelia di Paolo e noi stessi, ascoltandola dopo duemila anni, ne veniamo toccati profondamente!
La promessa non si è fermata col rifiuto, con un'alleanza che è solo ad un senso, quello del Padre verso l'umanità che continua a non aderire al suo amore.
"Dio l’ha compiuta per noi" ci annuncia Paolo e, investiti di tanta grazia, ritroviamo la fiducia nella più grande opera di riconciliazione mai realizzata nel mondo!
"Le voci dei Profeti" e del profeta Gesù non sono state soffocate, ma continuano ad annunciare in tutte le orecchie l'amore del Padre.
C'è speranza per l'umanità immersa in tanta sofferenza, oppressa da tante guerre, affossata nei soprusi e oltraggiata dall'assassinio dei giusti.
C'è speranza perché la salvezza l'ha compiuta il Padre per noi!
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 13,26-33
Commento dell'08/05/2020
Salmo 2,10-11
Commento del 05/05/2023
Vangelo di Gv 14,1-6
Commento del 30/04/2021
"La promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio
RispondiEliminal’ha compiuta per noi".
Il Signore è fedele.
Compie ciò che promette.
Nonostante il peccato
e la morte.
Nonostante noi.
"La promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio
l’ha compiuta per noi".
Il suo amore è per sempre.
Il suo amore è per tutti.
Il suo amore è per me.
"La promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio
l’ha compiuta per noi".
Condannando.
RispondiEliminaSignore donami sempre saggezza nel camminare con TE
Mai in antitesi.
Donami coerenza
Donami fiducia,Donami un pochino della Tua logica.
Amen