Salmo del 13 aprile 2024
Sal 33 (32),1-2
"1 Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
2 Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate".
Il Salmo 33 canta il creato benedicendo il Creatore. Il mondo acquista un significato vero e pacificato quando lo si guarda con fede.
La Parola del Signore ha fatto ogni cosa nel cosmo, nella storia di Israele e dell'umanità. Tutto è benedetto perché tutto ha origine dalla bene-dizione di Dio.
La contemplazione diventa festa, la preghiera si trasforma in danza, la parola in canto. È questo il clima che ci fa vivere questo meraviglioso Salmo.
"Esultate, o giusti, nel Signore".
I giusti siamo noi quando riconosciamo in Dio il nostro Salvatore, quando in lui attingiamo forza e scopriamo motivi per esultare pur nelle complicazioni dei nostri giorni.
La vita in questo mondo non è facile per nessuno. Ognuno ha la sua croce. Ma nel Signore si trova gioia e forza, pace e coraggio, serenità e voglia di cantare.
Nel Signore è sempre possibile ricominciare, in lui è possibile guardare con occhi nuovi la nostra esistenza e quella dei fratelli che ci sono accanto.
"Per gli uomini retti è bella la lode".
La rettitudine è la sicurezza nel discernere i fatti della vita. Non si è retti per qualità morali, ma per la saggezza che viene dall'affidarsi a chi è retto e lungimirante in ogni opera, in ogni parola.
La nostra vita contorta in lui trova una strada raddrizzata, il cuore attorcigliato su se stesso si apre e si dirige verso i fratelli.
La lode al Signore riconosce che di questa rettitudine abbiamo bisogno, che la sua volontà è direzione di bene e di completezza.
È proprio vero: è bello lodare il Signore, cantare le sue meraviglie, benedirlo per il suo amore continuo e incessante.
È bello cantare al Signore inneggiando alla sua bontà che si riflette nella creazione e in ognuno di noi.
"Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate".
Il salmista si rivolge ai fratelli che nella liturgia nel tempio innalzano gli inni. L'invito è di far uscire fuori dalle mura protette la lode che, di per sé, si apre all'immensamente grande.
"Esultate, o giusti, nel Signore".
I giusti siamo noi quando riconosciamo in Dio il nostro Salvatore, quando in lui attingiamo forza e scopriamo motivi per esultare pur nelle complicazioni dei nostri giorni.
La vita in questo mondo non è facile per nessuno. Ognuno ha la sua croce. Ma nel Signore si trova gioia e forza, pace e coraggio, serenità e voglia di cantare.
Nel Signore è sempre possibile ricominciare, in lui è possibile guardare con occhi nuovi la nostra esistenza e quella dei fratelli che ci sono accanto.
"Per gli uomini retti è bella la lode".
La rettitudine è la sicurezza nel discernere i fatti della vita. Non si è retti per qualità morali, ma per la saggezza che viene dall'affidarsi a chi è retto e lungimirante in ogni opera, in ogni parola.
La nostra vita contorta in lui trova una strada raddrizzata, il cuore attorcigliato su se stesso si apre e si dirige verso i fratelli.
La lode al Signore riconosce che di questa rettitudine abbiamo bisogno, che la sua volontà è direzione di bene e di completezza.
È proprio vero: è bello lodare il Signore, cantare le sue meraviglie, benedirlo per il suo amore continuo e incessante.
È bello cantare al Signore inneggiando alla sua bontà che si riflette nella creazione e in ognuno di noi.
"Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate".
Il salmista si rivolge ai fratelli che nella liturgia nel tempio innalzano gli inni. L'invito è di far uscire fuori dalle mura protette la lode che, di per sé, si apre all'immensamente grande.
La festa non sia relegata al culto; si sposti fuori dai templi e dalle chiese; canto e danza impregnino la vita di tutti i giorni!
La fede ci fa unire a questa lode che ci ha raggiunto e che riecheggia in tutto l'universo. Di benedizione ricevuta e donata tutti ne abbiamo bisogno.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 6,1-7
Commento del 22/04/2023
Salmo 33 (32),1-9
Commento del 10/05/2020
Vangelo di Gv 6,16-21
Commento del 30/04/2022
La fede ci fa unire a questa lode che ci ha raggiunto e che riecheggia in tutto l'universo. Di benedizione ricevuta e donata tutti ne abbiamo bisogno.
Link di approfondimento alla liturgia del giorno:
Prima lettura di At 6,1-7
Commento del 22/04/2023
Salmo 33 (32),1-9
Commento del 10/05/2020
Vangelo di Gv 6,16-21
Commento del 30/04/2022
"Lodate il Signore con la cetra,
RispondiEliminacon l'arpa a dieci corde a lui cantate".
Il Signore è il vero motivo di ogni festa.
Solo in lui vera allegria.
Solo per lui un canto infinito.
"Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate".
È bello lodare il Signore.
È bella la gratitudine a lui.
È bello cantare il suo amore.
"Lodate il Signore con la cetra,
con l'arpa a dieci corde a lui cantate".
Esultate
RispondiEliminaSi
Il mio cuore è permeato della forza e fiducia che mi doni
vuole balzare in alto,volare.....
gridare che TU sei con me!
Il mio UNICO accompagnatore che non mi lascia,mai,solo!
Grazie